Maria Rosaria Boccia ha ancora cose da dire sul suo caso
In un'intervista su La7 ha raccontato diversi dettagli che avrebbero forse aggravato la posizione del ministro Sangiuliano: ma si era già dimesso prima della trasmissione
Venerdì, mentre Gennaro Sangiuliano stava andando a Palazzo Chigi per dare le dimissioni da ministro della Cultura, Maria Rosaria Boccia stava registrando una lunga intervista con i giornalisti di La7 Marianna Aprile e Luca Telese. Boccia è la donna che da giorni sostiene di essere stata nominata consulente per gli eventi del ministero della Cultura, e che è al centro del caso politico di questi giorni, per cui il ministro si è dimesso. Le dimissioni di Sangiuliano probabilmente sono state un tentativo di chiuderlo, il caso, ma l’ultima intervista di Boccia ha fatto capire che lei è determinata a continuare a parlarne pubblicamente, contraddicendo la versione del ministero e raccontando altri dettagli sul suo rapporto con Sangiuliano: lui in un’intervista con il direttore del Tg1 aveva ammesso di aver avuto una relazione con lei, pur essendo sposato.
– Leggi anche: Chi è Alessandro Giuli, il nuovo ministro della Cultura
L’intervista di Boccia è stata trasmessa venerdì sera da In Onda, dopo che già la mattina ne era uscita un’altra sulla Stampa. Sono stati affrontati molti punti della vicenda, e molti di questi potrebbero avere anche qualche conseguenza politica. Per esempio, Boccia ha detto sia in questa intervista che in quella della Stampa che spesso assisteva alle telefonate di Sangiuliano, e che anzi era lui a volerla presente: telefonate in cui parlava con altri ministri del governo o con collaboratori. Ha anche detto che le capitava di vedere le chat del ministro, definite «non proprio ministeriali»: per questo, ha raccontato Boccia, a un certo punto gli aveva fatto comprare e applicare una «pellicola privacy» per lo smartphone, di quelle che oscurano lo schermo del cellulare alle persone intorno.
Per il momento Boccia non ha raccontato in maniera esplicita i contenuti di queste chat e di queste telefonate, ma nell’intervista ha fatto capire di essere disposta a divulgarli per difendere la propria posizione. Ha anche detto di conoscere molti «dettagli» che possono «aiutare alla ricostruzione».
In ogni caso Boccia non ha voluto chiarire la natura della relazione con Sangiuliano. Lui nell’intervista con il Tg1 aveva parlato di una relazione «personale, affettiva», mentre Boccia ha detto: «Io non è che faccio un racconto diverso, io chiedo al ministro di dire la verità. […] In questa verità non ci sono solo io e il ministro, ci sono coinvolte tante donne che oggi noi non stiamo menzionando, e che per dovere di verità io dovrei menzionare e non mi va». A domanda diretta sul ruolo di queste altre donne, cioè se abbiano avuto anche loro una relazione con Sangiuliano, Boccia ha risposto: «Non andiamo oltre […]. Non sono io a dirlo e non è rispettoso dirlo […]. Io non voglio essere buttata per coprire poi altre cose».
Subito dopo si è parlato di un particolare che era stato reso noto già nell’intervista al Tg1. Quando il caso era emerso il 26 di agosto, in seguito a un post su Instagram di Boccia e un articolo del sito di notizie e gossip Dagospia, il ministero aveva negato che Boccia fosse stata nominata effettivamente consulente per gli eventi. A fronte dei continui post di Boccia che sembravano smentire questa versione, Sangiuliano aveva ammesso di aver voluto darle l’incarico, salvo poi ripensarci per un potenziale conflitto di interessi.
Nell’intervista a La7, Boccia ha raccontato però che è stato lo stesso Sangiuliano a chiamarla, metterla in vivavoce e farle ascoltare una conversazione con cui sua moglie (Federica Corsini, giornalista della Rai) gli chiedeva di «strappare la nomina». Al Tg1 Sangiuliano aveva invece detto di non aver sentito nessuna conversazione né registrazione di sua moglie.
Un altro passaggio significativo riguarda una cosa detta da Boccia alla Stampa, sul fatto che Sangiuliano fosse sotto ricatto di non meglio specificati «direttori di settimanali». A In Onda Boccia ha detto che se un settimanale fa sapere al ministro di essere in possesso di sue foto compromettenti che però non ha pubblicato, quello per lei è un ricatto. Non ha specificato però di che settimanale si tratta.