Anche gli Abba hanno chiesto a Donald Trump di non usare le loro canzoni per la sua campagna elettorale

Gli Abba
(AP Photo/ Alberto Pezzali)

Giovedì Universal Music, la casa discografica degli Abba, ha intimato allo staff di Donald Trump, il candidato Repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, di smettere di usare le canzoni del celebre gruppo synth pop svedese durante gli eventi della sua campagna elettorale. L’etichetta si riferiva a un episodio accaduto martedì, quando tre canzoni degli Abba (“Money, Money, Money”, “The Winner Takes It All” e “Dancing Queen”) erano state riprodotte durante un comizio di Trump a St. Cloud, nello stato americano del Minnesota. In quell’occasione erano anche stati mostrati filmati dei membri del gruppo: è probabile che lo staff abbia optato per questa strategia perché il Minnesota è lo stato americano con la più alta percentuale di persone di origine svedese.

In un’intervista data al quotidiano svedese Svenska Dagbladet, un portavoce di Universal ha detto che lo staff della campagna elettorale di Trump non ha ottenuto il permesso di utilizzare la musica né le immagini del gruppo, e ha chiesto che i filmati mostrati durante l’evento vengano «immediatamente rimossi».

Quello che coinvolge gli Abba non è il primo caso di cantanti che si infastidiscono o minacciano azioni legali perché le loro canzoni vengono usate durante i comizi elettorali in politica senza la loro autorizzazione. Due settimane fa per esempio il management e la casa discografica della cantante canadese Céline Dion avevano preso le distanze dall’utilizzo da parte del comitato elettorale di Trump della nota canzone “My Heart Will Go On”, colonna sonora del film Titanic, durante un comizio in Montana.

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