Il governo orientale della Libia ha detto che smetterà di estrarre ed esportare petrolio nelle aree che controlla

Il porto di Sidra nel 2017 (REUTERS/ Esam Omran Al-Fetori)
Il porto di Sidra nel 2017 (REUTERS/ Esam Omran Al-Fetori)

Il governo della parte orientale della Libia, quella guidata dal generale Khalifa Haftar, ha detto che smetterà di estrarre ed esportare petrolio dalle aree che controlla nell’ambito di una recente disputa con il governo di Tripoli, quello formalmente riconosciuto dalla comunità internazionale. La disputa riguarda in particolare chi debba guidare la banca centrale libica che gestisce e spartisce i flussi di denaro dall’estero e soprattutto i proventi della vendita di petrolio: il governo orientale si oppone al fatto che quello di Tripoli voglia sostituire l’attuale governatore della banca, Sadiq Al-Kabir, che negli ultimi mesi si è molto avvicinato alla famiglia di Haftar.

L’esportazione di petrolio è la principale fonte di guadagno della Libia, che è il paese africano che esporta più greggio al mondo: per questo motivo le ricorrenti dispute fra i due governi spesso sfociano in blocchi della sua estrazione ed esportazione. La maggior parte delle riserve si trova nell’est del paese, nel bacino della Sirte, controllato dal governo orientale; nella stessa area si trovano i quattro principali porti di esportazione, fra cui il porto di Sidra, il più grande del paese. Non è ancora chiaro quanto possa durare questo blocco, né che effetti possa avere.

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