Le mascherine più belle nell’atletica alle Paralimpiadi
Servono ad atlete e atleti ipovedenti per gareggiare nelle stesse condizioni, ma anche a portare un po' di colore sulle piste
Le tute e le divise delle nazionali alle Olimpiadi di Parigi possono essere fantasiose, ma lasciano poco spazio per esprimere la propria personalità. Perciò gli atleti e le atlete hanno utilizzato accessori e dettagli per farlo: come le unghie – anche di qualche atleta maschio – decorate con i colori nazionali, con i cerchi olimpici o con altri piccoli disegni. Alle Paralimpiadi le atlete e gli atleti si sono invece sbizzarriti con le mascherine indossate nelle varie discipline dell’atletica leggera.
Le mascherine vengono impiegate dalle atlete e dagli atleti ciechi oppure ipovedenti per oscurare completamente la visione, e fare in modo che tutti gareggino nelle stesse condizioni, senza che nessuno possa risultare avvantaggiato. Tra chi ne ha usate diverse a Parigi 2024 ci sono la colombiana Ionis Dayana Salcedo Rodriguez, che ha gareggiato nei 400 metri categoria T11, oppure l’italiano Oney Tapia, che ha vinto la medaglia d’oro nel lancio del disco nella categoria F11 (entrambe riservate alle persone cieche).
Assunta Legnante, vincitrice della medaglia d’oro nel getto del peso nella categoria F12 (per persone cieche e ipovedenti) e quella d’argento nel lancio del disco F11, ne ha indossata una con gli occhi della Gioconda. Ma quelle più appariscenti probabilmente sono quelle che ha portato l’atleta italiana Arjola Dedaj nei 100 metri e nella finale del salto in lungo T11: una che ricordava il piumaggio di un uccello con i colori della bandiera italiana e l’altra tutta azzurra e a forma di farfalla. Il profilo Instagram ufficiale delle Paralimpiadi in effetti ha definito Dedaj «l’atleta che ha sempre le mascherine più cool».
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