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  • Giovedì 5 settembre 2024

A Gaza la vaccinazione di massa per la poliomielite sta andando meglio del previsto

Sono stati già vaccinati quasi 190mila bambini su 640mila, in soli tre giorni

Un bambino palestinese viene vaccinato per la poliomielite a Deir al-Balah, il primo settembre 2024 (Rizek Abdeljawad/Xinhua/ABACAPRESS.COM)
Un bambino palestinese viene vaccinato per la poliomielite a Deir al-Balah, il primo settembre 2024 (Rizek Abdeljawad/Xinhua/ABACAPRESS.COM)
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Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) ha fatto sapere che la prima fase della campagna di vaccinazione di massa contro la poliomielite in corso nella Striscia di Gaza sta procedendo più velocemente del previsto. La campagna è iniziata domenica per vaccinare circa 640mila bambini: mercoledì ne erano già stati vaccinati 189mila, grazie all’impiego di circa 500 squadre di personale specializzato in tutta la Striscia di Gaza.

Per avviare la campagna, difficile e complicata dal punto di vista logistico, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) aveva raggiunto un accordo con Israele per concedere pause umanitarie dai combattimenti e consentire agli operatori sanitari di somministrare i vaccini in sicurezza: l’UNICEF ha detto che sia Israele che Hamas hanno finora rispettato le pause, consentendo le vaccinazioni.

– Leggi anche: Cosa sappiamo degli ostaggi rapiti da Hamas e ancora a Gaza

L’UNICEF ha definito il modo in cui sta procedendo la campagna di vaccinazione «un raro spiraglio di luce» in quasi un anno di guerra nella Striscia: Philippe Lazzarini, il direttore dell’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di fornire assistenza umanitaria ai profughi palestinesi, ha parlato di «grandi progressi», ricordando al tempo stesso che per assicurare una sufficiente assistenza umanitaria nella Striscia ci vorrebbe un cessate il fuoco, per cui i negoziati continuano a non portare da nessuna parte.

Complessivamente, per la campagna verranno mobilitate oltre 700 squadre di personale specializzato, con circa 2.700 persone. L’OMS ha già inviato nella Striscia oltre 25mila fiale di vaccini, pari a circa 1,6 milioni di dosi. Attualmente sono in corso le vaccinazioni nella parte centrale della Striscia: le prossime fasi dovrebbero riguardare la parte settentrionale e meridionale del territorio.

La poliomielite è una malattia che può provocare forme permanenti di paralisi e nei casi peggiori la morte. Lo scorso luglio l’UNICEF aveva rintracciato il virus nelle fognature e il 23 agosto l’OMS aveva confermato almeno un caso di un bambino rimasto paralizzato dopo aver contratto il virus.

Il virus della poliomielite è stato eradicato a livello mondiale grazie ai vaccini, ma ne esiste ancora una forma il cui virus, che si trasmette generalmente attraverso l’acqua contaminata dalle feci, circolava fino a poco tempo fa solo in Afghanistan e in Pakistan. Nella Striscia di Gaza erano 25 anni che non c’era la poliomielite, ma con la guerra in corso le condizioni igieniche sono peggiorate, con campi profughi sovraffollati, mancanza di acqua pulita e di sistemi efficienti per lo smaltimento di rifiuti e acque reflue.

L’accordo per le pause umanitarie per somministrare i vaccini prevede tregue di 8 ore al giorno dai combattimenti, dalla mattina presto al primo pomeriggio: già nella prima giornata si sono viste file di persone in attesa di ricevere il vaccino.

La campagna sarà complicata e difficile: gran parte delle infrastrutture nella Striscia è distrutta e le famiglie devono percorrere strade dissestate per raggiungere gli ospedali. È possibile anche che debbano passare per strade bloccate: a causa dei molti ordini di evacuazione e delle zone occupate da parte di Israele, sono ormai pochissimi i luoghi in cui i civili possono stare, e spostarsi da una parte all’altra è praticamente impossibile, se non passando per zone poco sicure.

La campagna vaccinale inoltre è un rischio anche per gli oltre 2mila operatori che somministrano i vaccini negli ospedali, nei rifugi e negli ambulatori mobili, visto che finora ci sono stati diversi attacchi contro gli operatori umanitari.