Il Regno Unito ha sospeso una parte delle proprie licenze per l’esportazione di armi a Israele

Un uomo palestinese vicino a un convoglio di carri armati israeliani (AP Photo/Nasser Nasser)
Un uomo palestinese vicino a un convoglio di carri armati israeliani (AP Photo/Nasser Nasser)

Lunedì il ministro degli Esteri del Regno Unito David Lammy ha annunciato la sospensione di alcune delle licenze per l’esportazione di armi verso Israele, per via di quello che Lammy ha definito un «evidente rischio» che alcune di queste armi possano essere utilizzate dall’esercito israeliano per violare il diritto umanitario internazionale. Il divieto riguarda una trentina delle circa 350 licenze concesse nel Regno Unito, che comprendono soprattutto l’invio a Israele di componenti per aerei militari, elicotteri, droni e altre armi che permettono di colpire obiettivi a terra.

Il Regno Unito non è tra i maggiori esportatori di armi verso Israele, come sono invece gli Stati Uniti e la Germania. Il governo britannico tuttavia riceveva da tempo pressioni per interrompere la fornitura di armi al paese, che dallo scorso ottobre è impegnato nella sanguinosa operazione militare nella Striscia di Gaza e, più di recente, anche in altre incursioni in Cisgiordania e contro il gruppo paramilitare e politico radicale Hezbollah in Libano.

Il governo britannico, guidato dal primo ministro Laburista Keir Starmer, ha preso questa decisione al termine di un esame della situazione nella Striscia durato circa due mesi, che stando a quanto detto dal ministero degli Esteri aveva suscitato «preoccupazioni» per la condotta dell’esercito israeliano nel territorio. Secondo il governo britannico ci sono state possibili violazioni del diritto umanitario da parte di Israele sia nel trattamento dei detenuti, sia nel garantire l’accesso di risorse umanitarie nella Striscia.