Atlete, atleti e squadre da seguire alle Paralimpiadi di Parigi
Ci saranno moltissime gare e circa 4.400 atleti: una guida per non perdersi alcuni dei più attesi, o quelli che potrebbero sorprendere
Mercoledì 28 agosto cominceranno ufficialmente le Paralimpiadi di Parigi con la cerimonia di apertura, mentre le gare inizieranno il 29 e finiranno domenica 8 settembre. Saranno le Paralimpiadi più partecipate di sempre: circa 4.400 tra atlete e atleti, in rappresentanza di 185 paesi, competeranno in 23 sport diversi (a loro volta divisi in varie discipline); l’Italia porterà 70 donne e 71 uomini. Gli eventi da medaglia sono ben 549, perché in molti sport ci sono categorie diverse in base alle diverse disabilità, e gli atleti, le atlete e le squadre da seguire saranno quindi parecchi.
Atletica leggera
Il 30 agosto allo Stade de France cominceranno le gare di atletica: solo per i 100 metri, ci saranno 16 finali maschili e 13 femminili, divise tra le varie categorie di disabilità. Nella categoria T63, in cui gareggiano le atlete le cui gambe sono state amputate sopra il ginocchio, l’Italia vinse l’oro, l’argento e il bronzo tre anni fa a Tokyo con Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto. Sabatini all’epoca aveva solo 19 anni e vinse facendo il nuovo record del mondo (14,11 secondi): lo scorso anno ai Mondiali paralimpici di Parigi ha vinto di nuovo l’oro e ha abbassato il record a 13,98 secondi, e alle Paralimpiadi sarà la favorita nella sua categoria. Sabatini è anche una dei due portabandiera scelti dalla delegazione italiana per la cerimonia di apertura.
Ci sono grandi attese per il trentottenne svizzero Marcel Hug, uno dei migliori atleti paralimpici di sempre, vincitore di 12 medaglie paralimpiche (di cui sei d’oro) e di 26 medaglie mondiali (13 d’oro). Hug gareggia su varie distanze della categoria T54, quella con atleti con lesioni midollari che hanno una normale forza muscolare nelle braccia e un controllo del tronco parziale, e utilizzano una carrozzina da corsa (un mezzo concepito per le competizioni, con tre ruote). Alle Paralimpiadi di Tokyo Hug fece un eccezionale en plein vincendo l’oro negli 800, nei 1.500, nei 5.000 metri e anche nella maratona, una gara che peraltro ha vinto in vari luoghi del mondo, da New York a Londra.
Altri tre atleti da seguire sono il tedesco Markus Rehm, l’indiano Sumit Antil e lo statunitense Ezra Frech. Rehm, soprannominato The Blade Jumper, ha 36 anni e gareggia nel salto in lungo categoria T64, per chi ha un’amputazione sotto il ginocchio (“blade” vuol dire lama, “jumper” saltatore, e il soprannome è un gioco di parole difficilmente traducibile che fa riferimento al titolo del film Blade Runner, per il fatto che la sua protesi può sembrare una lama). Ha vinto quattro ori nelle ultime quattro Paralimpiadi e ha un record personale di 8,72 metri, la nona misura di sempre tra atleti con o senza disabilità. Quest’anno il suo miglior salto è stato di 8,44 metri, una misura con cui avrebbe vinto l’argento alle Olimpiadi, alle quali però non può partecipare perché è stato stabilito che la protesi che porta sulla gamba destra gli darebbe un vantaggio rispetto agli atleti non amputati.
Uno dei migliori saltatori in lungo di sempre
Sumit Antil detiene il record mondiale nel lancio del giavellotto maschile, categoria F64 (F, che sta per field, è la sigla che precede il codice della disabilità nei lanci, mentre T, track, riguarda le gare di corsa e i salti) ed è campione paralimpico e campione mondiale in carica. Il lancio del giavellotto è la stessa disciplina nella quale l’India, alle Olimpiadi di Tokyo, vinse la sua prima medaglia d’oro della storia nell’atletica leggera, con Neeraj Chopra. Alle Paralimpiadi l’India va tradizionalmente meglio che alle Olimpiadi: ai Giochi paralimpici del 2021 arrivò ventiquattresima nel medagliere con 5 ori e 19 medaglie totali, mentre alle ultime Olimpiadi di Parigi è arrivata appena settantunesima, con 6 medaglie totali e neanche una d’oro.
Ezra Frech ha solo 19 anni ma ha già battuto due volte il record del mondo nel salto in alto, categoria T63: il mese scorso è arrivato a 1,97 metri e alle Paralimpiadi sarà quindi il favorito nella gara. Figlio di un’immigrata iraniana, è nato senza parte della gamba sinistra (gli mancavano il ginocchio e il perone) e senza un dito della mano sinistra: a due anni gli fu rimossa la parte bassa della gamba sinistra e un dito del piede sinistro amputato gli venne impiantato nella mano. Oltre a essere un atleta paralimpico (gareggia anche nel salto in lungo), Frech è anche un attivista per i diritti delle persone con disabilità.
Nuoto
Il nuoto è senza dubbio lo sport in cui l’Italia va meglio alle Paralimpiadi: nel 2021 vinse 39 medaglie totali, 11 delle quali d’oro, e fu quinta nel medagliere. BBC Sport ha inserito l’italiano Simone Barlaam al primo posto nella sua lista degli otto atleti da seguire a Parigi, definendolo «una figura chiave nell’affermazione dell’Italia come potenza paralimpica in piscina». Barlaam è nato a Milano, ha ventiquattro anni e una malformazione all’anca (coxa vara) e un’ipoplasia (uno sviluppo incompleto) del femore destro, quindi ha una gamba più corta dell’altra; quando era piccolo fu operato una dozzina di volte, senza riuscire a risolvere del tutto il problema.
Oggi Barlaam gareggia in varie discipline della categoria S9 (stile libero, farfalla e dorso per nuotatori con lievi disabilità). A Tokyo vinse l’oro nei 50 metri stile libero, due argenti e un bronzo, mentre agli ultimi mondiali di Manchester, lo scorso anno, ha vinto sei medaglie d’oro nelle sei gare a cui ha partecipato: 50, 100 e 400 metri stile libero, 100 metri dorso, 100 metri farfalla e staffetta 4×100 mista, le stesse gare a cui parteciperà a Parigi.
Carlotta Gilli è un’altra nuotatrice su cui l’Italia punta molto: ha 23 anni, è affetta dalla malattia di Stargardt, una retinopatia degenerativa, ed è probabilmente la più forte nuotatrice ipovedente del mondo in attività. Detiene sei record del mondo in vasca lunga e finora ha vinto 5 medaglie paralimpiche (2 d’oro) e 22 medaglie mondiali (14 delle quali d’oro): va forte soprattutto a farfalla e nelle gare miste. Altre due giovani nuotatrici da seguire sono la ventenne statunitense Anastasia Pagonis, diventata cieca a causa di una retinopatia, e la diciottenne australiana Isabella Vincent, nata con una regressione caudale, una malformazione congenita rara che limita lo sviluppo del corpo dall’osso sacro in giù. Pagonis detiene il record del mondo nei 400 stile libero nella categoria S11, quella dedicata a nuotatori e nuotatrici ciechi: a Tokyo vinse l’oro in quella gara a soli 17 anni. Vincent a 15 anni vinse un argento e un bronzo in due staffette alle scorse Paralimpiadi.
La vittoria di Carlotta Gilli nei 100 metri farfalla S13 alle Paralimpiadi di Tokyo
Ciclismo
La statunitense Oksana Masters, nata in Ucraina nel 1989 (con diversi problemi congeniti causati dalle radiazioni emesse dall’esplosione alla centrale nucleare di Chernobyl del 1986), è forse una delle atlete paralimpiche più versatili e famose di sempre. Dopo essere stata abbandonata dai genitori e aver passato alcuni anni in orfanotrofio, a sette anni fu adottata da una donna statunitense; poco dopo le furono amputate entrambe le gambe sopra il ginocchio e fu operata alle mani per consentire a un’altra delle dita di fungere da pollice, visto che le mancavano entrambi i pollici.
Una delle cose che rende eccezionale Masters è la sua capacità di competere e vincere in diversi sport, alle Paralimpiadi estive e a quelle invernali: nel 2012 vinse un bronzo nel canottaggio, poi passò agli sport invernali, nei quali alle ultime tre edizioni dei Giochi ha vinto in tutto sette medaglie, cinque nello sci di fondo e due nel biathlon. Alle Paralimpiadi di Tokyo del 2021 ha vinto due medaglie d’oro nel ciclismo, quella a cronometro nella categoria H4-5 e quella in linea nella categoria H5 (entrambe per atlete con disabilità alle gambe che gareggiano con la handbike). A Parigi gareggerà di nuovo in queste due categorie.
Oksana Masters racconta la sua storia a The Players’ Tribune
Come Masters, anche la cinquantaquattrenne Francesca Porcellato ha gareggiato in vari sport, partecipando a sette Paralimpiadi estive e tre invernali, e vincendo in tutto 15 medaglie tra atletica paralimpica, ciclismo e sci di fondo. Gareggia sulla sedia a rotelle, perché è paraplegica da quando aveva un anno e mezzo (fu investita da un camion), e ha vinto tra le altre cose sia i 100 metri paralimpici, a Seul nel 1988, sia alcune delle più importanti maratone al mondo come New York, Londra e Boston.
Assieme ad Ambra Sabatini, l’altro portabandiera italiano nella cerimonia di apertura sarà il 53enne Luca Mazzone, che ha una lunghissima esperienza di atleta paralimpico. Mazzone nel 1990 subì una lesione al midollo urtando uno scoglio in un tuffo che lo costrinse a usare la sedia rotelle: poco dopo cominciò a praticare il nuoto paralimpico, vincendo due medaglie d’argento alle Paralimpiadi di Sydney del 2000. Dal 2011 decise invece di dedicarsi all’handbike, lo sport in cui ha ottenuto i migliori successi, tra cui tre medaglie d’oro paralimpiche (una a cronometro e due nella staffetta) e ben 18 ori mondiali.
Sport di squadra
L’unica squadra italiana che parteciperà alle Paralimpiadi di Parigi sarà l’Italia femminile del sitting volley, una variante della pallavolo nella quale atlete e atleti giocano da seduti su un campo più piccolo e con la rete più bassa. La nazionale italiana lo scorso anno ha vinto per la prima volta gli Europei, qualificandosi così per le Paralimpiadi, dove sarà in un girone con Francia, Stati Uniti e Cina (i gironi sono due e nell’altro ci sono Canada, Brasile, Ruanda e Slovenia).
Nel sitting volley maschile c’è una nazionale che è nettamente più forte delle altre: l’Iran, vincitrice delle ultime due edizioni delle Paralimpiadi e dei Mondiali (e delle ultime tre del torneo Giochi Para Asiatici). In tutto, l’Iran ha vinto sette delle dodici edizioni del torneo paralimpico di sitting volley. A Parigi sarà come sempre la favorita per l’oro, grazie soprattutto al trentaseienne Morteza Mehrzad, il secondo uomo vivente più alto del mondo.
Mehrzad ha l’acromegalia, una patologia che causa un eccesso di produzione dell’ormone della crescita: è alto 2,46 metri e la sua gamba destra è lunga quindici centimetri in meno di quella sinistra, a causa di un incidente che ebbe in bicicletta quando era giovane. Seduto con le braccia stese in alto raggiunge un metro e 95, e considerando che la rete è alta 1,15 metri è facile capire quanto sia complicato giocarci contro, anche perché nel sitting volley, a differenza della pallavolo, si può fare muro pure sulla battuta. Non è solo la sua altezza, comunque, a renderlo eccezionale, perché Mehrzad è un giocatore molto forte tecnicamente: fu il miglior realizzatore sia nella finale del 2016 sia in quella del 2021.
Un po’ di highlights di Mehrzad dalle Paralimpiadi di Tokyo
Un’altra squadra decisamente dominante nel suo sport è il Brasile nel blind football, il calcio a 5 per ciechi, che si giocherà sotto la Tour Eiffel, nello stesso stadio temporaneo in cui alle Olimpiadi si giocò a beach volley. Alle Paralimpiadi si gioca solo il torneo maschile e da Atene 2004, quando fu introdotto, ha sempre vinto il Brasile. Nel calcio a 5 per ciechi il pubblico deve rimanere in silenzio per permettere ai giocatori di capire dove si trova la palla, che ha al suo interno dei sonagli per segnalare la posizione. Gli atleti indossano delle mascherine sugli occhi in modo da trovarsi tutti nella medesima condizione (visto che alcuni hanno parziali gradi di visibilità), ma ci sono due giocatori vedenti in campo senza mascherine: i portieri. Un altro motivo per cui il silenzio è necessario è che i 4 giocatori di movimento sono guidati in campo dall’allenatore quando la palla si trova nelle zone centrali del campo, dal portiere quando si è in difesa e da una guida dietro la porta nella zona d’attacco.
Anche nel goalball, uno dei due sport che esistono solamente alle Paralimpiadi e non alle Olimpiadi, il pubblico deve rimanere in silenzio per permettere ad atlete e atleti di sentire la palla. Si gioca tre contro tre su un campo rettangolare lungo 18 metri e largo 9, con due grandi porte sui lati corti del campo, alte un metro e 30 centimetri. Tutti i giocatori possono sia parare che tirare, e il silenzio può essere parte della strategia: per non dare punti di riferimento agli avversari spesso si cerca di far fare meno rumore possibile alla palla. Nel torneo femminile, la Turchia ha vinto la medaglia d’oro alle ultime due Paralimpiadi, grazie soprattutto alla trentenne Sevda Altunoluk, considerata la miglior giocatrice di goalball al mondo. Alle Paralimpiadi di Tokyo fu la top scorer del torneo con 46 gol segnati, compresi tutti e nove i gol della finale per l’oro, in cui la Turchia batté gli Stati Uniti per 9-2.
Altri sport
La tennista ventisettenne Diede de Groot, olandese, è oggi la numero 1 del ranking mondiale nel singolare e la numero 3 nel doppio (fino a poco tempo fa era la numero 1 anche qui): è insomma la più forte giocatrice di tennis in carrozzina in attività. Tra il febbraio del 2021 e il maggio del 2024 non ha mai perso nel singolare, vincendo 145 partite consecutive; ha vinto in tutto 42 tornei del Grande Slam, 23 nel singolare e 19 nel doppio, e alle Paralimpiadi di Tokyo fece la doppietta singolare-doppio (con Aniek van Koot). Nel 2021 ha ottenuto il cosiddetto Super Slam, vincendo i quattro tornei Slam, le Paralimpiadi e i Masters (l’equivalente delle WTA Finals, il torneo di fine anno tra le migliori otto tenniste della stagione). A Parigi è considerata nettamente favorita in entrambi i tornei.
Alle Paralimpiadi di Tokyo de Groot vinse anche il premio come miglior atleta donna
Una delle più giovani atlete alle Paralimpiadi di Parigi sarà la diciassettenne indiana Sheetal Devi, che gareggerà nel tiro con l’arco. Devi è focomelica e le mancano tutti e due gli arti superiori, motivo per cui utilizza l’arco con i piedi: è l’unica donna senza entrambe le braccia a gareggiare a livello internazionale nel tiro con l’arco. Nel 2022 ha vinto l’oro singolare e a squadre ai Giochi Para Asiatici. Amalia Pérez invece ha 51 anni, fa sollevamento pesi e queste saranno le sue settime Paralimpiadi: nelle prime due edizioni vinse due argenti, nelle ultime quattro ha vinto sempre la medaglia d’oro, in quattro categorie diverse di peso (52 chili a Pechino, 60 chili a Londra, 55 chili a Rio de Janeiro e 61 chili a Tokyo).
E poi c’è Beatrice Vio, detta Bebe, che ha 27 anni ed è una delle schermitrici paralimpiche migliori di sempre, specializzata nel fioretto, ed è anche una delle atlete paralimpiche italiane più note e influenti al mondo. È stata la prima schermitrice disabile al mondo ad aver gareggiato con quattro protesi artificiali, a causa di una grave meningite che la colpì nel 2008 e costrinse i medici ad amputarle gambe e braccia per tenerla in vita. Le sue competizioni e le sue molte vittorie sono ormai da tempo seguitissime, soprattutto ai Giochi. Alle Paralimpiadi fin qui ha vinto due medaglie d’oro nel fioretto individuale (nel 2016 e nel 2021) e un bronzo e un argento in quello a squadre.