La caotica vendita dei biglietti degli Oasis
Sabato centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo hanno aspettato anche ore per fare l'acquisto online, tra avvisi di errore e prezzi gonfiati
Sabato mattina centinaia di migliaia di persone hanno provato a comprare online i biglietti per uno o più dei 17 concerti del tour degli Oasis che si svolgerà tra Regno Unito e Irlanda nell’estate del 2025. Era un’occasione piuttosto eccezionale, una reunion tra le più commentate e attese della storia del rock, e per provare ad assicurarsi i biglietti i fan si erano preparati per andare sul sito di Ticketmaster all’ora stabilita (le 9 italiane per i concerti in Irlanda e le 10 per quelli nel Regno Unito), sapendo che i biglietti sarebbero andati esauriti nel giro di pochi minuti.
La vendita è durata in realtà molto di più, fino alle 8 di sera circa. In mezzo c’è stato un certo caos, sia per la lunga attesa richiesta alle persone prima di poter accedere alla selezione e all’acquisto dei biglietti, sia perché anche arrivati a questo punto moltissimi hanno dovuto fare ripetuti tentativi e alla fine non ci sono riusciti. Oltre alle attese e ai malfunzionamenti della piattaforma, a rendere frustrante l’esperienza è stata una vecchia questione che torna ciclicamente in occasione di concerti molto richiesti, ovvero l’aumento dei prezzi dovuto al dynamic pricing. Non è stato diffuso un numero preciso ma si parla in totale di circa un milione di biglietti venduti.
L’esperienza di acquisto dei biglietti è stata per alcuni molto lunga ed estenuante, per altri, più fortunati, più breve, ma è stata in generale molto raccontata e commentata sui social. Sul sito di Ticketmaster molti utenti hanno dovuto aspettare online anche diverse ore in una “fila virtuale” (la queue, in inglese) con decine o centinaia di migliaia di persone davanti. È una modalità che viene usata spesso dalla piattaforma per gestire enormi quantità di persone in caso di concerti molto richiesti, ma diversamente dal solito questa volta di file da fare ce n’erano due: una prima, per poter accedere al sito, e una poi, per attendere di poter comprare i biglietti. Dopodiché, selezionando data e posti, è stato comunque per molti difficile riuscire a portare a termine l’acquisto.
Il sito ha avuto dei problemi per via della quantità di utenti (molto superiore a quella dei posti disponibili), e comparivano continuamente messaggi di “verifica della disponibilità”, di errore o di “sospetto di bot” dopo i quali agli utenti veniva chiesto di rifare la procedura d’acquisto da capo, anche per diverse volte. Alcuni hanno aspettato ore per ricevere poi soltanto messaggi d’errore, altri hanno desistito dopo aver visto centinaia di migliaia di persone in coda davanti a sé, altri hanno aspettato pazientemente e, dopo alcune ore, sono riusciti a comprare i biglietti. Nel complesso però il sito di Ticketmaster ha retto abbastanza bene, senza mai andare offline.
Oltre alla frustrazione di dover aspettare e poi avere a che fare con un sistema impallato, le principali lamentele degli utenti hanno riguardato l’aumento dei prezzi dei biglietti durante la stessa giornata di sabato. I biglietti etichettati come “Platinum” o “In demand” per le date di Cardiff, Edimburgo, Dublino, Londra e Manchester costavano anche più del doppio (da 135 a 350 sterline) di quanto anticipato, e molti l’hanno scoperto solo dopo aver aspettato ore in fila e con pochi secondi di tempo per poter decidere cosa fare. Quando i concerti erano stati annunciati, la scorsa settimana, il biglietto più economico era da 73 sterline e quello più costoso da 250 (se non si considerano quelli che includono altre esperienze esclusive oltre al concerto).
Ticketmaster, che è una delle principali piattaforme digitali per la vendita di biglietti di concerti, viene ciclicamente criticata per l’impiego dell’algoritmo di dynamic pricing, che calibra i prezzi dei biglietti sulla base della richiesta e quindi di quanto un numero anche ristretto di persone sarebbe disposto a pagarli. In casi come questo non c’è solo il fatto che i biglietti raggiungono prezzi di diverse centinaia di sterline, ma anche che il sistema di accesso alla fase di acquisto crea una fretta, un’aspettativa e una sensazione di esclusività per cui le persone non vengono effettivamente messe nella condizione di fare una scelta consapevole.
È un dibattito che torna ciclicamente negli Stati Uniti, e che è in discussione anche nel Regno Unito da un po’ di tempo. Domenica, dopo le lamentele nate per i biglietti dei concerti degli Oasis, Lisa Nandy, segretaria di Stato per la Cultura, ha detto che il governo esaminerà la questione della trasparenza e dell’uso del dynamic pricing, «inclusa la tecnologia che regola il sistema di fila virtuale che lo incentiva».
Ticketmaster ha fatto sapere che i biglietti per il tour degli Oasis potranno essere rivenduti solo attraverso la sua stessa piattaforma o su Twickets, un sito con cui è convenzionato per questo tipo di compravendita. Il bagarinaggio (la pratica della rivendita illegale di biglietti a prezzi molto maggiorati) è da tempo un grosso problema per le piattaforme come Ticketmaster, che negli anni hanno provato ad aggirarlo tra le altre cose introducendo sistemi che riconoscono i bot istruiti per acquistare biglietti in modo automatico.
Anche gli Oasis stessi hanno fatto sapere che tutti i biglietti rivenduti tramite canali non ufficiali verranno «cancellati», senza però spiegare meglio in che modo. Già venerdì sera, comunque, quando era stata fatta un’estrazione di biglietti in anticipo rispetto all’apertura ufficiale delle prevendite, su siti di rivenditori non autorizzati erano comparsi biglietti con prezzi dalle 700 fino alle 9mila sterline. È probabile quindi che nonostante gli sforzi di Ticketmaster verranno comunque rivenduti biglietti fuori dal suo circuito.
In risposta alle polemiche Jonathan Brown, capo della Society of Ticket Agents and Retailers, l’organismo britannico di autoregolamentazione del settore della vendita di biglietti per gli eventi dal vivo, ha detto che i prezzi sono stati decisi dalla band e dai suoi manager. Anche sul sito di Ticketmaster si legge che i prezzi sono fissati dagli organizzatori del tour sulla base «del loro valore di mercato». La parlamentare Lucy Powell ha detto a BBC di essere tra quelli che hanno pagato il proprio biglietto 350 sterline, e che sebbene non le piaccia particolarmente «è così che funziona il mercato».
Il dynamic pricing, che è sdoganato da tempo in settori come quello dell’ospitalità e dei biglietti aerei, avrà peraltro un ulteriore impatto sulle persone che sono riuscite a comprare i biglietti e che già con un anno di anticipo stanno facendo fatica a trovare alloggi a prezzi ragionevoli nei dintorni dei luoghi dei concerti.