Il viaggio più lungo del papato di Francesco, nel Sud Est asiatico
A 87 anni il papa visiterà l'Indonesia, la Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore, per parlare tra le altre cose di dialogo tra cristianesimo e Islam
Martedì mattina papa Francesco è atterrato a Giacarta, capitale dell’Indonesia. A 87 anni il papa sta affrontando la prima tappa di un ambizioso viaggio in quattro nazioni tra Asia e Oceania, finora il più lungo del suo papato. Oltre all’Indonesia, nei prossimi 12 giorni Francesco andrà anche in Papua Nuova Guinea, a Timor Est e a Singapore. Non è un viaggio come un altro, e non solo perché è così lungo: nei sedici discorsi in programma affronterà diversi temi importanti che riguardano principalmente il dialogo tra il cristianesimo e l’Islam.
L’Indonesia è il paese con più persone musulmane al mondo: circa otto milioni, meno del 3 per cento della popolazione, sono cattoliche, mentre circa l’87 per cento, ovvero 242 milioni di persone, è musulmano. Tra le religioni riconosciute ci sono anche il protestantesimo, il buddismo, l’induismo e il confucianesimo.
Giovedì mattina Francesco percorrerà il tunnel che collega la cattedrale di Santa Maria Assunta, a Giacarta, alla moschea Istiqlal, la più grande del Sud Est asiatico. Il tunnel dell’amicizia – così viene chiamato – è lungo poche decine di metri e passa sotto la piazza Merdeka: è stato voluto dalla Nahdlatul Ulama, la più importante organizzazione islamica locale, e dall’attuale presidente indonesiano Joko Widodo. Dopo aver raggiunto la moschea dal tunnel, Papa Francesco firmerà una dichiarazione congiunta con l’imam Nasaruddin Umar.
Il dialogo tra le religioni e in particolare con l’islam è il tema più importante di questo viaggio, anche se non l’unico: Francesco parlerà anche di cambiamenti climatici e di innalzamento degli oceani, del progresso economico, della necessità di aiutare le popolazioni più povere, dell’accoglienza dei migranti e dei casi di pedofilia nella Chiesa. Inoltre, come scrive il vaticanista del Corriere della Sera Gian Guido Vecchi, il viaggio nel Sud Est asiatico ha anche uno scopo collaterale ma non meno importante: «in un viaggio che si conclude a Singapore, dove tre quarti della popolazione è di etnia cinese, al fondo di tutto c’è il grande sogno di Bergoglio [Francesco], visitare la Cina». Vecchi scrive che a ottobre sarà prorogato per la terza volta l’accordo provvisorio iniziato del 2018 per permettere la nomina di vescovi cinesi, un modo per acquisire una presenza nel paese e ricostruire così i rapporti diplomatici interrotti nel 1951.
Lunedì 9 e martedì 10 settembre Francesco sarà a Timor Est, un paese a maggioranza cattolica, dove negli ultimi anni la Chiesa ha dovuto affrontare uno scandalo: il vescovo Filipe Ximenes Belo, premio Nobel per la pace nel 1996, è stato accusato di pedofilia per abusi commessi negli anni Novanta. Nel 2020 è stato condannato a una serie di restrizioni dall’ex Sant’Uffizio e ora vive in Portogallo. A Singapore, uno dei paesi più ricchi e industrializzati del Sud Est asiatico, Francesco tornerà sul tema dell’economia “che uccide”, già affrontato lo scorso anno durante un incontro con giovani economisti e imprenditori.
Il viaggio in Asia e Oceania era previsto nel 2020: fu rimandato a causa dell’epidemia da coronavirus. È considerato il completamento di altri viaggi già fatti in passato in Corea, Sri Lanka, Filippine, Myanmar, Bangladesh, Thailandia, Giappone, Kazakistan e Mongolia. Per Francesco – che non viaggia dal settembre del 2023, quando visitò Marsiglia, in Francia – sarà un viaggio impegnativo. Da poco più di due anni usa abitualmente una sedia a rotelle per muoversi e nel 2023 è stato sottoposto a un intervento chirurgico per un’ernia. Soffre anche di problemi respiratori. Sarà assistito dal suo medico personale e da due infermieri.