L’Italia è in grande ritardo sull’invio di armi per la difesa antiaerea all’Ucraina
La consegna dei sistemi di difesa Samp-T, concordata ad aprile, è rallentata da problemi di manutenzione e ristrutturazione
Il governo di Giorgia Meloni sta gestendo con un certo affanno la consegna delle armi promesse all’Ucraina per la sua difesa antiaerea. I ritardi riguardano in particolare la batteria Samp-T, un sistema in grado di intercettare, con missili terra-aria, i missili nemici mentre sono in volo prima che colpiscano gli obiettivi designati. Il governo aveva garantito al presidente ucraino Volodymyr Zelensky l’invio di una batteria Samp-T lo scorso aprile, aveva poi confermato l’impegno a inizio giugno e il mese successivo aveva inserito la consegna nel decreto ministeriale sul nono pacchetto di armi e dispositivi militari da trasmettere alle autorità ucraine.
Ma a ormai due mesi dalla definizione di quel provvedimento il Samp-T non è ancora stato consegnato, e fonti del ministero della Difesa spiegano che ci vorranno almeno altri quindici giorni.
Il ritardo è stato confermato venerdì dal ministro della Difesa Guido Crosetto al termine della riunione del cosiddetto Gruppo di Contatto, a cui partecipano tutti i paesi che sostengono la resistenza militare dell’Ucraina contro la Russia. La riunione si è svolta nella base tedesca di Ramstein: era presente anche Zelensky, che subito dopo si è messo in viaggio verso l’Italia per partecipare al Forum Ambrosetti che si svolge a Cernobbio, in provincia di Como, tra il 6 e l’8 settembre. Crosetto ha rivendicato la centralità dell’Italia nel sostegno all’Ucraina, e ha aggiunto: «Il sistema Samp-T che abbiamo consegnato e quello che spero consegneremo nel più breve tempo possibile hanno consentito agli ucraini di difendersi dagli attacchi missilistici russi». Quel passaggio – «quello che spero consegneremo nel più breve tempo possibile» – ha dunque confermato che la nuova consegna non è ancora avvenuta.
Il Samp-T è uno dei più efficaci sistema di difesa antiaerea esistenti. È la versione europea dei Patriot statunitensi, ed è di fabbricazione italofrancese (i francesi lo chiamano perlopiù Mamba). Nel febbraio del 2023 Italia e Francia avevano inviato all’Ucraina una batteria di Samp-T, che però nel giro di qualche mese è diventata inutilizzabile in seguito a danneggiamenti o, più banalmente, per l’esaurimento delle scorte. Dall’inizio del 2024 si è quindi iniziato a parlare della necessità di rimpiazzarli, a seguito anche dei numerosi appelli fatti nel frattempo da Zelensky.
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L’Italia ha cinque dispositivi a sua disposizione, e sul loro impiego c’è sempre una certa riservatezza per motivi di sicurezza. Uno di solito è utilizzato per le esercitazioni della Difesa, altri vengono utilizzati all’estero (uno fino all’inizio dell’anno era in Slovacchia, un altro era stato impiegato tra il 2016 e il 2019 in Turchia, un altro era in Kuwait). Il governo Meloni è rimasto a lungo incerto sulla questione, anche perché a gennaio era stato deciso che almeno una delle batterie (nella fattispecie, quella inviata in Slovacchia) avrebbe poi dovuto essere utilizzata in Puglia per garantire la sicurezza aerea intorno al resort di Borgo Egnazia dove a metà giugno si è svolto il G7, la riunione dei capi di Stato e di governo dei sette principali paesi occidentali.
A inizio aprile, durante le riunioni dei ministri degli Esteri del G7 a Capri, era stato deciso di rinnovare il sostegno all’Ucraina, e a quel punto anche l’Italia aveva garantito che avrebbe inviato una nuova batteria di Samp-T. Per questo nelle settimane seguenti Crosetto aveva concordato con le sue controparti statunitensi di ritirare il dispositivo impiegato in Kuwait nell’ambito dell’operazione militare “Inherent Resolve”, di contrasto all’ISIS, per destinarlo all’Ucraina. I dettagli dell’operazione erano stati definiti tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, e a quel punto il ministro della Difesa aveva iniziato ad allestire il decreto ministeriale per il nono invio di armi all’Ucraina.
Prima di poter essere inviato, però, il Samp-T ha bisogno di interventi: alcuni pezzi vanno riparati, altri sostituiti e via dicendo. Queste procedure si sono prolungate in maniera imprevedibile per mesi. I ritardi hanno riguardato in particolare le consegne di componenti da parte delle aziende Thales e MBDA Italia, che fa parte del consorzio italofrancese che costruisce i Samp-T: alla base delle lungaggini c’è l’alta domanda a cui un po’ tutto il settore della Difesa fa fronte da mesi, a causa della difficoltà nel reperire le materie prime.
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Secondo Crosetto ci sono stati anche dei problemi legati al fatto che nel mese di agosto alcune aziende hanno chiuso per ferie troppo a lungo, evidentemente non tenendo in considerazione l’urgenza della commissione affidata loro. «Sto litigando con le aziende italiane perché devo consegnare un sistema Samp-T di difesa all’Ucraina e l’azienda italiana che deve sistemarlo ad agosto era chiusa per ferie», ha detto Crosetto il 30 agosto scorso, al termine di una riunione dei ministri della Difesa dell’Unione Europea a Bruxelles. Di per sé è una spiegazione non del tutto esaustiva, ma è la motivazione principale offerta dal ministero della Difesa per giustificare il ritardo.
Il dibattito sull’invio di armi all’Ucraina da parte dei paesi occidentali è ormai da anni un tema molto dibattuto. Zelensky continua a sollecitare gli alleati a fornire maggior sostegno per garantire la difesa delle città e della popolazione dai continui bombardamenti dell’esercito russo. Per lo stesso motivo il presidente ucraino vorrebbe che gli Stati Uniti e agli altri membri della NATO autorizzassero l’Ucraina a utilizzare le armi inviategli per colpire obiettivi strategici anche in territorio russo, con l’obiettivo di neutralizzare le infrastrutture che la Russia utilizza per condurre gli attacchi in Ucraina, tra cui basi militari o centri di rifornimento. Proprio di questo Zelensky parlerà anche sabato mattina durante il suo intervento a Cernobbio, sapendo che nel governo Meloni ci sono grosse tensioni sul tema, con la Lega e Forza Italia che restano fermamente contrarie.