Nella Striscia di Gaza sono arrivate più di 25mila fiale di vaccini contro la poliomielite
Contengono le dosi per vaccinare più di un milione di persone contro il virus che causa la malattia, di cui è stato confermato il primo caso in 25 anni
Domenica l’esercito israeliano ha detto che sono state consegnate nella Striscia di Gaza le dosi per vaccinare più di un milione di persone contro la poliomielite, una malattia molto grave. Il 16 agosto è stato registrato il primo caso di infezione in 25 anni nel territorio palestinese che da quasi undici mesi è bombardato e invaso da Israele, in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre. Cinque camion attrezzati con celle refrigerate hanno trasportato nella Striscia più di 25mila fiale che contengono 1,6 milioni di dosi di vaccino, grazie alla collaborazione tra l’esercito israeliano e le Nazioni Unite.
Nei bambini la poliomielite può provocare forme permanenti di paralisi delle gambe, difficoltà respiratorie e nei casi peggiori la morte. La malattia è stata eradicata nella maggior parte del mondo grazie ai vaccini e il virus che la causa, che generalmente si trasmette attraverso l’acqua contaminata dalle feci, circola solo in Afghanistan e in Pakistan. Tuttavia a luglio il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) lo aveva trovato nelle fognature della Striscia di Gaza.
Nei campi profughi e negli altri accampamenti in cui vive gran parte della popolazione della Striscia a causa dei bombardamenti israeliani mancano l’acqua pulita e sistemi efficienti per lo smaltimento dei rifiuti e delle acque reflue. Spesso viene usata acqua sporca sia per lavare le stoviglie che per bere. In aggiunta al caso di infezione confermato se ne sospettano vari altri.
Non si sa ancora con esattezza come avverrà la campagna vaccinale per somministrare i vaccini alla popolazione della Striscia, ma il COGAT, l’ente militare israeliano che sovrintende alla distribuzione degli aiuti a Gaza, ha detto che operatori sanitari locali e internazionali vaccineranno la popolazione in diversi luoghi di Gaza durante le «abituali pause umanitarie» dai combattimenti, in modo che i civili possano raggiungere i centri sanitari.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha chiesto una pausa umanitaria di sette giorni nei combattimenti tra Israele e Hamas per procedere con le vaccinazioni e svolgerle nel minor tempo possibile. Secondo le Nazioni Unite solo il 40 per cento delle strutture sanitarie della Striscia, in gran parte danneggiate dagli attacchi israeliani, funziona.