Il traffico aereo in Europa sta aumentando troppo
Lo sostiene il presidente dell’ENAC, preoccupato per i ritardi, le code e i disagi negli aeroporti che non riescono più a gestire così tante persone
Negli ultimi tre mesi migliaia di voli in Italia e in Europa sono partiti in ritardo e centinaia sono stati cancellati con conseguenze significative per i passeggeri. Il notevole aumento del traffico aereo ha generato molta confusione negli aeroporti, impreparati a gestire così tanti voli e così tante persone.
Secondo Pierluigi Di Palma, il presidente dell’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) la crescita del traffico non è stata accompagnata da un adeguamento delle infrastrutture che ora sono in grosse difficoltà. «Il traffico sta aumentando e l’intera infrastruttura europea — aeroporti, vettori, gestori del traffico, società di handling e catering — non regge questi ritmi», ha detto in un’intervista al Corriere della Sera.
Il traffico è aumentato soprattutto nelle tratte che partono e arrivano nei paesi dell’Europa meridionale e in cui molte persone in estate vanno in vacanza, tra cui Italia, Spagna e Grecia. Secondo i dati di Eurocontrol, un’organizzazione intergovernativa che si occupa di controllo del traffico aereo, a giugno dagli aeroporti europei sono partiti 1.010.161 voli, il 5,2 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
In tutta Europa le compagnie low cost hanno gestito 1.286 voli in più al giorno rispetto al 2023, di cui 44 tra Italia e Spagna e 32 tra Italia e Albania. In alcuni casi le tratte sono state aggiunte con poco anticipo, e quindi gli aeroporti hanno faticato ad adattare l’organizzazione di arrivi e partenze.
In tutto il mese ci sono state complessivamente quasi ottomila ore di ritardi, il 28 per cento in più rispetto al 2023. I ritardi sono dovuti in parte al maltempo, ma soprattutto alla mancanza di personale delle compagnie aeree e nel settore del controllo del traffico aereo, un problema che va avanti da tempo e che riduce la capacità di gestire in modo efficiente il traffico.
Il problema della mancanza di lavoratori era diventato particolarmente evidente nel 2022, quando i molti licenziamenti fatti tra il personale di terra e di aria durante i mesi più intensi della pandemia di Covid-19 – in cui il traffico aereo diminuì drasticamente – causarono enormi disagi in molti aeroporti europei e non solo.
A tutti questi problemi strutturali si sono aggiunte le conseguenze dell’enorme guasto informatico che alla metà di luglio ha bloccato aeroporti, banche e aziende in tutto il mondo. Venerdì 18 luglio sono stati cancellati più di cinquemila voli per via dei problemi informatici o per l’accumularsi dei ritardi di altri voli, anche negli aeroporti i cui computer non avevano avuto blocchi.
Le compagnie aeree hanno fatto di tutto per aggiungere voli. Gli aerei vengono sfruttati il più possibile: fanno sei e in alcuni casi anche otto voli al giorno. Ma con questa organizzazione il primo ritardo del giorno difficilmente viene recuperato, anzi con il passare delle ore se ne accumulano altri. «Tutto il sistema si muove e investe sulla base delle previsioni», ha detto Di Palma. «Dopo la pandemia i numeri davano una ripresa del traffico ai livelli del 2019 al 2028. Siamo al 2024 e abbiamo già superato quei valori».
A parità di voli rispetto al passato, il tasso di riempimento è più alto: si è passati dal 75% al 90%. Significa che gli aeroporti devono gestire molte più persone. «Se non si aumentano gli addetti ai banconi del check-in, alla sicurezza, alla gestione dei bagagli, all’imbarco, allora si registrano lunghe code e disagi», continua Di Palma, che poi dà qualche suggerimento a chi deve prenotare un volo: partire la mattina presto ed evitare il venerdì, la domenica e il lunedì, meglio volare di martedì.