Guida alla Mostra del cinema di Venezia

Le cose da sapere sui film in concorso e fuori concorso, e sulle celebrità che arriveranno per l'81esima edizione, che comincia oggi

(Vianney Le Caer/Invision/AP)
(Vianney Le Caer/Invision/AP)

Oggi, mercoledì 28 agosto, comincia l’81esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il più importante festival di cinema italiano e il secondo più importante al mondo dopo Cannes, che si concluderà il prossimo 7 settembre. I film in gara per il Leone d’oro – il premio principale – sono ventuno: tra i più attesi in concorso ci sono Queer di Luca Guadagnino, The room next door di Pedro Almodóvar, Maria di Pablo Larraín e Joker: Folie à Deux di Todd Phillips. Tra quelli fuori concorso invece ci sono la prima e la seconda parte di Horizon: An American Saga di Kevin Costner, oltre a molti film italiani.

Rispetto all’edizione dell’anno scorso, che si è svolta mentre era in corso lo sciopero degli attori di Hollywood, pochi dei quali avevano quindi partecipato alle varie presentazioni, quest’anno a Venezia arriveranno molte celebrità anche del cinema statunitense, come Angelina Jolie, Brad Pitt, Nicole Kidman, George Clooney, Joaquin Phoenix, Lady Gaga, Daniel Craig, Adrien Brody, Michael Keaton, Winona Ryder e Jenna Ortega.

Quest’anno la giuria della Mostra sarà presieduta dalla pluripremiata attrice francese Isabelle Huppert, che al Festival di Venezia è stata due volte vincitrice della Coppa Volpi come miglior attrice, oltre che del Leone d’oro alla carriera. Assieme a lei ci sarà il regista italiano Giuseppe Tornatore, l’attrice cinese Zhang Ziyi e una serie di altri registi e sceneggiatori: il britannico Andrew Haigh (il suo ultimo film è Estranei, dell’anno scorso), la polacca Agnieszka Holland (l’anno scorso aveva presentato a Venezia il suo film Green Border), lo statunitense James Gray, il brasiliano Kleber Mendonça Filho, il mauritano Abderrahmane Sissako e la tedesca Julia von Heinz.

– Leggi anche: I dieci anni che hanno cambiato la Mostra del cinema di Venezia

Come sempre, oltre ai film in gara la programmazione ne comprende altre decine che verranno presentati sia come fuori concorso che in altre sezioni, tra cui “Orizzonti”, dedicata a film e corti «rappresentativi di nuove tendenze estetiche». La presentatrice di questa edizione sarà l’attrice italiana Sveva Alviti, a cui spetterà il compito di inaugurare la Mostra: come film di apertura è stato scelto il film fuori concorso Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton. È il sequel del suo film del 1988 Beetlejuice – Spiritello porcello e nel cast ci sono Michael Keaton e Winona Ryder, che recitarono anche nel primo film, oltre a Jenna Ortega, Monica Bellucci (che di Burton è anche la compagna) e Willem Dafoe.

Verranno anche dati due Leoni d’oro alla carriera. Il primo a Peter Weir, 80 anni, regista e sceneggiatore australiano tra gli altri di L’attimo fuggente, The Truman Show Master & Commander. Il secondo all’attrice statunitense Sigourney Weaver, 74 anni, che esordì con un piccolo ruolo in Io e Annie di Woody Allen nel 1977 e si affermò a Hollywood con i suoi ruoli in saghe di fantascienza come Alien, GhostbustersAvatar: è la terza attrice statunitense a ricevere questo premio a Venezia dopo Jane Fonda e Jamie Lee Curtis. Il programma completo degli eventi si può trovare qui.

Come anticipato, i film in concorso per il Leone d’oro sono ventuno e comprendono una buona varietà tra film commerciali e d’autore, registi affermati e altri per la prima volta in concorso. Ci sono sette film italiani, di cui la maggior parte in coproduzione con altri paesi: Campo di battaglia di Gianni Amelio, Diva futura di Giulia Louise Steigerwalt, Vermiglio di Maura Delpero (coproduzione con Francia e Belgio), Iddu di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza (coproduzione italo-francese), Queer di Luca Guadagnino (coproduzione con gli Stati Uniti), April di Dea Kulumbegashvili (coproduzione con Georgia e Francia), Maria di Pablo Larraín (con Germania e Stati Uniti).

The room next door di Pedro Almodóvar (Spagna)
È il primo lungometraggio in inglese del celebre regista spagnolo e la sceneggiatura è un adattamento del romanzo Attraverso la vita della scrittrice statunitense Sigrid Nunez. Le protagoniste sono Julianne Moore e Tilda Swinton – che secondo Almodóvar «sostengono da sole tutto il peso del film e sono incredibili» –, che interpretano rispettivamente un’autrice di romanzi e una reporter di guerra che dopo essere state amiche d’infanzia ed essersi allontanate si riavvicinano. In Italia uscirà il 5 dicembre.

Campo di battaglia di Gianni Amelio (Italia)
È ambientato durante la Prima guerra mondiale e i due protagonisti sono Stefano (Alessandro Borghi) e Giulio (Gabriel Montesi), due medici e amici che lavorano in un ospedale militare, sono innamorati della stessa donna e maturano visioni opposte sul loro lavoro e sui loro doveri etici nei confronti dei pazienti, che farebbero qualsiasi cosa pur di non tornare al fronte. Uscirà al cinema il 5 settembre.

Leurs enfants après eux di Zoran Boukherma e Ludovic Boukherma (Francia)
Tratto dall’omonimo romanzo dell’autore francese Nicolas Mathieu, è ambientato negli anni Novanta nell’est della Francia e i protagonisti sono un gruppo di adolescenti che attraverso gli anni si incontrano e scontrano tra rivalità, storie d’amore e d’amicizia.

The Brutalist di Brady Corbet (Regno Unito)
Racconta trent’anni di storia di László Tóth (Adrien Brody), un architetto ebreo nato in Ungheria, sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti ed emigrato negli Stati Uniti dopo la guerra, che dopo anni di duro lavoro e povertà viene assoldato da un ricco cliente per un lavoro che gli cambierà la vita. László Tóth è un personaggio realmente esistito anche se non era un architetto ma un geologo, e divenne famoso per aver vandalizzato la Pietà di Michelangelo.

Jouer avec le feu di Delphine Coulin e Muriel Coulin (Francia)
Le due registe, sorelle, hanno descritto così il film: «continuerei a voler bene a mio figlio se sviluppasse idee diametralmente opposte alle mie? Resterebbe mio figlio o il cambiamento sarebbe tale da trasformarlo in un estraneo da ripudiare? Siamo in grado di perdonare proprio tutto? In un clima politico in cui stanno vincendo gli estremi, queste sono le domande che ci hanno guidate». È la storia di un padre che ha cresciuto da solo due figli, uno dei quali comincia a militare in ambienti di estrema destra molto lontani dalle idee politiche con cui è stato cresciuto.

Vermiglio di Maura Delpero (Italia, Francia, Belgio)
Vermiglio è la cittadina del Trentino-Alto Adige dove crebbe il padre della regista, «un paesaggio dell’anima, un “lessico famigliare” che vive dentro di me». Il film si ispira alla storia della sua numerosa famiglia nell’ultimo anno della Seconda guerra mondiale, quando in paese arriva un soldato rifugiato sconvolgendone gli equilibri.

Iddu di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza (Italia, Francia)
Un politico siciliano condannato per mafia, Catello (Toni Servillo), viene coinvolto in un’indagine dei servizi segreti, che gli chiedono aiuto per catturare il latitante Matteo (Elio Germano), suo figlioccio. Uscirà al cinema il 10 ottobre.

Queer di Luca Guadagnino (Italia, Stati Uniti)
Tratto dall’omonimo romanzo di William S. Burroughs, scrittore e saggista americano della cosiddetta “beat generation”, racconta una storia d’amore tra due uomini ambientata nel 1950 a Città del Messico. William Lee (Daniel Craig) è un uomo statunitense di mezza età che vive in solitudine da espatriato finché non arriva in città un giovane studente, Eugene Allerton (Drew Starkey), di cui si innamora.

Kjærlighet (Love) di Dag Johan Haugerud (Norvegia)
È il secondo film della trilogia del regista norvegese Sex, Love, Dreams. Racconta l’incontro tra una medica, Marianne, e un infermiere, Tor, che passa spesso le sue serate su un traghetto in cerca di incontri con altri uomini. La conoscenza porterà la donna a mettere in discussione le norme sociali per quanto riguarda l’intimità e l’amore. 

April di Dea Kulumbegashvili (Georgia, Francia, Italia)
È ambientato nella Georgia rurale, dove un’ostetrica, Nina, è sospettata di praticare aborti illegali. La regista ha descritto la protagonista così: «Nina è un personaggio che ama universalmente ma non ama nessuno in particolare. Possiede un’empatia sconfinata ma fa fatica a stabilire legami personali. Spinta unicamente dalla propria missione, non desidera e non ha bisogno di nulla per sé. Alla fine si ritrova però incapace di contribuire a un vero cambiamento».

The Order di Justin Kurzel (Canada)
È tratto dal libro The Silent Brotherhood, che ricostruisce le vicende di un gruppo suprematista bianco degli anni Ottanta (the Order, appunto). Tutto inizia quando in una cittadina dell’Idaho un agente dell’FBI interpretato da Jude Law collega tra loro una serie di rapine e altri crimini per arrivare a scoprire le attività di un gruppo terroristico che minaccia la stabilità del governo degli Stati Uniti.

Maria di Pablo Larraín (Italia, Germania, Stati Uniti)
È un biopic sulla cantante lirica più famosa al mondo: Maria Callas. Lei è interpretata da Angelina Jolie, e nel cast ci sono Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher e Valeria Golino, tra gli altri. Il regista ha detto che è la «storia dei suoi ultimi giorni, una celebrazione raccontata attraverso i ricordi e gli amici, e soprattutto attraverso il suo canto».

Trois amies di Emmanuel Mouret (Francia)
Il regista, francese, è noto per le sue commedie romantiche e sentimentali, che qualcuno ha paragonato al cinema di Woody Allen. Questa è la storia di tre amiche, come dice il titolo, in un momento in cui una decide di lasciare il compagno e un’altra ha una relazione col compagno della terza.

El Jockey di Luis Ortega (Argentina, Messico, Spagna, Danimarca, Stati Uniti)
Il protagonista è il leggendario fantino Remo Manfredini, che è in crisi con la fidanzata e deve ripagare un grosso debito a un boss mafioso. Il giorno della gara più importante della sua vita ha un incidente e comincia a vagare per le strade di Buenos Aires in cerca della propria vera identità.

Joker: Folie à Deux di Todd Phillips (Stati Uniti)
Dopo il primo film Joker, uscito nel 2019, Phillips continua il suo racconto del personaggio del cattivo di Batman in un thriller che è anche un musical. Oltre a Joaquin Phoenix come protagonista, nel cast c’è la pop star e attrice Lady Gaga, che interpreta la donna di cui Joker si innamora.

Babygirl di Halina Reijn (Stati Uniti)
La protagonista è Nicole Kidman, affermata amministratrice delegata che mette in crisi la propria carriera e la propria vita personale iniziando una relazione con uno stagista. È un thriller erotico che la regista, olandese, ha descritto così: «la relazione al centro di Babygirl consente a Romy e Samuel di mettere in scena la loro confusione riguardo a potere, genere, età, gerarchia e istinto animale. Nonostante i tabù, la gioia di quell’esplorazione è liberatoria e persino curativa». Uscirà in Italia alla fine di dicembre.

Ainda Estou Aqui di Walter Salles (Brasile, Francia)
È ambientato in Brasile nel 1971, durante la dittatura, e racconta la storia vera dell’attivista Eunice Paiva e della sua battaglia per ritrovare il marito Rubens, un deputato desaparecido. Il regista è amico dei cinque figli dei Paiva e ha raccontato che «durante i sette anni passati a creare Ainda estou aqui la vita in Brasile ha virato pericolosamente vicino alla distopia degli anni Settanta, il che ha reso ancora più urgente raccontare questa storia».

Diva futura di Giulia Steigerwalt (Italia)
Diva futura è il nome dell’agenzia di Riccardo Schicchi in cui tra gli anni Ottanta e Novanta passarono attrici porno di fama internazionale come Cicciolina, Moana Pozzi e Eva Henger. La storia di queste celebrità e di come si intrecciarono con le vicende italiane di quegli anni viene raccontata da Debora, giovane segretaria dell’agenzia. La regista esordì come attrice giovanissima in Come te nessuno mai di Gabriele Muccino, e questo è il suo secondo film.

Harvest di Athina Rachel Tsangari (Regno Unito, Germania, Grecia, Francia, Stati Uniti)
Tratto dall’omonimo romanzo di Jim Crace, racconta la storia di una comunità agricola in un tempo e in un luogo indefiniti, che «viene sconvolta da tre tipi di forestieri: il cartografo, il migrante e l’uomo d’affari, tutti archetipi di cambiamenti sconvolgenti» portati dalla rivoluzione industriale.

Qing Chun: Gui (Youth: Homecoming) di Bing Wang (Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi)
È il terzo documentario di una trilogia sui lavoratori cinesi dell’industria tessile: «gli stipendi sono molto bassi, le giornate infinite e non c’è quasi tempo di riposare. La società cinese ha ridotto la loro vita quotidiana a lavoro». Quest’ultimo film è ambientato nella provincia di Zhili durante le feste di Capodanno, quando il lavoro rallenta, molti tornano nei propri villaggi e due di loro si sposano.

Stranger eyes di Siew Hua Yeo (Singapore, Taipei, Francia, Stati Uniti)
La figlia di una giovane coppia scompare e poco dopo loro scoprono di essere filmati quotidianamente da qualcuno. Come si può intuire è un thriller, ed è il primo film prodotto a Singapore in concorso a Venezia da quando esiste il festival.

Fuori concorso
I film fuori concorso dell’ottantunesima edizione della Mostra sono 14. Oltre ai già citati Beetlejuice Beetlejuice e Horizon: An American Saga, verranno presentati anche L’orto americano del regista italiano Pupi Avati (film di chiusura del festival), Se posso permettermi. Capitolo II di Marco Bellocchio (il seguito di un cortometraggio omonimo del 2019), Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini, Allégorie citadine di Alice Rohrwacher e JR, e Wolfs di Jon Watts, tra gli altri.