Le grosse manifestazioni contro il governo in Israele
A Tel Aviv si sono riunite decine di migliaia di persone per chiedere un accordo con Hamas che porti alla liberazione degli ostaggi nella Striscia di Gaza
In Israele nel fine settimana ci sono state grosse manifestazioni contro il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu. Domenica decine di migliaia di persone hanno riempito le strade di Tel Aviv per un corteo convocato dall’Hostage Families Forum, l’associazione delle famiglie delle persone che sono state rapite durante gli attacchi dello scorso 7 ottobre.
I manifestanti chiedono al governo di agevolare il raggiungimento di un accordo con Hamas, che è in stallo ormai da mesi, e riportare a casa gli ostaggi. È la più grossa manifestazione che c’è stata nel paese dall’inizio dell’invasione della Striscia di Gaza.
Già verso la fine del pomeriggio di domenica i treni per Tel Aviv erano pieni di persone dirette verso le manifestazioni. Molte di loro avevano con sé la bandiera di Israele, ma anche una bandiera gialla, il simbolo delle famiglie degli ostaggi. Alcuni manifestanti hanno portato con sé sei bare, per ricordare i sei ostaggi che domenica mattina erano stati ritrovati morti in un tunnel sotto Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.
Sin dall’inizio delle proteste alcuni manifestanti hanno bloccato parti dell’autostrada Ayalon di Tel Aviv, ma nel corso della serata sono diventati sempre di più. Quando la manifestazione si è conclusa migliaia di persone si sono riversate sull’autostrada e ci sono stati degli scontri con la polizia.
La grossa manifestazione di domenica sera è seguita all’annuncio da parte del capo di uno dei sindacati più rappresentativi di Israele, l’Histadrut, di uno sciopero generale a partire dalle 6 di lunedì (ora locale, le 5 in Italia).
Con ogni probabilità sarà uno sciopero assai partecipato e che creerà numerosi disagi, visto che l’Histadrut rappresenta circa 800mila lavoratori: hanno detto che aderiranno i dipendenti dell’aeroporto di Tel Aviv, il Ben Gurion, che resterà chiuso dalle 8 del mattino sia per i voli in arrivo che per quelli in partenza; lo stesso hanno dichiarato i dipendenti delle scuole dell’infanzia, che resteranno chiuse, mentre le medie resteranno aperte solo per mezza giornata. Aderiranno allo sciopero anche alcune compagnie di autobus.
Il sindaco di Tel Aviv Ron Huldai ha detto che anche il comune aderirà, e che quindi i servizi comunali della città lunedì saranno interrotti per permettere ai dipendenti che lo vorranno di unirsi alle manifestazioni.
Per ora lo sciopero è convocato solo per lunedì, ma il capo del sindacato Arnon Bar-David ha detto che eventuali valutazioni su un prolungamento saranno fatte domani. Durante una conferenza stampa Bar-David ha duramente criticato Netanyahu e il suo governo per non essere ancora riusciti a recuperare vivi gli ostaggi.
Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, che è un membro del Partito Sionista Religioso, di estrema destra, ha criticato lo sciopero indetto dal sindacato Histadrut. Ha detto che dal suo punto di vista «esaudisce i desideri di Sinwar», riferendosi al leader di Hamas Yahya e ha invitato i lavoratori a recarsi sul posto di lavoro.
Nel corso della serata Smotrich ha poi chiesto al procuratore generale Gali Baharav-Miara di emettere un’ingiunzione per fermare lo sciopero, che secondo il ministro non avrebbe i requisiti legali, sarebbe invece politicamente motivato e avrebbe conseguenze economiche molto gravi.