Abdul Rahman al Milad detto "Bija"

A Tripoli è stato ucciso il trafficante di esseri umani noto come “Bija”

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Domenica in Libia è stato ucciso Abdul Rahman al Milad, un criminale sottoposto a sanzioni dall’ONU e dall’Unione Europea e capo di un esteso gruppo attivo nel traffico di esseri umani. Al Milad era conosciuto anche con il nome di “Bija”, e nel 2019 era stato al centro di un’inchiesta di Avvenire che raccontava un fatto di due anni prima, cioè di un presunto incontro tra Bija e alcuni rappresentanti del governo italiano in provincia di Catania.

Il primo ministro del governo che controlla la Libia occidentale, Abdulhamid Dbeibah, ha ordinato al ministero dell’Interno di avviare un’indagine sull’omicidio. Secondo due funzionari anonimi citati da Associated Press, al Milad sarebbe stato colpito da diversi spari mentre si trovava nella sua auto a Tripoli. Gli autori dell’omicidio non sono noti e nessun gruppo ha rivendicato l’uccisione.

La Libia è uno dei principali paesi da cui partono migranti che attraversano il Mediterraneo per arrivare in Europa, anche a causa dei disordini causati da una lunghissima guerra civile. Al Milad faceva parte della cosiddetta Guardia costiera libica, in realtà un insieme di milizie armate finanziate e addestrate dall’Italia e dall’Unione Europea per fermare con la violenza le partenze dei migranti. Nel 2020 era stato arrestato dal governo libico per il suo coinvolgimento nel traffico di esseri umani. Il suo arresto aveva provocato diverse proteste e minacce di ritorsioni da parte delle milizie della sua città, Zawiya, nell’ovest del paese, ed era stato liberato sei mesi dopo.

Anche un’indagine delle Nazioni Unite e diverse inchieste giornalistiche avevano documentato la sua collaborazione con i trafficanti e le violenze compiute contro i migranti. Bija era accusato di gestire i centri di detenzione per i migranti a Zawiya, dove ancora oggi vengono compiute sistematiche violazioni dei diritti umani: fra le altre cose avrebbe sparato e fatto affondare diverse barche di migranti, causando l’annegamento di decine di persone.

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