L’ultimo film di Stanley Kubrick

Dopo anni di curiosità e aspettative, "Eyes Wide Shut" fu presentato a Venezia 25 anni fa e fu accolto così così: col tempo si è cambiata opinione

(©Warner Bros/Courtesy Everett Collection/Contrasto)
(©Warner Bros/Courtesy Everett Collection/Contrasto)

Stanley Kubrick cominciò a pensare ad Eyes Wide Shut negli anni Sessanta, ma ci mise quarant’anni prima di scriverlo e girarlo per davvero. La produzione sarebbe dovuta durare tra i sei e gli otto mesi, ma tra una cosa e l’altra andò avanti per più di un anno, rendendo Eyes Wide Shut il film con le riprese continuative più lunghe di sempre. Alla fine, il film uscì al cinema nel luglio del 1999 e fu presentato alla Mostra del cinema di Venezia il primo di settembre, venticinque anni fa esatti. Kubrick, che secondo alcune testimonianze aveva definito Eyes Wide Shut il suo «più grande contributo all’arte cinematografica» era morto pochi mesi prima, di infarto, a 70 anni.

Il film arrivava ben 12 anni dopo il precedente, Full Metal Jacket, e per lungo tempo Kubrick fece crescere un’enorme curiosità non divulgando nessun tipo di dettaglio. In fase di promozione fu descritto come un thriller erotico, «una storia di gelosia e ossessione sessuali» e nel primissimo trailer si vedeva la coppia più famosa di Hollywood, composta da Nicole Kidman e Tom Cruise, completamente nuda in una scena di grande tensione erotica. Quando infine il film uscì le aspettative erano insomma altissime e la critica non fu così concorde nel definirlo il capolavoro che ci si aspettava, e che è invece poi stato riconosciuto col passare del tempo.

In Eyes Wide Shut Tom Cruise interpreta un medico, Bill, che vive a New York con la moglie Alice (Kidman) e la figlia di sette anni. Una sera Alice gli rivela di aver avuto delle fantasie sessuali su uno sconosciuto mentre era in vacanza con lui e questo mette Bill in crisi. Nell’arco di quella stessa notte l’uomo finisce quindi col cacciarsi in alcune situazioni di trasgressione rispetto alla sua vita ordinaria di medico e padre di famiglia. Tra queste si ritrova a partecipare a un rituale orgiastico segreto in una lussuosa villa insieme a un gruppo di uomini e donne incappucciati e mascherati, ed è qui che subentrano elementi di suspense e mistero da genere thriller.

Dal set di Eyes Wide Shut (Warner Bros. /Courtesy Everett Collection/Contrasto)

La sceneggiatura di Eyes Wide Shut è un adattamento del romanzo del 1926 Doppio sogno di Arthur Schnitzler, un autore austriaco che aveva avuto molta influenza anche su film precedenti di Kubrick. Il regista, che ha tratto quasi tutti i suoi film da romanzi, lesse il libro la prima volta negli anni Cinquanta, ma di fatto iniziò a scrivere la sceneggiatura solo nel 1996 insieme a Frederic Raphael, vincitore molti anni prima dell’Oscar per la sceneggiatura del film Darling. Aveva 67 anni ed era considerato uno dei più grandi registi di tutti i tempi.

Secondo Nathan Abrams, autore insieme a Robert P. Kolker della biografia Kubrick: An Odyssey, Kubrick impiegò così tanto tempo per fare Eyes Wide Shut perché era un tributo «alla sua intera vita ma in particolare alla maturità che aveva raggiunto nel suo matrimonio» con la moglie Christiane. Sempre secondo Abrams, «Kubrick era famoso per la meticolosità della sua ricerca: sapeva di dover vivere quarant’anni di matrimonio prima di poter dirigere questo film». Dopo due brevi matrimoni negli anni Quaranta e Cinquanta infatti Kubrick aveva sposato nel 1958 Christiane Harlan, la donna con cui poi rimase per tutta la vita.

Alla fine la sceneggiatura di Kubrick era molto più sessualmente esplicita del libro da cui era tratta, e fu comunque poi molto modificata durante le riprese, in cui agli attori fu lasciato spazio per improvvisare. Alle persone coinvolte sul set fu fatto firmare un accordo di riservatezza e Julian Senior, un dirigente della casa di produzione del film, Warner Brothers, raccontò di aver dovuto leggere il copione chiuso in una stanza d’albergo perché Kubrick non voleva che circolasse.

Fu una produzione lunghissima, molto più del previsto, con scene che vennero girate anche 95 volte prima di ricevere l’approvazione del regista. In un’intervista recente uscita sul Los Angeles Times Kidman ha raccontato che quando arrivò sul set Sydney Pollack, il grande regista che nel film interpreta un amico della coppia e compare in poche scene, disse a lei e Cruise che aveva intenzione di fermarsi solo per tre giorni. Loro si guardarono e risposero ironicamente «mmm-hmm, certo Sydney», sapendo che con Kubrick non sarebbero mai bastati.

Sydney Pollack in una scena di Eyes Wide Shut (Warner Bros./Getty Images)

Impiegarono settimane per girare la scena in cui sono in camera da letto e Kidman fa un monologo sulle sue fantasie sessuali: «la gran parte del tempo fu occupata dal fare prove in camera da letto con lui (Kubrick, ndr) che diceva che non gli piaceva quello che facevamo», ha detto Kidman. I due raccontarono che a Kubrick «piaceva essere sorpreso» e non voleva che gli attori si comportassero in modo realistico, cosa che è piuttosto evidente in quella scena, così come in altre in cui Kidman recita la sua parte in modo molto teatrale, passando dal pianto alla risata nel giro di pochi secondi.

Nato a New York, Kubrick si era trasferito in Inghilterra negli anni Sessanta, anche perché questo gli permetteva di girare i propri film lontano da Hollywood e con maggiori libertà. Per girare Eyes Wide Shut ricreò nei Pinewood Studios di Londra le vie di Manhattan dove Bill passeggia di notte. Addobbate con insegne luminose, luci e decorazioni natalizie, tra le critiche che il film ricevette ci fu anche quella di aver rappresentato la città in modo eccessivamente stereotipato.

È difficile però credere che non fosse un effetto voluto: la precisione e la ricerca per cui Kubrick è diventato celebre sono infatti presenti anche in ogni aspetto di Eyes Wide Shut. La colonna sonora fu realizzata dalla compositrice Jocelyn Pook (che non aveva mai fatto niente per il cinema) e fu poi giudicata una delle più originali e sperimentali dei film di Kubrick: a partire dalla musica disturbante delle scene in cui Bill immagina sua moglie mentre lo tradisce, per finire con la litania della scena del rito, che riprende una preghiera romana ma che fu girata al contrario, contribuendo a un senso al contempo di sacralità e inquietudine. Un’altra grande idea fu quella di ambientare il film a Natale, caratterizzando molto tutta la scenografia con alberi addobbati e decorazioni che creano un collegamento tra la luminosa New York notturna dove il protagonista si perde e l’immaginario familiare che evoca questo periodo dell’anno. Grande attenzione fu messa anche nella scelta dei costumi, per esempio delle maschere, e nella scenografia, dove compaiono molte opere d’arte.

Per questo film Kubrick non pensò subito a Kidman e Cruise, e anzi pare che la sua prima idea per il cast fossero stati Alec Baldwin e Kim Basinger, famosa per il suo ruolo nel film erotico 9 settimane e 1/2. Cruise e Kidman però lo andarono a trovare a un certo punto attorno alla metà degli anni Novanta, mentre si trovavano in Inghilterra perché lei stava lavorando sul set di Ritratto di signora, e alla fine diede loro la parte.

Erano allora tra gli attori più famosi e richiesti di Hollywood: si erano messi insieme sul set di Giorni di tuono, uscito nel 1990, e poi avevano fatto un altro film insieme, Cuori ribelli, ma nessuno dei due aveva avuto particolare successo. I due erano però all’apice delle rispettive carriere: di Cruise erano appena usciti Mission: Impossible e Jerry Maguire; Kidman era stata protagonista di Ritratto di signora e nell’arco di pochi anni sarebbe uscita al cinema anche in The Peacemaker e Amori & Incantesimi. Cruise raccontò al New York Times che in quel periodo molti gli fecero notare che lavorando per così tanti mesi sul set di Eyes Wide Shut stava perdendo tempo e soldi: «40, 60, 80 milioni di dollari». Lui rispondeva che «per avere l’opportunità di lavorare con Stanley Kubrick per me ne valeva la pena».

Kubrick lavorò moltissimo con Kidman e Cruise, faceva loro continue domande, voleva sapere le loro idee sul film e che ci mettessero parte della propria relazione. Di fatto però il protagonista di Eyes Wide Shut è Cruise, che a differenza di Kidman è presente in quasi tutte le scene. Kidman ha raccontato che nel rapporto tra i tre lei si sentì sempre connotata dal fatto di essere una donna «e Stanley era uno a cui piacevano le donne. Ma aveva una relazione diversa con Tom. Hanno lavorato molto insieme sul suo personaggio». Cruise e Kidman avrebbero poi divorziato nel 2001, due anni dopo l’uscita di Eyes Wide Shut, e non mancarono quelli che sostennero che fosse anche per via dell’impatto del lungo lavoro su di loro fatto per il film.

Dopo l’uscita di Eyes Wide Shut l’interpretazione di Cruise non convinse tutti, ma a posteriori si può dire che fu in parte perché lasciò critici e spettatori spiazzati. Dopo film come Top Gun e Mission: Impossible Cruise era stato consacrato come uno degli uomini più sexy di Hollywood in un modo molto connotato dalla sua virilità. In Eyes Wide Shut invece Bill è un uomo fragile, la cui mascolinità viene messa in discussione, che da un giorno all’altro non è più sicuro di niente e che non reagisce quando viene spinto in mezzo alla strada da un gruppo di teppisti. È stato fatto notare come questo ruolo sia per certi versi simile a un altro che Cruise interpretò poco dopo nel film Magnolia di Paul Thomas Anderson, che uscì sempre nel 1999 e per cui fu candidato all’Oscar.

Tom Cruise in una scena di “Eyes Wide Shut” (Warner Bros/Getty Images)

Kubrick morì di infarto il 7 marzo del 1999, cinque giorni dopo aver fatto vedere il film ai presidenti della Warner Brothers e ai due attori protagonisti. Fu una proiezione riservatissima, tanto che il regista chiese al proiezionista di girarsi e non guardarlo. Per via dei tempi così ristretti però qualcuno ipotizzò che il film che uscì al cinema potesse non essere la versione definitiva di Kubrick, anche perché era nota la sua abitudine a cambiare anche minimi dettagli fino all’ultimo. Uno dei produttori, Terry Semel, confermò che a parte per alcuni piccoli interventi di post produzione «il film è completamente finito» e che quello che Kubrick gli aveva mostrato era il montaggio finale. Anche Kidman disse lo stesso: «ci aveva lavorato per 18 mesi, non è che non avesse avuto abbastanza tempo: era molto contento del risultato».

Sul rapporto di Kubrick con il suo ultimo film si è scritto un po’ di tutto. Un altro dei dirigenti di Warner Brothers, Julian Senior, disse che prima di morire lo definì «il mio miglior film di sempre». Altre persone a lui vicine invece raccontarono che Kubrick uscì molto provato dal lavoro con Cruise e Kidman e che il fatto che non fossero all’altezza delle sue aspettative fu il motivo per cui le riprese si prolungarono così tanto.

Sicuramente Kubrick volle che il suo film non venisse vietato ai minori di 17 anni, nonostante le scene di sesso molto esplicite, perché voleva che arrivasse a un pubblico di massa (il film fu comunque distribuito al cinema con l’obbligo di accompagnamento per minori con meno di 17 anni). Per l’uscita al cinema la Warner Brothers decise comunque di modificare digitalmente alcune scene per renderle più accettabili, cosa che fu naturalmente molto criticata dai cinefili e appassionati del cinema di Kubrick. Un’altra modifica che fu fatta dopo la morte del regista fu il doppiaggio della voce della misteriosa donna mascherata della festa, che solo pochi anni fa fu rivelato che fu fatto da Cate Blanchett.

Il film uscì a luglio negli Stati Uniti: andò bene anche se non quanto ci si aspettava. Le cose migliorarono dopo che fu presentato a Venezia a settembre e uscì anche nei cinema europei: in particolare fu molto apprezzato in Italia e altri paesi del sud, oltre che in Giappone. Alla fine divenne il film col maggiore incasso tra tutti quelli di Kubrick: era costato 65 milioni di dollari e ne erano stati spesi altri 40 di promozione, ma ne incassò 162 in tutto il mondo. La critica fu generalmente positiva ma non mancarono perplessità rispetto al ritmo lento del film (che dura 2 ore e 40 minuti) e al fatto che non fosse all’altezza della promozione che ne era stata fatta come di un thriller erotico, perché per molti le scene di sesso erano banali e noiose (e perché di fatto non ce ne sono che coinvolgano Cruise e Kidman).

Nei 25 anni successivi all’uscita al cinema, online sono state pubblicate numerose teorie, spesso complottistiche, per esempio sul fatto che Eyes Wide Shut fosse una velata denuncia del suo regista alla depravazione degli ambienti del cinema con cui era venuto in contatto, con riferimenti per esempio a Jeffrey Epstein e Harvey Weinstein. Altre teorie furono pubblicate su possibili interpretazioni di scene enigmatiche del film. Per esempio c’è chi sostiene che la scena finale, in cui Bill e Alice sono in un negozio di giocattoli con la figlia, anticipi il fatto che la figlia verrà rapita da lì a poco, coerentemente con una minaccia ricevuta da Bill precedentemente.

Riguardo all’indimenticabile battuta finale di Kidman poi è stato scritto moltissimo. Nella sua recente intervista, Kidman ha raccontato che non era stata scritta ma è venuta fuori durante le prove, e che non avrebbe mai pensato di avere l’ultima parola («una gran bella parola») nell’ultimo film di Stanley Kubrick. «Fa da sola una carriera. L’accetto».