L’Africa non è un paese
È quello che spiega Dipo Faloyin nel nuovo libro di Altrecose, in libreria da oggi: smontando luoghi comuni e ignoranza su un continente enorme e vicino
Da mercoledì 28 agosto è in libreria L’Africa non è un paese di Dipo Faloyin, il nuovo libro pubblicato da Altrecose, il marchio editoriale del Post e di Iperborea. Che prosegue l’intento del progetto di fare informazione e conoscenza anche attraverso i libri, e coinvolgendo autori e opere di qualità da tutto il mondo.
Altrecose ha scelto di tradurre e pubblicare L’Africa non è un paese vedendoci un prezioso contributo per superare i luoghi comuni e l’ignoranza ancora molto frequenti e diffusi quando si parla di “Africa” (impegno a cui il Post si era già dedicato su una più piccola scala dentro un numero della rivista Cose spiegate bene). Anzi, a cominciare dal titolo, è un tentativo di spiegarci quanto sia usato superficialmente il nome di “Africa” per un enorme pezzo di mondo che è tante cose insieme e che quasi mai può essere efficacemente raccontato come una cosa sola e con una parola sola. Come invece avviene continuamente nei nostri pezzi di mondo, molto di più di quanto non facciamo con gli altri continenti (chiamiamo abitualmente “asiatici” i cinesi o gli indiani o i giapponesi? chiamiamo abitualmente “americani” i brasiliani o i canadesi?).
«Per molto tempo» scrive Faloyin, «“Africa” è stato sinonimo di povertà, conflitto, corruzione, guerre civili e distese di arida terra rossa dove cresce soltanto miseria. […] Un grande parco safari, dove leoni e tigri si aggirano liberi intorno alle case e gli africani trascorrono le giornate in tribù di guerrieri che, seminudi, hanno in mano la lancia e vanno a caccia di selvaggina, oppure saltano su e giù al ritmo di un loro rituale in attesa del prossimo pacco di aiuti. Povertà o safari, e in mezzo niente». Basta riflettere qualche istante per realizzare quanto questa immagine dell’Africa sia ancora presente e diffusa, e quanto sia evidentemente inadatta alla realtà delle cose. E quanto poco sappiamo dei diversi – diversi – paesi che ne fanno parte e delle loro storie.
L’Africa non è un paese descrive l’importanza dell’eredità coloniale nella costruzione delle nazioni africane, e muovendosi fra i temi più vari – dalla vita urbana di Lagos, alle storie differenti delle differenti dittature novecentesche, alla rivalità su chi cucini il miglior riso jollof – smonta brillantemente la superficialità dell’Occidente che tratta l’Africa senza conoscerne le varietà – culturali, sociali, economiche – né le singolari condizioni di ciascun paese. Tra racconti storici e personali, Dipo Faloyin rimette in ordine dinamiche comuni e vicende particolari che, alla fine della lettura, attenuano un po’ la nostra ignoranza.
Dipo Faloyin è cresciuto in Nigeria e vive a Londra, dove collabora con diverse testate internazionali. L’Africa non è un paese è stato tradotto in italiano da Tommaso Bernardi e la prefazione è stata scritta da Eugenio Cau del Post: può essere acquistato in tutte le librerie fisiche e digitali (e può essere ordinato anche sul sito del Post, con spese di spedizione gratuite).
Altrecose prosegue il lavoro giornalistico del Post scegliendo e portando nelle librerie (in tutte e due le accezioni del termine) libri utili a conoscere meglio quello che succede e a discuterne: L’Africa non è un paese è il terzo titolo pubblicato, dopo Mostri di Claire Dederer e Traffic di Ben Smith.