L’attacco di Israele contro Hezbollah in Libano
Nella notte tra sabato e domenica ha colpito diversi siti del gruppo paramilitare, che poco dopo ha risposto con razzi e droni, in uno degli scontri più intensi degli ultimi mesi
Nella notte tra sabato e domenica Israele ha attaccato in Libano il gruppo paramilitare e politico radicale Hezbollah (che sostiene Hamas ed è sostenuto dall’Iran). Hezbollah ha risposto poco dopo inviando droni e razzi verso il territorio israeliano, che Israele ha detto di aver intercettato. È uno degli scontri più intensi degli ultimi mesi tra Israele e il gruppo paramilitare libanese: tre persone libanesi sono state uccise e diverse infrastrutture sono state danneggiate, anche della rete elettrica e idraulica. I media israeliani hanno riportato che è stato ucciso un soldato israeliano, colpito dalle schegge provocate dall’intercettazione di un missile.
L’esercito israeliano ha attaccato per primo con missili e razzi alcuni obiettivi nel sud del Libano, e ha poi sostenuto di averlo fatto come forma di difesa «preventiva» in vista dell’attacco imminente che Hezbollah stava preparando. Poco dopo Hezbollah ha attaccato Israele e diffuso un comunicato in cui diceva di averlo fatto in risposta all’attacco dell’esercito israeliano a Beirut del 30 luglio, in cui era stato ucciso il suo membro Muhsin Shukr, noto anche come Fuad Shukr.
Attorno alle 8:30 (ora italiana) Hezbollah ha fatto sapere di aver concluso il proprio attacco «per oggi», che ha definito una «prima fase». Israele è andato avanti a colpire il sud del Libano fin nella tarda mattinata per poi fermarsi a sua volta: il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha poi detto che questa «non è la fine della storia».
L’aumento delle tensioni tra Israele e Hezbollah era iniziato con la guerra nella Striscia di Gaza e si è intensificato soprattutto negli ultimi mesi, in particolare dopo il lancio del razzo di Hezbollah che ha ucciso 12 bambini e ragazzi a Majdal Shams, una città sulle alture del Golan, territorio che Israele occupa dal 1967 dopo averlo sottratto al controllo della Siria.
Il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari ha detto di aver disposto un centinaio di aerei da guerra nel corso della notte tra sabato e domenica, e di aver colpito centinaia di lanciarazzi nel sud del Libano impedendo in questo modo un attacco più violento di Hezbollah.
Hezbollah ha detto di aver colpito 11 obiettivi militari in Israele e di aver lanciato più di 300 tra razzi e droni nel nord del paese: se questi numeri dovessero essere confermati sarebbe uno degli attacchi contro Israele più massicci dell’ultimo anno. L’esercito israeliano ha detto di aver subito «pochissimi danni» dall’attacco e di aver intercettato tutti i razzi e i droni: Nadav Shoshani, portavoce dell’esercito, ha sostenuto che inizialmente il piano di Hezbollah fosse di attaccare il territorio centrale di Israele, e non il nord come ha fatto, cosa che se non fosse stata impedita avrebbe causato molti più danni.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato lo stato d’emergenza per le prossime 48 ore. Netanyahu ha convocato una riunione d’urgenza domenica mattina presto, e un’altra riunione nel pomeriggio. In Israele i voli da e per l’aeroporto di Ben Gurion, a Tel Aviv, sono stati sospesi per un paio d’ore e sono poi ripresi alle 7 del mattino, ora locale. Diverse compagnie aeree, tra cui Air France, hanno invece sospeso i propri voli verso Beirut, capitale del Libano.
Il leader di Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah ha parlato dell’attacco in un discorso trasmesso in televisione domenica pomeriggio, in cui ha detto che il gruppo continuerà a sostenere i palestinesi di Gaza dal Libano: «Qualsiasi speranza di mettere a tacere i fronti di sostegno, in particolare il fronte libanese, fallirà; continueremo a sostenere Gaza, indipendentemente dai sacrifici che ci saranno», senza però specificare se ci saranno nuovi attacchi contro Israele a breve. Intanto negli Stati Uniti il presidente Joe Biden ha fatto sapere di star monitorando la situazione e che riconosce a Israele il diritto di difendersi, ma che continuerà a lavorare per la fine delle tensioni. Hamas ha diffuso una nota in cui ha commentato positivamente l’attacco di Hezbollah: «i crimini contro i palestinesi e i libanesi non passeranno senza una risposta».