L’esercito israeliano ha lasciato Jenin
Ma l’operazione militare è ancora in corso nel resto della Cisgiordania, dopo più di 10 giorni
Nella notte tra giovedì e venerdì l’esercito israeliano ha lasciato la città palestinese di Jenin, nel nord della Cisgiordania, e il relativo campo profughi. I territori erano stati attaccati a fine agosto, nell’ambito di una delle più estese operazioni militari israeliane in Cisgiordania degli ultimi tempi: centinaia di soldati, sostenuti da elicotteri e droni, erano entrate in tutte le aree della città, nel campo profughi e nelle zone circostanti. L’operazione ha causato la distruzione di diverse infrastrutture ed edifici, l’uccisione di 21 palestinesi e il ferimento di almeno 130, secondo il ministero della Salute palestinese.
Le operazioni militari dell’esercito israeliano sono ancora in corso in altre città della Cisgiordania, tra cui Nablus, nel campo profughi di Balata, a Betlemme, a Hebron e a Ramallah. Venerdì l’esercito israeliano ha ritirato i propri soldati anche da Tulkarem, nell’ovest della Cisgiordania e vicino al confine con Israele, ma ha fatto capire di considerare l’operazione ancora in corso: «Le forze israeliane stanno continuando ad agire per raggiungere gli obiettivi dell’operazione antiterrorismo».
Dopo l’invasione della Striscia di Gaza e i successivi bombardamenti nella guerra contro Hamas, iniziata lo scorso 7 ottobre, l’esercito israeliano ha condotto varie operazioni in città e campi profughi della Cisgiordania, compiendo violenze e uccidendo decine di palestinesi, ogni volta sostenendo di dare la caccia a miliziani di Hamas.
Israele ha motivato così anche l’operazione iniziata nella notte tra il 27 e il 28 agosto: ha detto di voler colpire miliziani coinvolti in attacchi contro civili israeliani. In una dichiarazione riferita all’operazione a Jenin, l’esercito ha detto di aver ucciso 14 «terroristi», di aver arrestato una trentina di persone sospettate di esserlo e di aver distrutto circa trenta esplosivi, un deposito di armi nascosto sotto una moschea e un laboratorio per produrre esplosivi.
La Cisgiordania comprende territori che secondo la gran parte della comunità internazionale appartengono ai palestinesi. Al suo interno si trovano numerosi posti di blocco dell’esercito israeliano, oltre alle colonie, cioè gli insediamenti israeliani che gran parte delle organizzazioni internazionali e degli esperti di diritto considera illegali.