Bebe Vio ha vinto la medaglia di bronzo nel fioretto individuale
La più famosa degli atleti paralimpici italiani è arrivata terza, mentre Matteo Betti ha vinto l'argento
Mercoledì sera l’atleta paralimpica Bebe (Beatrice) Vio Grandis ha vinto la medaglia di bronzo nel fioretto individuale nella categoria B contro l’atleta sudcoreana Eun Hye Cho. È stata una finale piuttosto sbilanciata, in cui Vio ha gareggiato quasi sempre in attacco e con una certa irruenza, vincendo infatti 15 a 2.
Vio è alla sua terza Paralimpiade, è l’atleta paralimpica più famosa in Italia e una delle più famose al mondo. Sia a Rio de Janeiro 2016 che a Tokyo 2020 aveva vinto l’oro nel fioretto individuale, e rispettivamente il bronzo e l’argento in quello a squadre. È anche la campionessa mondiale, avendo vinto l’oro a Terni nel 2023. «Non è l’oro che si aspettavano tutti, ma io sono felicissima», ha detto nell’intervista dopo la vittoria.
Nella giornata di mercoledì aveva vinto ai quarti di finale contro l’ucraina Nadiia Doloh e aveva perso in semifinale contro la cinese Rong Xiao. Si era poi qualificata per la finale per il bronzo vincendo ai ripescaggi contro la cinese Kang Su.
Sempre mercoledì sera, l’Italia ha vinto un’altra medaglia nel fioretto: l’argento di Matteo Betti. Betti ha 38 anni ed è alla sua quinta partecipazione paralimpica: a Londra nel 2012 aveva vinto il bronzo nella spada individuale, la sua altra specialità.
Le gare di scherma in carrozzina sono iniziate martedì con i tornei singolari di sciabola, dove l’Italia ha vinto un bronzo con Edoardo Giordan, e sono andate avanti mercoledì con il fioretto. Le competizioni di fioretto a squadre invece sono previste nei prossimi giorni.
Le regole della scherma in carrozzina sono in gran parte le stesse della scherma olimpica, con la differenza più evidente che sta ovviamente nel fatto che atlete e atleti sono seduti su una carrozzina: questa è fissata a terra in modo che non si muova ed è ruotata di 110° rispetto alla direzione della pedana. La distanza tra gli schermidori viene stabilita di volta in volta in modo che quello con il braccio più corto possa arrivare a toccare l’altro con l’arma.
Sono ammesse atlete e atleti che hanno subito lesioni al midollo spinale, con amputazioni alle gambe, con una paralisi cerebrale o in generale con una disabilità che richieda l’uso della carrozzina. Ci sono due categorie, A e B (quella di Bebe Vio): la prima per atleti con una disabilità almeno a una gamba, ma che hanno una buona mobilità del tronco e possono quindi muoversi avanti e indietro per schivare i colpi; la seconda per chi ha disabilità che non permettono movimenti del tronco e che influenzano in parte anche l’uso del braccio armato. È vietato stare piegati all’indietro per schivare i colpi per più di 15 secondi e una parte del corpo deve sempre restare a contatto con la carrozzina (due regole che si riferiscono perlopiù agli atleti di categoria A). Per il resto, le regole sull’uso delle armi sono quasi del tutto le stesse valide anche alle Olimpiadi.