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  • Mercoledì 28 agosto 2024

La questione dei missili ATACMS nella guerra in Ucraina

Il governo di Zelensky chiede da tempo agli Stati Uniti di poter usare senza restrizioni queste armi a lungo raggio contro la Russia, ma finora la risposta è sempre stata "no"

Un missile ATACMS fotografato durante un test dell'esercito statunitense (John Hamilton/U.S. Army via AP, file)
Un missile ATACMS fotografato durante un test dell'esercito statunitense (John Hamilton/U.S. Army via AP, file)
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I numerosi attacchi che la Russia ha compiuto contro diverse città ucraine negli ultimi giorni hanno contribuito ad aumentare le richieste dell’Ucraina di poter usare i missili a lungo raggio di produzione statunitense in territorio russo, forniti proprio dagli Stati Uniti. L’uso di questo tipo di missili, che potrebbero servire a colpire la Russia nel suo territorio anche a distanze considerevoli, è stato finora vietato dal governo statunitense di Joe Biden, per il timore che il governo di Vladimir Putin possa considerare gli Stati Uniti come parte attiva della guerra in corso in Ucraina, e decidere di rispondere con la forza.

I missili in questione sono gli ATACMS (Army Tactical Missile System), in grado di colpire obiettivi fino a 300 chilometri di distanza. Gli Stati Uniti li avevano inviati all’Ucraina all’inizio di quest’anno, dopo mesi di pressioni da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. A maggio il governo americano aveva tolto alcune restrizioni su altre armi fornite all’Ucraina, ma non quelle imposte sugli ATACMS, che ancora oggi possono essere usati dall’esercito ucraino solo con funzione difensiva, per proteggere i propri territori occupati dalla Russia dopo il 2022, e non in funzione offensiva, per esempio per colpire obiettivi strategici russi come grosse basi militari, infrastrutture per le telecomunicazioni, centri di smistamento logistici, depositi di carburante o magazzini di armi.

L’Ucraina ritiene però che gli ATACMS sarebbero fondamentali per cambiare le sorti della guerra, perché le permetterebbero di infliggere danni significativi alla Russia riducendo le sue capacità di combattimento e rallentando la sua avanzata in territorio ucraino.

L’amministrazione Biden aveva imposto il divieto per evitare appunto che la Russia interpretasse gli attacchi coi propri missili come un attacco diretto degli Stati Uniti. Inoltre, come ha raccontato ad Associated Press un funzionario del governo statunitense che ha voluto rimanere anonimo per la riservatezza del tema, gli Stati Uniti non riterrebbero che gli eventuali vantaggi dell’uso di questi missili possano superare i rischi: l’amministrazione sarebbe convinta infatti che l’esercito ucraino avrebbe comunque troppi pochi ATACMS per colpire un numero sufficiente di obiettivi in grado di infliggere un danno significativo alla Russia.

Finora, per colpire obiettivi strategici in territorio russo, l’Ucraina ha usato i droni e missili a corto raggio, ma nulla che avesse la potenza distruttiva degli ATACMS. Uno degli obiettivi di Zelensky è quello di ottenere qualche vittoria sul terreno di battaglia, per potersi presentare a eventuali negoziati non da una posizione di estrema debolezza e vulnerabilità.