Il secondo uomo più alto al mondo gioca a pallavolo da seduto
Morteza Mehrzad e i suoi 246 centimetri sono stati decisivi nella medaglia d'oro vinta dall'Iran nel sitting volley alle Paralimpiadi di Parigi
L’uomo più alto del mondo si chiama Sultan Kösen, vive in Turchia, fa l’agricoltore e cammina con l’aiuto delle stampelle. Il secondo uomo più alto del mondo è Morteza Mehrzadselakjani (ma è noto come Morteza Mehrzad), è iraniano, ha 36 anni ed è stato decisivo nella vittoria dell’Iran nel torneo paralimpico di sitting volley, unica versione della pallavolo alle Paralimpiadi di Parigi 2024. Mehrzad è alto 2 metri e 46 centimetri, anche da seduto sbuca ampiamente oltre la rete da sitting volley e i suoi muri e le sue schiacciate sono difficilmente contrastabili dagli avversari.
Mehrzad soffre di acromegalia, una rara patologia che consiste nell’eccessiva produzione di ormone della crescita. A 15 anni ebbe un incidente in bicicletta e si ruppe l’osso pelvico: la gamba destra da allora smise di crescere e oggi è quindici centimetri più corta della sinistra. Fuori dal campo, Mehrzad si muove con una sedia a rotelle e riesce a stare in piedi solo per brevi periodi. In campo, dove il regolamento impone che non si perda mai il contatto fra il sedere e il terreno, è diventato il principale punto di forza della nazionale maschile iraniana, che a sua volta è da tempo la più forte al mondo.
Il sitting volley nacque nei Paesi Bassi negli anni Cinquanta come riabilitazione per i soldati che avevano subìto amputazioni e nel 1976 esordì alle Paralimpiadi. Si gioca sempre in sei, come nella pallavolo in piedi, ma in un campo più piccolo, largo 6 metri e lungo 10 (5 per metà campo), e con la rete più bassa (1,15 metri per gli uomini e 1,05 per le donne). Regole e fondamentali sono più o meno gli stessi della pallavolo: palleggio, bagher, schiacciata, muro. A differenza della pallavolo, però, nel sitting volley si può murare la battuta avversaria: dev’essere quindi tesa per mettere in difficoltà la ricezione, ma non troppo, per evitare il muro.
In campo maschile, l’Iran era la squadra più forte già prima che ci iniziasse a giocare Mehrzad. Dal 1988 ha vinto otto medaglie d’oro su dieci, perdendo in finale solo ad Atene 2004 e a Londra 2012: Mehrzad partecipò alle sue prime Paralimpiadi nel 2016, a Rio, e questa è la sua terza medaglia d’oro consecutiva.
Hadi Rezaeigarkani, attuale allenatore della squadra, è considerato uno dei principali artefici del dominio iraniano nel sitting volley: prima fu giocatore, capitano e stella della squadra (a partire dagli anni ’80), poi è diventato allenatore. Nel 2011 vide Mehrzad in una trasmissione della televisione iraniana che presenta persone con disabilità fisiche o speciali talenti: era lì in virtù dei suoi 246 centimetri di altezza. Fu raccontato in seguito che l’altezza fuori dal comune e la disabilità lo avevano portato a una sorta di autoisolamento: Mehrzad usciva poco di casa e soffriva le eccessive attenzioni che la sua condizione gli causava.
Rezaeigarkani chiamò la televisione, ottenne un suo contatto e lo convinse a provare il sitting volley: Mehrzad iniziò nel 2012 in una delle squadre iraniane, dove pian piano iniziò a capire come sfruttare i suoi centimetri.
Seduto con le braccia stese in alto raggiunge un metro e 95, e considerando che la rete è alta 1,15 metri è facile capire quanto sia complicato giocarci contro. In ulteriore allungamento riesce a schiacciare palloni verso il campo avversario colpendoli all’altezza di due metri.
Col passare degli anni ha migliorato notevolmente anche la sua tecnica ed è stato nominato miglior giocatore di sitting volley nel 2019, 2021 e 2022. Gli avversari devono forzatamente battere a sinistra se lui è posizionato a destra per murare (e viceversa), mentre non hanno praticamente contromisure per le sue schiacciate. Non vince da solo, comunque: l’Iran è una squadra complessivamente molto competitiva e il suo allenatore lo sostituisce spesso, per evitare che un impiego eccessivo lo porti a infortuni.
Mehrzad cerca di evitare il più possibile interviste e attenzioni, ma non ci riesce molto: in queste Paralimpiadi tra le altre cose si è molto parlato del fatto che nel villaggio olimpico non ci fosse un letto su misura per lui e che quindi avesse scelto di dormire per terra. Nonostante lui non si fosse lamentato, la notizia era stata molto ripresa e prima delle semifinali era arrivato un letto adeguato.
L’Iran ha battuto l’Egitto in semifinale e la Bosnia Erzegovina in finale, stessa avversaria battuta in finale dei Mondiali nel 2022. La Bosnia è infatti l’altra nazione dalla miglior tradizione di sitting volley: quando l’Iran non ha vinto l’oro paralimpico, nel 2004 e nel 2016, ha sempre perso in finale coi bosniaci, e le due nazioni si sono divise le ultime nove edizioni dei mondiali (6-3 per l’Iran).