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  • Mercoledì 28 agosto 2024

Sono state riformulate le accuse a Donald Trump nel processo sull’assalto al Congresso

Dopo che la Corte Suprema aveva stabilito per l'ex presidente degli Stati Uniti una parziale immunità, ma i capi d'accusa rimangono gli stessi

(AP Photo/Carolyn Kaster)
(AP Photo/Carolyn Kaster)
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Negli Stati Uniti il procuratore Jack Smith, il consulente speciale del dipartimento di Giustizia che si sta occupando delle indagini sull’ex presidente Donald Trump, ha riformulato le accuse contro di lui nel processo in cui è coinvolto per il suo ruolo nell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 da parte di alcuni suoi sostenitori.  Nel processo, Trump è accusato di aver cercato di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali del 2020, che aveva perso contro l’attuale presidente Joe Biden.

Le accuse sono state riviste da Smith dopo che a inizio luglio la Corte Suprema aveva stabilito che gli ex presidenti, e quindi anche Donald Trump, hanno diritto a una parziale immunità nell’esercizio delle loro funzioni: non possono quindi essere processati per i loro atti ufficiali. Era una delle decisioni più attese della Corte, che doveva stabilire di fatto se un presidente possa essere processato per le sue azioni quando è in carica. A stabilire quali azioni siano atti ufficiali e quali comportamenti non ufficiali sarà la giudice distrettuale Tanya Chutkan, titolare del caso a Washington.

Alla luce della decisione della Corte Suprema, martedì 27 agosto Smith ha depositato nuove accuse contro Trump, leggermente modificate rispetto a quelle originarie, con la speranza che vengano accolte e che si possa procedere ugualmente con il processo. I capi di accusa rimangono gli stessi (tra cui associazione a delinquere finalizzata alla frode nei confronti degli Stati Uniti, all’intralcio alla certificazione del risultato elettorale e contro il diritto degli elettori di veder contare i loro voti per commettere frode nei confronti degli Stati Uniti e cospirazione contro i diritti dei cittadini), ma il testo è stato modificato in modo da rimuovere i riferimenti al fatto che Trump stesse agendo come presidente.

Nelle nuove accuse si sostiene infatti che Trump avesse agito come privato cittadino e non come presidente: nel testo iniziale depositato da Smith Trump era descritto come «il 45° presidente degli Stati Uniti e candidato per la rielezione nel 2020», mentre ora è solo «candidato alla presidenza degli Stati Uniti nel 2020».

Dato che nella decisione di luglio la Corte Suprema aveva stabilito che le interazioni con il dipartimento della Giustizia contano come atti svolti nell’esercizio della funzione di presidente, Smith ha rimosso dall’accusa sia i passaggi che riguardavano i tentativi di Trump di costringere il dipartimento della Giustizia a sostenere le sue rivendicazioni che ci fossero state frodi elettorali, sia quello in cui era nominato Jeffrey Clark, allora a capo della sezione civile del dipartimento di Giustizia, inizialmente citato per aver aiutato Trump nei suoi presunti progetti di cospirazione.

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