I primi soccorsi di migranti di una nave finanziata dalla Chiesa cattolica italiana

Nel weekend ha assistito l'ong Mediterranea durante tre operazioni: è la prima volta che assume un ruolo diretto nel soccorso in mare

La nave Mare Jonio di Mediterranea prima dell'ultima missione di soccorso (Mediterranea)
La nave Mare Jonio di Mediterranea prima dell'ultima missione di soccorso (Mediterranea)
Caricamento player

Fra sabato 24 e domenica 25 agosto la nave Mare Jonio dell’ong Mediterranea, che da diversi anni d’estate soccorre i migranti nel Mediterraneo, ha soccorso 182 persone in tre operazioni nel tratto di mare compreso fra la Sicilia e il Nord Africa. Ad assistere l’equipaggio della Mare Jonio durante i soccorsi c’è stata anche una piccola barca a vela, che ha seguito la Mare Jonio dall’inizio della missione: si chiama Migrantes ed è finanziata dalla Fondazione Migrantes, un organo della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), cioè l’assemblea dei vescovi. È la prima volta che una barca finanziata dalla Chiesa cattolica italiana ha un ruolo così diretto nel soccorso di migranti nel Mediterraneo.

La barca a vela ospita un equipaggio di una decina di persone fra cui due skipper, altrettanti dirigenti di Fondazione Migrantes e alcuni soccorritori e volontari. Prima della missione Mediterranea aveva fatto sapere che la barca a vela Migrantes avrebbe avuto «funzioni di osservazione e documentazione, informazione e testimonianza». Non si sa quanto sia costato attrezzare la barca e metterla in mare.

Barche a vela di queste dimensioni non sono adatte a soccorrere decine o centinaia di persone in mare: negli ultimi anni però diverse piccole organizzazioni hanno messo in mare barche simili per agevolare i soccorsi delle ong più grandi e delle autorità italiane. Distribuiscono giubbotti di salvataggio, controllano che le imbarcazioni di migranti non affondino, e osservano eventuali intercettazioni della cosiddetta Guardia costiera libica.

È la prima volta, però, che operazioni del genere vengono compiute da una nave che di fatto appartiene alla Chiesa cattolica italiana. Finora la Chiesa più impegnata nel soccorso in mare è stata quella protestante tedesca, che da anni è fra i maggiori finanziatori della ong Sea-Watch, fra le più esperte nel soccorso di migranti nel Mediterraneo. Ormai da anni nel dibattito pubblico italiano il soccorso in mare da parte delle ong viene molto osteggiato dai partiti di destra, e non era scontato che la Chiesa cattolica decidesse di fare qualcosa in maniera così concreta. Domenica sia la Verità sia Libero, i due giornali con gli orientamenti più vicini alla maggioranza che sostiene il governo, hanno dedicato il titolo di prima pagina alla barca a vela Migrantes, con toni assai polemici.

«La nostra fondazione ha accolto il progetto della sede di Fano, in collaborazione con Mediterranea, per monitorare uno dei tanti viaggi di soccorso in mare dei migranti e informare correttamente l’opinione pubblica, spesso disinformata o male informata. Soccorrere e non respingere o abbandonare è la legge del mare, che mette al primo posto sempre la vita delle persone. Solo dopo il soccorso e l’accoglienza si può valutare un percorso di rientro in patria o di tutela e protezione dei migranti», ha detto ad Avvenire il presidente della Fondazione Migrantes, l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio Gian Carlo Perego.

La prima missione di Migrantes è stata celebrata anche da un messaggio di Papa Francesco, scritto su un foglio e fatto arrivare all’equipaggio tramite don Mattia Ferrari, un sacerdote che collabora da molti anni con Mediterranea. «Cari fratelli, vi auguro il meglio e invio la mia benedizione all’equipaggio di Mediterranea Saving Humans e a Migrantes. Prego per voi. Grazie tante per la vostra testimonianza. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca. Fraternamente, Francesco». Mediterranea aveva già diversi contatti con la Chiesa cattolica italiana. Uno dei suoi fondatori, l’attivista Luca Casarini, era anche stato invitato a partecipare all’ultimo Sinodo dei vescovi per raccontare la sua esperienza nel soccorso in mare.

Dopo le tre operazioni di soccorso il comando generale delle Capitanerie di porto, l’organo della Guardia costiera italiana che sovrintende i soccorsi in mare nella zona SAR italiana, ha assegnato alla Mare Jonio il porto di sbarco di Pozzallo, in provincia di Ragusa. Lo sbarco delle 65 persone a bordo è avvenuto lunedì mattina. In questi giorni le condizioni meteo piuttosto favorevoli stanno agevolando le partenze di migranti dalla Tunisia e dalla Libia: fra sabato e domenica sono arrivate via mare a Lampedusa circa 800 persone.