Sangiuliano si è dimesso
Il ministro della Cultura era da giorni al centro di una polemica sul ruolo da consulente di Maria Rosaria Boccia, con cui ha avuto una relazione: è stato sostituito da Alessandro Giuli
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si è dimesso. Dopo giorni in cui era stato al centro di una polemica politica legata al ruolo di Maria Rosaria Boccia all’interno del suo ministero, e in cui sembrava avere ancora la fiducia della presidente del Consiglio Giorgia Meloni nonostante gli imbarazzi causati al governo, Sangiuliano è stato convocato venerdì pomeriggio a Palazzo Chigi e ha presentato una lettera con le sue dimissioni. Nella lettera scrive di aver «a lungo meditato, in giornate dolorose e cariche di odio nei miei confronti di un certo sistema politico mediatico». Poi ha ringraziato Meloni per averlo appoggiato finora, ha elencato le iniziative fatte in questi due anni di mandato, e ha concluso dicendo di voler presentare un esposto in procura.
Sangiuliano è stato sostituito da Alessandro Giuli, attuale direttore del museo di arte contemporanea MAXXI di Roma, nonché giornalista considerato molto vicino a Fratelli d’Italia ed ex vicedirettore del Foglio.
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Maria Rosaria Boccia si era qualificata come collaboratrice di Sangiuliano dandone notizia sui suoi canali social il 26 agosto scorso, con un post in cui lo ringraziava per averla nominata «Consigliera del Ministro per i Grandi Eventi». Il ministero aveva inizialmente smentito l’attribuzione dell’incarico, ma da quel momento era iniziata una controversia tra Boccia, i collaboratori del ministro e Sangiuliano stesso. Boccia aveva continuato per giorni a pubblicare sui social documenti, foto, screenshot, frammenti di video e registrazioni di telefonate che smentivano le ricostruzioni ufficiali e informali del ministero della Cultura, mettendo in mostra la sua vicinanza al ministro e al suo staff.
Il 2 settembre era intervenuta Meloni, che aveva detto di fidarsi della versione di Sangiuliano, secondo cui il ministero non avrebbe speso soldi pubblici per Boccia, né lei avrebbe avuto accesso a documenti riservati. Tuttavia lei aveva continuato a pubblicare post e storie su Instagram per dimostrare il contrario: aveva pubblicato, tra le altre cose, documenti relativi alla visita agli scavi di Pompei da parte dei ministri della Cultura del G7, in occasione della loro riunione prevista per il prossimo 20 settembre.
Il 3 settembre Meloni aveva convocato Sangiuliano a Palazzo Chigi per chiedergli ulteriori chiarimenti. Durante il colloquio, durato circa un’ora e mezza, il ministro aveva rinnovato le sue rassicurazioni. Poi aveva ribadito la sua versione in una lunga intervista al Tg1 in cui aveva detto che non erano mai stati spesi soldi pubblici per Boccia, ammettendo però di aver avuto una relazione con lei (Sangiuliano è sposato). Boccia aveva continuato a rispondere accusando Sangiuliano di mentire, prima tramite storie e post su Instagram, poi con una lunga intervista alla Stampa venerdì, in cui aveva detto che Sangiuliano sarebbe sotto ricatto (senza specificare di chi) e di aver spesso viaggiato con le auto di scorta del ministro.
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Nato a Napoli nel 1962, Sangiuliano ha militato a lungo nella destra giovanile della sua città, e poi ha avuto una carriera di successo da giornalista, culminata nel 2018 con la nomina a direttore del Tg2, incarico che aveva mantenuto fino al momento della sua nomina a ministro della Cultura nell’ottobre del 2022. Ha sempre avuto un rapporto di stima personale con Meloni, rimasto integro nonostante le molte gaffe accumulate durante il suo mandato: durante la premiazione del Premio Strega nel luglio del 2023, quando confuse Londra con New York nell’aprile del 2024, durante un festival letterario a Taormina nel luglio 2024, e vari altri casi. Era stata piuttosto clamorosa anche la lunga polemica tra Sangiuliano e Vittorio Sgarbi, suo sottosegretario, che si era poi dimesso.