A Trinidad e Tobago si discute delle tre Caravelle nel simbolo nazionale
Le isole su cui approdò Colombo nel suo terzo viaggio in America vogliono sostituirle con un tamburo tipico locale
A Trinidad e Tobago, un piccolo paese caraibico che si trova nell’oceano Atlantico, di fronte alle coste del Venezuela, stanno decidendo se eliminare dal proprio stemma nazionale tre navi comunemente associate alla Nina, la Pinta e la Santa Maria, ovvero quelle con le quali Cristoforo Colombo arrivò in America nel 1492.
Lo stemma di Trinidad e Tobago fu disegnato nel 1962, quando il paese ottenne l’indipendenza dal Regno Unito (prima ancora era stato una colonia spagnola), e include le caravelle in quanto considerate da sempre un simbolo della storia delle isole. Il sito del governo specifica anche che le tre navi rappresentano una “Trinità”: la «scoperta» delle isole da parte di Colombo, il mare «che ha unito i nostri popoli» e il commercio e il benessere della nazione.
Tuttavia lo scorso 18 agosto il primo ministro di Trinidad e Tobago, Keith Rowley, aveva detto di voler sostituire la rappresentazione delle tre caravelle con quella della “steelpan”, un tipo di tamburo in acciaio tipico della musica popolare locale, che a luglio il governo aveva peraltro dichiarato strumento nazionale. «Sin dalla sua nascita lo steelpan è stato oggetto di razzismo e classismo da parte della società in generale, della chiesa e di diversi rappresentanti del governo dell’epoca» aveva detto Rowley durante la convention del suo partito, il Movimento nazionale del popolo.
Alcuni abitanti delle isole però hanno espresso delle perplessità. Mercoledì scorso si è tenuta nella capitale Port of Spain una riunione di cittadini, in cui ciascuno ha potuto dire la propria e ascoltare le opinioni altrui. Un cittadino, identificato con il solo nome di Roberto, ha riferito per esempio al Guardian di temere che la rimozione delle caravelle dallo stemma di Trinidad e Tobago possa indebolire l’identità storica del suo paese per le generazioni a venire: «se rimuovono quel pezzo di storia, chi insegnerà ai miei figli e ai miei nipoti la loro storia?».
Altri invece hanno messo in dubbio, più che la rimozione delle caravelle, la scelta dello steelpan. Dal momento che si ritiene sia stato inventato in epoca moderna (nel 1939, durante la dominazione britannica), alcuni pensano che non sarebbe rappresentativo delle popolazioni native che abitavano sulle isole da prima dell’arrivo degli europei.
Esiste però anche un tema che riguarda l’effettiva accuratezza della storia che a lungo è stata raccontata sull’arrivo di Colombo sull’isola di Trinidad. È cosa nota e comunemente accettata che l’esploratore sia arrivato qui nel 1498, ovvero durante il suo terzo viaggio verso il continente americano, che però non avvenne a bordo delle tre caravelle con cui attraversò l’Atlantico la prima volta. Diverse pubblicazioni sulla storia delle isole di Trinidad e Tobago e della vita di Colombo parlano di tre navi diverse, chiamate Vaquenos, la Correo e la Nao. A lungo, insomma, il simbolo di Trinidad e Tobago è stato associato alle navi sbagliate, nei testi scolastici, nei materiali informativi turistici e sui siti ufficiali del governo.
La discussione in corso a Trinidad e Tobago è simile a quelle che da anni sono portate avanti nella maggior parte dei paesi e dei territori che tra il Seicento e l’Ottocento furono oggetto della colonizzazione europea. Da tempo nel paese si discute anche di rimuovere la statua di Colombo da una piazza della capitale, che era stata donata alla città da Hypolite Borde, un proprietario di piantagioni di cacao. Nel 2020, quando i movimenti globali per la decolonizzazione guadagnarono una rinnovata centralità in seguito alle proteste antirazziste seguite all’omicidio di George Floyd a Minneapolis, un gruppo di rappresentanti della popolazione indigena dei warao e alcuni attivisti di un movimento per la decolonizzazione avevano presentato una petizione con migliaia di firme per rimuovere la statua, che però si trova ancora lì.
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