La decisione sulla condanna di Donald Trump è stata rimandata a dopo le elezioni
Quella del processo penale sul caso Stormy Daniels: è un'altra vittoria giudiziaria per il candidato Repubblicano
Il giudice di New York Juan M. Merchan ha rimandato l’annuncio della condanna per l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump al prossimo 26 novembre, quindi dopo le elezioni presidenziali del 5 novembre. La condanna fa riferimento al processo penale sul caso Stormy Daniels, nel quale lo scorso maggio Trump è stato ritenuto colpevole di 34 capi d’accusa: negli Stati Uniti un imputato viene giudicato colpevole o innocente da una giuria, e solo in seguito il giudice stabilisce l’eventuale condanna.
Inizialmente questa avrebbe dovuto essere comunicata l’11 luglio, ma la data era già stata posticipata al 18 settembre. Ora è stata nuovamente rimandata. Merchan ha giustificato la sua decisione dicendo che è servita a «evitare ogni parvenza, seppure ingiustificata, che il processo sia influenzato o cerchi di influenzare le imminenti elezioni presidenziali». Trump è candidato alle elezioni con il Partito Repubblicano, e il giudizio di colpevolezza non lo ha obbligato a ritirarsi.
Era accusato di aver falsificato documenti contabili della campagna elettorale del 2016 per nascondere l’esistenza di alcuni pagamenti fatti all’attrice di film porno Stormy Daniels per comprare il suo silenzio su una relazione sessuale avvenuta tra i due dieci anni prima. La pena massima prevista è di 4 anni di carcere: una condanna detentiva è possibile, ma non è né scontata né più probabile rispetto ad altri tipi di pena, come la libertà vigilata, la libertà condizionale o l’affidamento ai servizi sociali). Trump è stato il primo presidente o ex presidente degli Stati Uniti a essere ritenuto colpevole in un processo penale.
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Quello sulla rendicontazione dei pagamenti fatti all’attrice Stormy Daniels è solo uno dei tre processi penali nei quali è coinvolto Trump: presso altri tribunali è accusato di aver cercato di sovvertire l’esito delle elezioni presidenziali del 2020, che perse contro l’attuale presidente Joe Biden, e di aver tentato di cambiare i risultati ufficiali delle elezioni presidenziali nello stato della Georgia, sempre con l’obiettivo di ribaltarne il risultato generale.
Il rinvio della condanna segna un’altra vittoria giudiziaria per Trump. Lo scorso luglio un giudice federale aveva disposto l’archiviazione del processo penale in cui l’ex presidente era accusato di aver conservato alcuni documenti governativi riservati nella propria villa di Mar-a-Lago, in Florida. Sempre a luglio inoltre un’importante sentenza della Corte Suprema statunitense aveva stabilito che tutti i presidenti o ex presidenti hanno diritto a una parziale immunità e non possono essere processati per i loro atti ufficiali. In seguito alla decisione, pochi giorni fa il procuratore Jack Smith ha modificato le accuse contro Trump nel processo in cui è coinvolto per il suo ruolo nell’assalto al Congresso, in modo da renderle ancora valide. Il caso deve però ancora essere esaminato.