La leggenda metropolitana dell’ananas nel carrello del supermercato per rimorchiare
Esiste da molto tempo a Milano, e nelle ultime settimane si è diffusa anche in Spagna, dove ha creato addirittura qualche problema di ordine pubblico
Un video su TikTok diventato un tormentone in Spagna a proposito della possibilità che andando la sera al supermercato si possa facilmente rimorchiare, specialmente se si mette nel carrello un ananas a testa in giù, ha attirato l’attenzione della stampa internazionale, e ha suscitato una certa sorpresa tra i milanesi che conoscono questa specie di leggenda metropolitana da tempo, riferita a un punto vendita di Esselunga in particolare.
Il tutto è partito da un video umoristico dell’attrice e comica di Malaga Vivy Lin, che lo scorso 20 agosto era andata in un supermercato Mercadona – una delle catene più note del paese – con la collega Carla Alarcón Román per verificare quello che aveva detto una concorrente di un programma tv nel 2017: che al Mercadona tra le 19 e le 20 si poteva rimorchiare. Con la diffusione del video di Lin, altre persone in Spagna hanno riproposto la questione dell’ananas, un dettaglio che evidentemente per qualche motivo esiste nelle credenze popolari anche là.
«Si direbbe che tutti siano qui per la stessa cosa», dice Lin nel video, notando che alcune persone sembrano girare a zonzo senza curarsi troppo della merce in vendita, presumibilmente proprio per trovare qualcuno con cui flirtare. Nel giro di pochi giorni il suo video è diventato virale, e tra Instagram e TikTok sono comparse centinaia di ragazze e ragazzi che vanno al Mercadona e mettono un ananas a testa in giù nel carrello per vedere cosa succede. Parlando con ABC Lin ha ipotizzato che la sezione in cui si rimorchia di più sia quella dei surgelati, perché a suo dire è scegliendo una pizza o una confezione di pesce che si possono trovare relazioni più stabili: il vino invece rischia di far dimenticare in fretta una persona appena conosciuta.
Come spesso accade con contenuti virali come questo, anche quello di mettere un ananas nel carrello della spesa per provare a conoscere qualcuno è un gesto che per la sua stramberia viene interpretato e replicato principalmente per la gag. Ma questa specie di meme sembra avere attirato l’attenzione delle persone più giovani come reazione, ha ipotizzato qualcuno, alla crescente stanchezza per i meccanismi freddi e asettici delle app di appuntamenti.
La responsabile di un Mercadona di Madrid intervistata a fine agosto dal Confidencial sosteneva che nessuno dei clienti fosse lì esplicitamente per rimorchiare, cosa che aveva definito «una stronzata incredibile». Una commessa dello stesso negozio tuttavia aveva detto che «lì erano tutti ossessionati» dal tormentone nato su TikTok, che quasi tutti i clienti intervistati dal giornale conoscevano.
Mercadona, sentita dai giornali spagnoli, ha spiegato di non aver niente a che fare con questa moda, che in Spagna si è diffusa spontaneamente grazie ai social e di recente è stata raccontata anche da giornali inglesi, statunitensi e italiani, tra gli altri. Al tempo stesso ha creato qualche inconveniente: in un punto vendita di Madrid sono stati segnalati gruppi di adolescenti che giocavano a spintonare i loro carrelli senza poi comprare niente, mentre in uno di Bilbao si era creata talmente tanta confusione che era stata chiamata la polizia. Un video condiviso sempre su TikTok mostra l’addetto di un supermercato spostare delle casse di ananas in un magazzino poco prima delle 19: secondo chi lo ha girato, per evitare il caos legato al fenomeno.
Che mettere un ananas in un carrello possa servire a rimorchiare è una storia che gira appunto da tempo a Milano, e si riferisce in particolare al supermercato Esselunga di viale Papiniano, nella zona sud-ovest della città. Nel 1994 Il Corriere della Sera pubblicò un articolo intitolato “Una leggenda metropolitana. Si rimorchia in un supermarket”, in cui si spiegava come già allora quel negozio fosse considerato «la casa dei single».
Tra le varie testimonianze citate nell’articolo c’era quella di un impiegato 32enne chiamato Francesco che diceva di andare a farci la spesa tutti i giorni. In una città come Milano in cui «i ragazzini non trovano di meglio che vedersi davanti ai Burghy [un fast food su modello americano poi comprato da McDonald’s, ndr], bisogna aguzzare l’ingegno se hai superato i venticinque anni e vivi da solo», diceva Francesco. Sempre secondo lui «per intenerire ci voleva un’aria affranta al reparto surgelati», mentre per incuriosire serviva «lo sguardo esperto davanti allo scaffale dei liquori». Comunque fino a quel momento non era andato oltre a qualche chiacchierata.
A ogni modo l’Esselunga di viale Papiniano ha continuato a mantenere la reputazione di supermercato dove le persone si possono incontrare e magari cominciare una relazione con qualcuno, in particolare se si mostra un ananas sul ripiano del carrello. Nel 2016 ci venne anche organizzato un raduno di single a cui partecipò un centinaio di persone.
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Non si sa esattamente come mai proprio l’ananas sia collegato a questa usanza, ma oltre che come segnale per le persone single viene usato anche dalle coppie scambiste, cioè quelle che hanno relazioni sessuali con persone di altre coppie.
Anche in questo caso infatti un ananas messo a testa in giù è un segnale per riconoscersi e indicare la propria disponibilità a pratiche scambiste, per esempio nei villaggi turistici o sulle crociere: un ananas messo fuori dalla porta di una casa o di una stanza indica che all’interno è in corso una pratica di quel tipo, mentre su un’app di appuntamenti come Feeld, che è incentrata sull’esplorazione di tipi di relazioni ed esperienze sessuali non tradizionali, capita che le persone scambiste si identifichino con le emoji di questo frutto. L’ananas è un simbolo ricorrente anche nei contenuti rivolti allo scambismo sia su Instagram che su TikTok.
Prima di diventare un codice segreto per trovare partner, comunque, era stato a lungo un simbolo di opulenza e prestigio.
L’ananas è originario del Sud America e in base ai documenti arrivati fin qui il primo fu portato in Europa nel 1496 da Cristoforo Colombo durante il suo secondo viaggio nei Caraibi. Tra il Cinquecento e l’Ottocento la sua dolcezza, il suo aspetto spettacolare ma soprattutto la sua rarità lo resero uno status symbol nelle famiglie aristocratiche europee. Quella che il sito gastronomico Eater ha descritto come «l’ossessione degli europei per l’ananas» cominciò a scemare attorno al 1820, man mano che le importazioni in Europa si fecero più frequenti, i prezzi più abbordabili e i metodi per conservare il cibo a lungo più efficaci. Il frutto perse così la sua connotazione di prestigio, ma restò un simbolo di accoglienza e ospitalità.
È difficile stabilire con esattezza come l’ananas sia passato da simbolo di opulenza a segnale per single o coppie scambiste. Come spiega la rivista di tecnologia Fast Company, una delle ipotesi è che l’ananas venisse servito per accogliere le persone straniere alle Hawaii, dove cominciò a essere coltivato nell’Ottocento. Già nel 1629 il botanico inglese John Parkinson scriveva che il frutto proibito del giardino dell’Eden era proprio un ananas, che in diverse culture rappresenta anche la condivisione: questo, nota Men’s Health, potrebbe renderlo un richiamo piuttosto diretto allo scambismo.
L’espressione “ananas a testa in giù” invece si diffuse in particolare negli anni Novanta: fu citata per la prima volta nel popolare vocabolario online di slang e neologismi in inglese Urban Dictionary nel 2006 e descritta in una pagina dedicata aperta nel 2017. Più di recente, la curiosità verso l’espressione e quindi verso l’usanza di impiegarlo per provare a rimorchiare si è ingigantita grazie a social network e a forum come Reddit.
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