Un’altra auto elettrica cinese di cui si sentirà parlare
Costa meno di 20mila euro e l’ha ideata l’azienda Xpeng, che vuole fare concorrenza a Tesla: sui mercati occidentali i prezzi saranno però più alti per effetto dei dazi
Martedì l’azienda cinese produttrice di auto elettriche Xpeng ha presentato un nuovo modello che ha attirato l’attenzione degli esperti per il prezzo particolarmente basso: è la Mona M03, un’auto elettrica a 4 posti con funzioni di guida autonoma e intelligenza artificiale, proposta a un prezzo di partenza di 119.900 renminbi (una valuta utilizzabile solamente all’interno della Repubblica Popolare cinese, in questo caso poco più di 15 mila euro) che arriva fino a 155 mila renminbi (19.500 euro).
È un prezzo assai competitivo per un’auto con caratteristiche così avanzate, che si propone di fare concorrenza ad alcuni modelli ben più costosi di Tesla, di cui peraltro ha imitato il riconoscibile schermo di controllo touch. Anche in Cina difficilmente si trovano auto di questo tipo sotto i 20 mila euro, nonostante i prezzi siano mediamente bassi grazie agli ingenti sussidi governativi che ricevono i produttori, che riescono quindi a proporre prodotti a prezzi sottocosto. Dopo solo un’ora dal lancio l’azienda aveva ricevuto già 10mila ordini.
Xpeng è un’azienda ancora sconosciuta nei mercati occidentali. Anche sul mercato cinese non è tra le più grandi: nel secondo trimestre dell’anno ha consegnato 30mila auto, il 3 per cento di quelle di BYD, ormai il più grande produttore di auto elettriche in Cina: nello stesso periodo ne ha vendute quasi un milione.
Dallo scorso anno Xpeng è diventata più conosciuta tra gli esperti anche grazie ad alcune importanti operazioni societarie che ha concluso per ampliare la sua attività. A luglio dello scorso anno la società tedesca Volkswagen comprò una quota del 5 per cento di Xpeng, con un investimento di 700 milioni di dollari allo scopo di creare una partnership per lo sviluppo di auto elettriche a marchio Volkswagen per il mercato cinese.
A sua volta Xpeng acquisì l’intero dipartimento di sviluppo di auto elettriche della società cinese DiDi, che fornisce servizi di ride-hailing (quelli che permettono di prenotare un autista tramite app) e che stava facendo fatica a ottenere le licenze per entrare nel mercato dei veicoli elettrici. Il progetto della Mona M03 era stato sviluppato inizialmente sotto DiDi tramite tecnologie particolarmente all’avanguardia: l’amministratore delegato di Xpeng He Xiaopeng ha detto che è anche grazie all’efficienza dei processi di DiDi che il prezzo di questo modello può essere così competitivo.
Non è ancora chiaro però a che prezzo la Mona M03 sarà venduta fuori dalla Cina: bisogna infatti considerare che nei paesi europei, negli Stati Uniti e in Canada sono in vigore dazi consistenti sulle importazioni di auto provenienti dalla Cina, che hanno proprio l’obiettivo di portare i rivenditori a venderle a un prezzo più alto e in linea con quelli di mercato, per tutelare i produttori occidentali dalla concorrenza sleale di quelli cinesi.
È probabile quindi che i prezzi finali saranno più alti: per esempio i paesi dell’Unione Europea applicano sui prodotti di Xpeng dazi pari al 20,8 per cento del loro valore. La Mona M03 resterebbe un modello comunque competitivo rispetto alle vetture elettriche attualmente in commercio, anche quelle più economiche: per la tecnologia necessaria a produrle, le auto elettriche sono ancora più costose di quelle col motore a combustione.
In un’intervista a Bloomberg l’amministratore delegato di Xpeng ha detto che l’azienda sta valutando concretamente la possibilità di aprire uno stabilimento in un paese europeo dove avviare la produzione per il mercato locale, ed evitare così il problema dei dazi. La stessa valutazione la stanno facendo anche altri marchi cinesi per favorirsi l’accesso ai paesi europei: per esempio Leapmotor, altro grande produttore cinese di auto elettriche, ha recentemente concluso un accordo con l’azienda italo statunitense Stellantis per la creazione di un canale di vendita preferenziale nei paesi europei.
Le aziende automobilistiche cinesi hanno da tempo iniziato a interessarsi ai mercati occidentali, dove riescono a ottenere un discreto successo proprio per i prezzi competitivi: mentre il mercato nordamericano è ancora poco interessato, nel 2023 le imprese cinesi hanno esportato auto elettriche in Unione Europea per un valore di circa 10 miliardi di euro, raggiungendo una quota di mercato dell’8 per cento, il doppio rispetto all’anno precedente. Hanno ancora una presenza marginale rispetto ai marchi occidentali, ma comunque in forte aumento: è probabile che con i dazi in vigore la crescita subirà un rallentamento.
La Cina è d’altronde il paese più coinvolto nello sviluppo dei veicoli elettrici: è al centro della crescita e dell’innovazione del settore, in netto vantaggio nella produzione di massa di questo tipo di veicoli. Questa posizione dominante si registra sia nell’alto numero di stabilimenti, aziende e startup presenti sul suo territorio, sia nell’ampia attività di formazione di ingegneri e tecnici per il settore, sia nell’estrazione delle cosiddette terre rare, cioè i metalli necessari alla produzione dei motori elettrici, e sia nella produzione delle batterie, da cui dipende praticamente tutto il settore a livello globale.
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