AfD è andata benissimo in Sassonia e Turingia, e adesso?
L’estrema destra non esprimerà il governo locale perché nessuno si vuole alleare con lei, ma con un terzo dei seggi nei parlamenti statali può complicare le cose
Domenica il partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland (AfD) ha vinto per la prima volta le elezioni statali in Turingia e ha ottenuto un ottimo risultato in Sassonia, dove è arrivato di poco secondo dietro l’Unione Cristiano-Democratica (CDU) di centrodestra. È inverosimile che AfD riesca a esprimere il governo di questi stati, perché nessun altro partito è disposto ad allearsi con lei: in entrambi la CDU proverà a costruire una coalizione, anche se non sarà semplicissimo. L’estrema destra controllerà però un terzo dei seggi nel parlamento della Turingia e quasi un terzo in quello della Sassonia: significa che sarà molto influente e la cosa le darà modo di complicare parecchio la vita agli altri partiti.
Lunedì il cancelliere Olaf Scholz ha definito «preoccupanti» i risultati. «Il nostro paese non può e non deve abituarsi a questo. AfD sta danneggiando la Germania: sta indebolendo l’economia, dividendo la società e rovinando la reputazione del paese», ha detto Scholz all’agenzia Reuters, chiarendo di parlare in quanto leader dei Socialdemocratici (SPD). Il cancelliere ha invitato i partiti a formare governi senza «gli estremisti di destra» e con ogni probabilità sarà così anche stavolta. Verrà quindi rispettato il “cordone sanitario”, cioè un accordo informale per cui le forze politiche si impegnano a non allearsi con l’estrema destra.
I risultati di domenica sono stati particolarmente negativi per i partiti che sostengono il governo di Scholz. I Liberali (FDP) non hanno superato la soglia di sbarramento del 5 per cento in nessuno dei due stati dove si votava; i Verdi l’hanno superata – di poco – solo in Sassonia (5,1 per cento). In entrambi gli stati i Socialdemocratici hanno ottenuto percentuali inferiori al 10 per cento. Il calo dei partiti di governo rende centrale la CDU, che in Sassonia già governava e in Turingia tornerà con ogni probabilità al governo dopo dieci anni all’opposizione. La principale questione, per il centrodestra, è decidere con chi allearsi a livello locale.
Dal 2014 in Turingia il governatore era Bodo Ramelow, uno degli esponenti più moderati del partito di sinistra Linke, che ha più che dimezzato i suoi consensi. Nella legislatura uscente Ramelow guidava un esecutivo di minoranza con Verdi e Socialdemocratici (SPD) in virtù di un patto con il gruppo parlamentare della CDU. Il candidato governatore della CDU, Mario Voigt, proporrà un’alleanza alla SPD, ma anche così non avrebbe la maggioranza. La CDU dovrà esplorare una collaborazione l’Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW), il partito populista che sarà decisivo anche per la formazione del governo in Sassonia.
Anche in Sassonia Michael Kretschmer, governatore dello stato dal 2017, ha escluso qualsiasi accordo con AfD. Nel parlamento statale avrebbe la maggioranza matematica sia un’alleanza tra CDU, SPD e BSW sia una tra CDU, BSW e Verdi (ma non quella uscente, tra Verdi, SPD e CDU). Lunedì mattina le autorità della Sassonia hanno detto che c’era stato un «errore informatico» nella pubblicazione dei risultati e li hanno parzialmente corretti: CDU e AfD hanno ciascuno un seggio in meno, SPD e Verdi uno in più. Questo fa sì che – diversamente da quanto si riteneva finora – AfD non avrà anche in Sassonia una “minoranza di blocco”, e cioè almeno un terzo dei seggi nel parlamento locale.
Qui come in Turingia non sarà comunque semplicissimo trovare un compromesso con il partito di Wagenknecht, che è stato fondato un anno fa e a livello nazionale pone come condizione l’interruzione delle forniture militari all’Ucraina e l’avvio di negoziati di pace con la Russia. Non sarà Wagenknecht a trattare direttamente, ma la leader locale Sabine Zimmermann. BSW ha sottratto consenso all’ex partito di Wagenknecht, Linke, che non ha superato la soglia di sbarramento ma è entrato nel parlamento locale grazie alla formula del mandato diretto (lo stesso sistema in vigore alle elezioni federali) perché ha vinto in due collegi elettorali a Lipsia. Dopo la scissione e una serie di risultati elettorali deludenti e critiche interne, il 18 agosto i leader del partito Janine Wissler e Martin Schirdewan si erano dimessi, lasciandolo senza una vera dirigenza fino al congresso, che sarà in autunno.
Il fatto che AfD disporrà di oltre un terzo dei voti nel parlamento della Turingia e di quasi un terzo in quello della Sassonia, come detto, le darà modo di influenzare considerevolmente il governo locale. Per determinati provvedimenti, infatti, occorre una maggioranza di due terzi, che AfD potrà far mancare. Tra questi ci sono le modifiche costituzionali e i regolamenti parlamentari, l’elezione dei giudici, degli organi di garanzia e dei quattro componenti del Bundesrat, il senato federale, che spettano sia alla Sassonia che alla Turingia. In queste occasioni AfD potrà cercare di ottenere concessioni dagli altri partiti in cambio della sua collaborazione istituzionale.
In generale, secondo le prime analisi elettorali, l’estrema destra ha intercettato un voto più ampio del cosiddetto “voto di protesta”. Più di metà dei suoi elettori, secondo un sondaggio dell’istituto Infratest dimap, l’ha votata perché convinti delle sue proposte: AfD ha insomma ormai un blocco di consenso stabile, a cui appartiene non più solo chi è deluso dagli altri partiti, o intende mandare loro un segnale (il voto di protesta, appunto). Negli stessi sondaggi più di un elettore su due della CDU dice di aver votato il centrodestra principalmente per evitare che andasse al governo AfD.
Il 22 settembre si voterà infine in Brandeburgo e nei sondaggi AfD viene data al primo posto, col 24,6 per cento. Qui la SPD governava insieme a CDU e Verdi con Dietmar Woidke: e anche qui, se i numeri dei sondaggi venissero confermati, la coalizione uscente non avrebbe più la maggioranza e sarebbero decisivi i voti di BSW.
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