L’esponente della ’ndrangheta Antonio Bellocco è stato ucciso da un capo ultras dell’Inter vicino a Milano

I carabinieri fuori dalla palestra “Testudo” di Via Besozzi, a Cernusco sul Naviglio (Stefano Porta/LaPresse)
I carabinieri fuori dalla palestra “Testudo” di Via Besozzi, a Cernusco sul Naviglio (Stefano Porta/LaPresse)

Mercoledì mattina Antonio Bellocco, membro di una delle più potenti cosche della ’ndrangheta in Italia e del tifo organizzato dell’Inter, è stato ucciso da un capo ultras dell’Inter, Andrea Beretta, durante una lite a Cernusco sul Naviglio, vicino a Milano. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri di Pioltello, i due si trovavano a bordo di un’auto parcheggiata quando Bellocco avrebbe sparato con la pistola a Beretta, che avrebbe reagito accoltellandolo alla gola.

Beretta è stato ferito all’anca: è stato arrestato e portato all’ospedale San Raffaele di Milano, in codice giallo. Bellocco era a sua volta un capo della Curva Nord dell’Inter, ma sempre secondo le prime indagini dei carabinieri la lite non sarebbe avvenuta per ragioni legate al tifo organizzato. L’omicidio è avvenuto poco prima delle 11 di mattina nei pressi di una palestra di via Besozzi, la “Testudo”, frequentata dagli ultras interisti e anche da esponenti di CasaPound. Bellocco era un capo riconosciuto della cosca omonima, nata a Rosarno in Calabria ma da tempo radicata anche nel Nord Italia.