Il blocco di X in Brasile
Già dalle prime ore di sabato molti utenti non riescono più ad accedere al social network, per via della sospensione ordinata dalla Corte Suprema
Dalle prime ore di sabato in Brasile molte persone non sono più riuscite ad accedere al social network X (ex Twitter), per via del blocco ordinato venerdì dalla Corte Suprema brasiliana: il blocco era stato deciso nell’ambito di una disputa che prosegue da alcuni mesi fra il proprietario di X Elon Musk e il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes. Il blocco deve essere eseguito dalle singole compagnie che offrono i servizi di connessione a Internet nel paese, con la supervisione dell’Agenzia nazionale per le telecomunicazioni (Anatel), che avrà tempo fino alle 17 di sabato (ora locale, le 22 in Italia) per informare la Corte Suprema delle procedure svolte per bloccare il social network.
La Anatel ha detto di aver iniziato immediatamente a informare tutte le compagnie telefoniche, che gradualmente si stanno adeguando all’ordine: ognuna ha però i suoi tempi tecnici e, mentre le grandi aziende telefoniche hanno già bloccato X ai loro utenti, quelle più piccole potrebbero metterci più tempo. Il presidente di Anatel Carlos Baigorri ha detto che entro il fine settimana tutte le aziende dovrebbero riuscire a eseguire il blocco, e che quindi per allora tutti gli utenti del paese non dovrebbero più avere accesso al social network.
La Corte Suprema ha anche disposto il divieto di accedere a X tramite «sotterfugi tecnologici», come l’uso di una VPN (Virtual Private Network), un sistema che consentirebbe al dispositivo usato di fingersi in un altro paese, aggirando così il blocco. Per chi ci prova la multa è di 50 mila real brasiliani, circa 8 mila euro. Lo stesso Elon Musk tramite il suo profilo su X ha suggerito di usare una VPN per accedere al social network. La Corte aveva anche disposto il divieto di download dell’app di X, che poi però ha ritirato.
Quello brasiliano è uno dei più grandi mercati di X al di fuori degli Stati Uniti: il Brasile ha 217 milioni di abitanti e circa 24 milioni di profili attivi sul social network. La sospensione rischia dunque di creare un danno notevole all’azienda.
La disputa tra Musk e Moraes era cominciata ad aprile, quando il giudice aveva ordinato il blocco di circa un centinaio di account sul social network. L’ordine era parte di un’indagine sulle notizie false e sui messaggi d’odio diffusi su X da figure legate all’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro, durante il suo mandato e in corrispondenza dell’assalto da parte di suoi sostenitori al parlamento e altri edifici governativi, nel gennaio del 2023. Musk si era rifiutato e aveva detto di voler combattere la decisione in ogni sede legale, a difesa della libertà di espressione.
Moraes aveva poi aperto un’indagine su Musk per una serie di reati, compreso quello di “intralcio alla giustizia” e stabilito per X una multa di circa 18 mila euro al giorno per ogni profilo che fosse rimasto aperto. Ad agosto Musk aveva annunciato la chiusura della sede brasiliana del social network, con effetto immediato.
Mercoledì la Corte aveva dato all’azienda tempo fino alle 20 di giovedì sera (l’una della notte fra giovedì e venerdì in Italia) per adeguarsi alla legge nazionale per le società tecnologiche straniere che operano nel paese, che prevede la nomina di un rappresentante legale in Brasile. La società tuttavia non ha rispettato questo limite, ed è stato dunque disposto il blocco.
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