Gli Stati Uniti riprovano a bloccare la disinformazione russa sulle elezioni presidenziali
Con indagini, sanzioni e altre misure contro persone e società accusate di voler favorire Donald Trump, come già successo nel 2016 e nel 2020
Il governo degli Stati Uniti ha accusato la Russia di aver cercato di interferire nelle elezioni presidenziali in programma per il prossimo 5 novembre attraverso una grande campagna di disinformazione per favorire il candidato Repubblicano Donald Trump, che rispetto alla candidata Democratica Kamala Harris è più scettico sul sostegno all’Ucraina invasa dalla Russia.
Mercoledì i dipartimenti di Giustizia, di Stato e del Tesoro hanno annunciato azioni coordinate per contrastare le presunte operazioni di interferenza della Russia. Tra le altre cose, il procuratore generale Merrick Garland ha accusato due dipendenti dell’emittente di stato russa RT, precedentemente nota come Russia Today, di aver pagato 10 milioni di dollari a un’azienda del Tennessee per creare e pubblicare sui social media video in lingua inglese con messaggi a favore degli interessi del governo russo, e in particolare sulla guerra in Ucraina.
I due dipendenti, Kostiantyn Kalashnikov ed Elena Afanasyeva, sono accusati dalla giustizia statunitense di cospirazione finalizzata al riciclaggio di denaro e di violazione del Foreign Agents Registration Act, una legge statunitense che impone a tutte le persone che rappresentano interessi stranieri nel paese di identificarsi. La direttrice di RT, Margarita Simonyan, è stata sottoposta a sanzioni.
Secondo le autorità statunitensi la società del Tennessee pagata da RT ha pubblicato quasi 2mila video, che hanno ottenuto più di 16 milioni di visualizzazioni solo su YouTube. Dell’azienda non è stato detto il nome, ma in base alle informazioni contenute nei documenti del dipartimento di Giustizia è possibile che si tratti di Tenet Media, una società che diffonde video e altri contenuti di orientamento conservatore a sostegno di Trump. Secondo le accuse, l’azienda in questione non avrebbe rivelato di essere stata finanziata da RT.
Gli Stati Uniti hanno anche annunciato sanzioni contro diverse persone ed enti russi. Tra questi c’è la ong ANO Dialog, che secondo le autorità statunitensi avrebbe legami con il Doppelgänger network, un’estesa campagna di disinformazione che si basa sulla replica di siti di news e pagine istituzionali per fare propaganda contro l’Ucraina e a favore della Russia. Sono inoltre stati confiscati 32 domini internet che erano usati dalla Russia per diffondere informazioni false e propagandistiche contro l’Ucraina: anche questi assomigliavano molto a siti di notizie autorevoli, ma pubblicavano informazioni false o fuorvianti attribuite a persone statunitensi.
Il dipartimento di Giustizia ha inoltre detto di voler designare cinque media russi (RT, Sputnik, Ruptly, RIA Novosti e TV-Novosti) come legati a governi stranieri e di voler quindi restringere la concessione dei visti per i loro dipendenti. Il procuratore Garland ha detto che le indagini non si sono esaurite con le accuse annunciate mercoledì.
La Russia era già stata accusata di aver provato a interferire nelle elezioni presidenziali del 2016, vinte da Donald Trump contro Hillary Clinton, con un’ampia campagna di disinformazione a favore di Trump condotta dalla Internet Research Agency (IRA). La compagnia, con sede a San Pietroburgo, sfruttava il lavoro di centinaia di dipendenti per creare account di Twitter e Facebook con i quali far circolare notizie false e per organizzare eventi e manifestazioni. L’IRA aveva provato a interferire nelle elezioni presidenziali anche nel 2020, sempre per favorire Trump (che poi perse contro Joe Biden).
Le interferenze russe nelle ultime elezioni sono state oggetto di estese indagini, e anche per questo oggi le autorità statunitensi pongono particolare attenzione ai tentativi di governi o società straniere di influenzare la politica nazionale. A inizio agosto la vice procuratrice generale Lisa Monaco aveva detto che la Russia rimane la principale minaccia straniera all’integrità delle prossime elezioni presidenziali, ma anche altri paesi potrebbero provare a pilotarne il risultato. Poche settimane fa il comitato elettorale di Trump aveva subito un attacco informatico da parte dell’Iran: diversi giornali statunitensi avevano ricevuto messaggi privati e informazioni riservate relativi alla campagna elettorale Repubblicana, ma hanno deciso di non pubblicarle.
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