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  • Domenica 1 settembre 2024

Come la Finlandia ha reso le saune un luogo della diplomazia

Ne ha una nella maggior parte delle ambasciate, perché come diceva l'ex presidente Urho Kekkonen «se raggiungi un accordo mentre sei nudo, è molto difficile poi non mantenere la parola»

Una sauna a Leppavirta, in Finlandia (AP Photo/Lehtikuva, Roni Rekomaa)
Una sauna a Leppavirta, in Finlandia (AP Photo/Lehtikuva, Roni Rekomaa)
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Il 4 aprile del 2023, poco più di un anno dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, la Finlandia entrò ufficialmente nella NATO, e la sua bandiera fu issata accanto a quelle degli altri 30 paesi membri di fronte agli uffici dell’organizzazione a Bruxelles. Non era l’unica novità che notarono i giornalisti: pochi giorni prima, infatti, in quegli stessi uffici era stata inaugurata anche una sauna.

La vita politica e diplomatica della Finlandia, infatti, è da sempre intrecciata con la sua millenaria cultura della sauna, tanto che da sempre gli ambasciatori organizzano incontri con diplomatici, funzionari ed esperti di politica internazionale per discutere di affari internazionali: nudi, seduti su panche di legno e con una temperatura minima di ottanta gradi.

La sauna fa parte della quotidianità di molti paesi, specialmente quelli del nord Europa, ma in Finlandia è qualcosa di più, tanto che nel 2020 è stata inserita nel patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. Tra il 60 e il 90 per cento dei finlandesi dice di fare almeno una sauna a settimana e si stima che per una popolazione di 5,5 milioni di persone nel paese ce ne siano almeno 3,3 milioni: costruite negli appartamenti privati, negli uffici, negli hotel, nelle scuole e negli ospedali, ma anche negli edifici amministrativi, ministeriali, presidenziali e nella maggior parte delle ambasciate.

Ce n’è una anche sul tetto della sede di Roma, ai Parioli, ma al momento è in fase di ristrutturazione, dice l’ambasciata.

I finlandesi si portano le saune persino nelle missioni di pace e nelle operazioni di crisi all’estero. Pertti Torstila, che è stato segretario di Stato e ambasciatore, ha raccontato che il contingente finlandese delle Nazioni Unite inviato nel deserto del Sinai durante la crisi di Suez, negli anni Cinquanta, ne costruì 35 nonostante le temperature esterne fossero molto più alte di quelle della Finlandia.

– Leggi anche: Come le saune hanno conquistato la Finlandia

La Finlandia ci tiene che questo suo approccio alla diplomazia sia riconosciuto, tanto che tempo fa aveva invitato alcune testate internazionali e anche italiane a documentare il rituale della Diplomatic Sauna Society: creato nel 2008 all’ambasciata di Washington, è ormai tradizione anche alle ambasciate di Londra, Berlino, Tokyo e Stoccolma. Prima dei lavori, anche nella sede romana sono stati organizzati degli incontri simili, e una portavoce ha detto che l’ambasciatore Matti Lassila è aperto all’idea di inaugurare anche lì la diplomazia della sauna.

Una sauna in Finlandia (Laura Vanzo / Visit Tampere via AP)

Una sauna a Tampere, in Finlandia (Laura Vanzo / Visit Tampere via AP)

A Washington per esempio la Diplomatic Sauna Society comprende due tipi di incontri: uno settimanale, che avviene nella residenza privata dell’ambasciatore con una decina di persone, e uno mensile e allargato, che invece si tiene nella stessa ambasciata e coinvolge dalle 15 alle 20 persone.

«L’incontro comincia nella super moderna ala principale dell’ambasciata» ha raccontato Robbie Gramer, un giornalista di Foreign Policy che aveva assistito al rituale a Washington. «Da lì ci si sposta nei sotterranei, che vantano uno stile altrettanto moderno ed elegante». Si beve qualcosa – preferibilmente il lonkero, un drink in lattina molto popolare in Finlandia, fatto con il gin e la soda – e poi uomini e donne vengono separati e invitati a fare una doccia e spogliarsi.

La nudità è incoraggiata ma non è obbligatoria: gli invitati possono decidere anche di tenere l’accappatoio o di indossare il costume. L’importante è mostrarsi molto rispettosi: in molte culture la nudità è associata al sesso, ma in questo caso non lo è per nulla, anzi. Per molti finlandesi, in una sauna ci si dovrebbe comportare come in un luogo di culto. Una volta entrati nella sauna ci si rilassa e si discute dei temi all’ordine del giorno.

Enrico Franceschini, che per Repubblica era stato invitato a partecipare nella sede di Londra, aveva raccontato per esempio che quando c’era stato lui gli invitati avevano discusso «di Brexit, delle somiglianze tra Londra e New York, delle differenze tra i vari paesi scandinavi e delle abitudini nella sauna nei paesi nordici e in quelli del Sud, come per esempio la Turchia».

Ma se le saune finlandesi si sono guadagnate lo status di luogo privilegiato per la politica e la diplomazia finlandesi è perché lì si sono raggiunti accordi ben più importanti. Torstila, durante l’annuale congresso dell’International Sauna Association a Tokyo, nel 2010, raccontò diversi casi in cui la sauna era stata al centro della politica internazionale.

Per esempio fu un luogo che ebbe una qualche rilevanza nel processo che portò all’indipendenza della Namibia: molti incontri tra Martti Ahtisaari, che rappresentava le Nazioni Unite, e Toivo ya Toivo, uno dei fondatori del movimento di liberazione del paese, avvennero proprio nella sauna della residenza privata di Ahtisaari (che divenne poi presidente della Finlandia nel 1994 e vinse il premio Nobel per la pace nel 2008).

Ma il politico più famoso per aver fatto della diplomazia della sauna il fondamento della propria dottrina di politica internazionale – e in un periodo complesso come quello della Guerra fredda – fu Urho Kekkonen, che fu per due volte primo ministro e poi presidente della Finlandia per oltre 25 anni.

Il presidente finlandese Urho Kekkonen (Zuma Press via ANSA)

All’epoca la Finlandia, che con la Russia condivide un confine di oltre 1300 chilometri e che aveva già subito un’invasione russa prima della Seconda guerra mondiale, cercava di mantenere una posizione neutrale, a metà tra l’Unione Sovietica e i paesi occidentali. Una neutralità molto difficile da raggiungere e difendere, che fu il risultato di molti compromessi e negoziati, pubblici e privati.

Torstila raccontò che nel 1960 Kekkonen invitò l’allora leader dell’Unione Sovietica Nikita Kruscev a Helsinki per festeggiare il suo compleanno. In quell’occasione Kekkonen riuscì a trattenere Kruscev sulle panche di legno fino alle cinque del mattino. Fu proprio tra i vapori della sauna che Kekkonen riuscì a convincere il leader sovietico ad accettare l’adesione della Finlandia all’Associazione europea di libero scambio, un progetto per l’integrazione economica che fu in qualche modo precursore dell’Unione europea.

Secondo i finlandesi, il vantaggio di tenere incontri su temi delicati e importanti mentre si sta seduti nudi in una stanza molto calda e molto vaporosa è che ci si rilassa, ci si libera delle formalità e delle rigidità. In definitiva, è un modo per incoraggiare una conversazione aperta e schietta, piuttosto che cordiale ma vuota. L’ambasciata finlandese a Roma spiega anche che invitare qualcuno in una sauna è un modo per dimostrare ospitalità, sia in Finlandia che all’estero, e quindi è un luogo adatto a stringere i rapporti con i rappresentanti degli altri governi e con tutti gli altri protagonisti della diplomazia.

Un altro beneficio della sauna è che ci rende tutti uguali. Kekkonen stesso sosteneva che «in una sauna […] non ci sono superpoteri o minipoteri, né superiori o sottoposti». Infine, ciò che viene detto in una sauna, resta nella sauna, e soprattutto si mantiene. «Se discuti di qualcosa e poi raggiungi un accordo mentre sei nudo, è molto difficile poi non mantenere la parola».