Elon Musk e X hanno un problema in Brasile
Da mesi è in corso una disputa con un giudice della Corte Suprema che chiede la chiusura di alcuni account di estrema destra, e c'è il rischio che il social venga bloccato
La Corte Suprema brasiliana ha comunicato mercoledì a Elon Musk, proprietario di X (Twitter), che la sua azienda ha un giorno di tempo per nominare un rappresentante legale nel paese, oppure il social network non potrà più operare in Brasile e sarà quindi irraggiungibile per gli utenti. È l’ultimo sviluppo di una disputa che prosegue da alcuni mesi fra Musk e il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes e che rischia di bloccare almeno temporaneamente X in uno dei suoi più grandi mercati al di fuori degli Stati Uniti: il Brasile ha 217 milioni di abitanti e circa 24 milioni di profili attivi su X.
La disputa era cominciata ad aprile, quando il giudice Moraes aveva ordinato il blocco di circa un centinaio di account sul social network. L’ordine era parte di un’indagine sulle notizie false e i messaggi d’odio diffusi su X da figure legate all’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro, durante la presidenza di quest’ultimo e in corrispondenza dell’assalto da parte di suoi sostenitori al parlamento e altri edifici governativi, nel gennaio del 2023.
Moraes è un giudice molto noto e discusso in Brasile: durante la presidenza Bolsonaro si è presentato come un tenace difensore della democrazia brasiliana ed è stato sia apprezzato per la sua intransigenza nei confronti di chi a vario titolo ha attaccato le istituzioni sia criticato per i metodi aggressivi e la gestione spregiudicata del proprio ruolo e del proprio potere. Sta guidando le inchieste sul presunto tentativo di golpe di Jair Bolsonaro dopo la sconfitta elettorale del 2022 ed è molto attivo nel tentativo di perseguire i social network per la diffusione di notizie false.
Musk si definisce un «paladino della libertà di parola» e si dice contrario a ogni limitazione e “censura” sul suo social network: questo approccio si è per lo più tradotto nella riattivazione di profili di personaggi dell’estrema destra mondiale e nell’assenza totale di moderazione su X riguardo a notizie false, teorie del complotto o affermazioni razziste. È sempre stato un sostenitore di Bolsonaro, che recentemente ha postato un video di un loro incontro del 2022, definendo Musk «un mito della nostra libertà».
In risposta all’ordine di chiudere i profili degli utenti, ad aprile Musk aveva accusato Moraes di aver tradito la costituzione e il popolo del Brasile e aveva detto di voler contestare i blocchi in ogni sede legale. I profili interessati dai blocchi non sono mai stati indicati pubblicamente dalle due parti, per volontà della Corte Suprema, e molti non sarebbero mai stati chiusi. Moraes aveva quindi aperto un’indagine su Musk per una serie di reati, compreso quello di “intralcio alla giustizia” e stabilito per X una multa di circa 18mila euro al giorno per ogni profilo che fosse rimasto aperto.
Ad agosto Musk aveva annunciato la chiusura della sede brasiliana del social network, con effetto immediato. Definì l’ordine di blocco degli utenti «incostituzionale», disse che Moraes era una «disgrazia per la democrazia brasiliana» e che avrebbe dovuto «dimettersi o essere rimosso attraverso un impeachment». Secondo Musk la chiusura delle attività in Brasile era la risposta necessaria alle minacce legali di Moraes nei confronti dei dipendenti, e in particolare della rappresentante legale Rachel Nova Conceicao, che avrebbe rischiato l’arresto.
Moraes mercoledì ha ordinato a X di nominare un nuovo rappresentante legale, come previsto dalla legge brasiliana per le società tecnologiche straniere che operano nel paese. Musk avrà tempo per farlo fino alle 8 di sera di giovedì (ora locale, l’una della notte fra giovedì e venerdì in Italia), altrimenti il social network verrà bloccato, cioè reso irraggiungibile, nel paese.
Lo stesso Moraes aveva temporaneamente bloccato Telegram per motivi simili, nel 2022: l’azienda non aveva risposto alla richiesta di chiudere alcuni profili che diffondevano notizie false, sempre legate all’estrema destra. Un giorno dopo la sospensione l’azienda disse non aver risposto perché «si era persa le email» e lo stesso Pavel Durov si scusò «per la negligenza». Il blocco fu tolto due giorni dopo.
Sia X che Twitter sono già stati bloccati in passato, in altri paesi: a giugno 2021 il governo della Nigeria prese questa decisione dopo che il social network aveva censurato alcuni post dell’allora presidente Muhammadu Buhari per incitamento alla violenza, in India nel 2022 il social network fu bloccato perché non rispondeva ad alcune ingiunzioni legali. In vari paesi poi X e altri social network sono stati resi inaccessibili dai governi durante proteste e manifestazioni.