Le critiche al blocco di X in Brasile
Il giudice che lo ha disposto è stato accusato di limitare la libertà di espressione, mentre migliaia di persone cercano social network alternativi come Bluesky e Threads
Due giorni dopo il blocco di X (ex Twitter) in Brasile, una quantità crescente di utenti della piattaforma, associazioni e politici hanno iniziato a criticare duramente la decisione del giudice della Corte Suprema, Alexandre de Moraes, di rendere illegale il social network in tutto il paese. Il blocco è stato ordinato per ridurre la diffusione di informazioni false, ma secondo molti è sproporzionato e danneggia le decine di milioni di persone che ogni giorno utilizzavano normalmente X per rimanere in contatto tra loro e condividere contenuti. Oggi la Corte Suprema valuterà se mantenere o meno la decisione di de Moraes, mentre il proprietario di X, il miliardario Elon Musk, ha detto di non voler cedere alle imposizioni del giudice.
Lo scorso aprile de Moraes aveva ordinato a X di mettere al bando alcuni account che si riteneva stessero diffondendo in maniera deliberata informazioni false, per lo più a vantaggio dei partiti di estrema destra del Brasile. Musk si era rifiutato di eseguire l’ordine e in segno di protesta aveva chiuso gli uffici di X nel paese, nonostante il Brasile sia il sesto mercato più grande per il suo social network. Erano seguite ulteriori dispute legali e infine de Moraes aveva chiesto la reintroduzione di un rappresentante legale di X in Brasile entro fine agosto, altrimenti avrebbe disposto il blocco del social network.
Musk si era rifiutato anche in questo caso di rispettare l’ordine e da sabato l’utilizzo di X in Brasile è vietato. Le autorità locali hanno bloccato l’accesso ai suoi servizi ed è stato anche imposto il divieto di ricorrere a una VPN, un sistema che tra le altre cose serve per mascherare il paese da cui ci si collega, con multe di 8mila euro circa per i singoli utenti che non lo rispettano.
E proprio la possibilità di essere multati ha portato a varie proteste nel corso degli ultimi giorni. L’ordine degli avvocati brasiliano, per esempio, ha diffuso una nota segnalando di non ritenere costituzionale il meccanismo delle multe, che «costituisce una sanzione e, di conseguenza, deve essere sempre sostenuto da un processo legale che garantisca i diritti dei singoli a una piena difesa». Identificare gli accessi illeciti potrebbe inoltre essere complicato, con il rischio di errori e accuse nei confronti di persone innocenti.
Vari esponenti dei partiti di destra e di estrema destra hanno criticato il provvedimento, sostenendo che li riguarda più di altri partiti. Marcel van Hattem, del partito di destra Novo, ha ignorato il blocco di X e si è collegato ugualmente al social network con una VPN definendo de Moraes un «tiranno» che ha emesso una decisione illecita. Van Hattem ha scritto che continuerà a usare il social network e che la sua «dignità vale più di una multa».
Luciano Huck, un personaggio televisivo con un importante seguito in Brasile, ha detto di essere contrario al blocco sia per le modalità con cui è stato imposto sia per il rischio che comporta in generale per la gestione delle aziende. Il Brasile è tra i paesi con il più alto numero di ore giornaliere trascorse su Internet e uno di quelli in cui si utilizzava con maggiore assiduità Twitter prima che venisse acquisito da Musk e diventasse X, per questo la decisione è molto sentita e commentata nel paese.
Nel fine settimana centinaia di migliaia di persone hanno iniziato a utilizzare sistemi alternativi a X come Bluesky e Threads, il social network di Meta ampiamente ispirato al funzionamento di X. Per ora è difficile valutare quante persone abbiano scelto di abbandonare il social network di Musk, ma se il blocco dovesse proseguire a lungo si potrebbe registrare un ulteriore aumento delle iscrizioni ai sistemi alternativi.
Musk ha commentato con numerosi post la decisione di de Moraes, definendo il giudice «un dittatore» e sostenendo che all’attuale governo del Brasile piaccia «indossare i panni di una democrazia libera, mentre opprime il suo popolo».