In Israele ci sono state ancora grandi proteste per chiedere al governo un accordo per la liberazione degli ostaggi

La manifestazione di sabato sera a Tel Aviv: si vedono molte bandiere bianche e azzurre, di Israele, e gialle, colore simbolo degli ostaggi (AP Photo/Ariel Schalit)
La manifestazione di sabato sera a Tel Aviv: si vedono molte bandiere bianche e azzurre, di Israele, e gialle, colore simbolo degli ostaggi (AP Photo/Ariel Schalit)

Sabato sera in Israele centinaia di migliaia di persone hanno protestato contro il governo, per chiedergli di trovare un accordo con Hamas e liberare le decine di ostaggi rapiti negli attacchi del 7 ottobre scorso che si trovano ancora nella Striscia di Gaza. Secondo l’associazione che riunisce le famiglie degli ostaggi, che ha organizzato le proteste, i partecipanti sono stati 500mila a Tel Aviv e 250mila nel resto di Israele, fra cui a Gerusalemme e Haifa. L’associazione ha detto che la polizia ha confermato questi dati: significa che quelle di sabato sera sono state le manifestazioni più partecipate della storia di Israele.

Le grandi manifestazioni contro il governo di Benjamin Netanyahu erano ricominciate una settimana fa, dopo che in un tunnel sotto a Rafah, nella Striscia di Gaza, erano stati trovati i cadaveri di sei ostaggi. I manifestanti accusano il governo di non fare abbastanza per raggiungere un accordo con Hamas, visto come il modo migliore per riportare a casa vivi gli ostaggi. Le trattative fra le due parti sono in stallo da mesi, nonostante gli sforzi diplomatici di Qatar, Egitto e Stati Uniti per favorire un accordo per la loro liberazione e il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza invasa da Israele.

Il 7 ottobre erano state rapite 251 persone: 105 sono state liberate durante una tregua a novembre, 12 sono state liberate successivamente, 8 sono state liberate da operazioni militari israeliane e almeno 70 sono morte.

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