Il piano dei Laburisti per riformare la Camera dei Lord, davvero
Il governo britannico ha proposto di abolire gli ultimi membri ereditari dell’istituzione, che appartengono alla nobiltà del Regno Unito
Giovedì il governo britannico presenterà alla Camera dei Comuni, la camera bassa del parlamento, un disegno di legge per abolire i 92 “membri ereditari” (su 805) della Camera dei Lord, la camera alta. È il primo tentativo di riformare davvero questa istituzione da quando, nel 1999, sempre i Laburisti ridussero considerevolmente il numero di questi membri per nascita, che appartengono alle storiche grandi famiglie aristocratiche del Regno Unito. Da allora quasi tutti i governi hanno parlato di nuove riforme in merito, ma il primo ministro Keir Starmer è il primo a provarci seriamente.
Nel corso degli anni il potere della Camera dei Lord si è molto ridimensionato. Ha un ruolo di supervisione sulle leggi già passate alla Camera dei Comuni: può proporre emendamenti, ma non può bloccarle. Di fatto un voto contrario dei Lord può solo rinviare l’approvazione definitiva di una legge, al massimo per un anno, ma non per le leggi di bilancio né per quelle che facevano parte del programma elettorale. Questo “veto sospensivo”, chiamato così perché non è un veto assoluto, è stato esercitato assai raramente: solo quattro volte dal 1949.
Fino al 1999 i membri ereditari erano più di settecento su 1.330. I 92 posti conservati da allora – al momento sono 91 perché uno è vacante – vennero intesi come parte di una fase di transizione prima di ulteriori riforme, che però non ci sono più state. Rimasero solo i Lord “a vita”, introdotti dopo il 1958: vengono nominati dal primo ministro (con l’approvazione del re) tra gli esponenti più autorevoli dei partiti politici, di solito a fine carriera e su indicazione di questi; o tra i cittadini con particolari meriti artistici, culturali, sportivi o scientifici. A differenza che per i nobili, il titolo dei Lord a vita non viene trasferito agli eredi.
I membri della Camera dei Lord possono avere un’affiliazione politica, oppure essere Non affiliati, o Indipendenti: questi ultimi sono chiamati Crossbenchers, perché i loro banchi sono a metà strada tra quelli di Laburisti e Conservatori. La differenza tra Crossbenchers e Non affiliati è minima, ma dei primi (che sono 183) fanno parte soprattutto persone nominate per la loro esperienza professionale, per esempio giuriste e giuristi, docenti universitari, da cui ci si aspetta una revisione imparziale delle proposte di legge, slegata da logiche di partito. Il loro numero consistente – Non affiliati e Crossbenchers sono più dei Lord Laburisti – fa sì che siano decisivi nelle votazioni.
Anche i membri ereditari possono essere espressione di un partito: in questo caso, quando si ritirano o muoiono, gli altri membri ereditari votano chi li sostituirà. Quasi metà dei membri ereditari è affiliata ai Conservatori; quelli dei Laburisti sono solo 4. Il centrosinistra ha sempre considerato anacronistica la presenza di membri ereditari in parlamento: la loro abolizione era citata sia nel programma dei Laburisti sia nel King’s Speech dello scorso 17 luglio (il discorso che definisce le priorità del governo per l’inizio della legislatura), con l’obiettivo di rendere la camera alta più rappresentativa della società britannica. Attualmente l’età media dei Lord è di 71 anni; il 71 per cento di loro è maschio e solo il 6 per cento di loro appartiene o discende da una minoranza etnica.
I Laburisti hanno una maggioranza netta alla Camera dei Comuni, dove hanno 404 deputati su 650. Dopo la presentazione in prima lettura di giovedì, un passaggio senza dibattito né voto, la riforma verrà discussa in aula e in commissione: il governo conta di ottenerne l’approvazione prima della fine dell’anno. Poi passerà alla Camera dei Lord, dove ci si aspetta venga dibattuta parecchio. L’approvazione definitiva dovrebbe avvenire l’anno prossimo.
Il programma dei Laburisti prevedeva anche una seconda fase di riforme, in cui fissare un’età massima di 80 anni per i Lord e la sostituzione della camera alta con una nuova, interamente elettiva. Il primo aspetto sarà più facile da realizzare: viene motivato non tanto con l’età in sé (come aveva chiarito Starmer quando gli avevano chiesto se Joe Biden dovesse ritirarsi), quanto con la necessità di sfoltire il numero dei Lord, equiparandolo a quello dei deputati. Sul secondo punto i Laburisti si sono tenuti vaghi, anche perché è quello su cui hanno fallito i governi precedenti, nel 2003 e nel 2012.
«Il principio ereditario nel processo legislativo è durato troppo a lungo ed è fuori dal tempo rispetto al Regno Unito moderno», ha detto Nick Thomas-Symonds, il sottosegretario per gli Affari costituzionali: «La seconda camera ha un ruolo fondamentale nella nostra costituzione e le persone non dovrebbero poter votare le nostre leggi in parlamento per un fatto di nascita». Per dare un’idea della cosa, il giornale scozzese The National ha scritto: «Tra gli attuali membri ereditari della Camera dei Lord ci sono Lord Attlee, nipote del primo ministro dei Laburisti Clement Attlee, e il duca di Wellington, il cui bis-bis-bisnonno sconfisse Napoleone a Waterloo nel 1815».
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