Le risposte di Sinner alle domande sull’accusa di doping
Tra le altre cose il tennista ha ribadito che la sostanza vietata rilevata nel suo corpo era molto poca: «zero virgola zero zero zero zero zero zero zero zero uno»
Venerdì sera Jannik Sinner, il tennista italiano numero uno al mondo nel ranking del tennis professionistico, ha risposto alle domande dei giornalisti in una conferenza stampa organizzata in vista dell’inizio degli US Open, a New York. L’argomento su cui gli sono state fatte più domande è stata l’assoluzione ricevuta dall’accusa di doping lunedì scorso, di cui da alcuni giorni si sta discutendo animatamente nel mondo dello sport. Sinner ha definito la vicenda «non ideale prima di un Grande Slam», e ha detto di aver giocato per mesi con questa preoccupazione e di essere sollevato dal fatto che la notizia sia venuta fuori, anche perché è sicuro di non aver fatto nulla di sbagliato.
Nonostante il moderatore della conferenza stampa abbia chiesto ai giornalisti di non chiedere altro sull’argomento, le domande sono continuate per gran parte del tempo. In una risposta Sinner ha sottolineato come la quantità di clostebol (una sostanza proibita dall’Agenzia mondiale antidoping) rilevata ad aprile da due test antidoping fosse estremamente piccola, elencando con le dita tutti gli zeri dopo la virgola prima di arrivare a uno. «Zero virgola zero zero zero zero zero zero zero zero uno», ha detto, «insomma ci sono un sacco di zero prima di arrivare all’uno».
Il numero citato da Sinner sarebbe un miliardesimo, ma non ha specificato l’unità di misura, parlando semplicemente della «quantità [di clostebol] che avevo nel mio corpo». Il primo test aveva rilevato una concentrazione di clostebol nelle urine di 86 picogrammi per millilitro, e il secondo di 76 picogrammi per millilitro: cioè proporzioni inferiori a 0,1 milionesimi di grammo per litro. Secondo David Cowan, uno dei medici esperti di antidoping consultati dal Tribunale arbitrale dello sport, che ha giudicato il caso, «le quantità minime» di clostebol trovate su Sinner non avrebbero potuto comportare «alcun effetto di doping rilevante sul giocatore, o di potenziamento delle prestazioni».
Dopo i test era stato aperto un procedimento per valutare eventuali sanzioni per il tennista, che però è si è concluso con la sua piena assoluzione. Il tribunale ha accettato le spiegazioni date da Sinner, che ha detto che la presenza della sostanza era dovuta a un contatto indiretto e accidentale, versione peraltro compatibile con la bassa quantità di clostebol nel suo corpo. Sinner aveva detto infatti che la presenza di clostebol era dovuta a un massaggio ricevuto dal suo fisioterapista Giacomo Naldi, che aveva applicato il Trofodermin, un medicinale spray contenente clostebol, su una ferita che si era procurato al mignolo. La sostanza sarebbe quindi passata dalla medicazione sul dito di Naldi alla pelle di Sinner.
Rispetto alle insinuazioni fatte da giornali e commentatori in questi giorni sul fatto che Sinner avrebbe avuto un trattamento privilegiato, ha spiegato che nel suo caso non c’è stata una sospensione in attesa della sentenza perché il suo staff ha capito subito che la causa del ritrovamento del clostebol fosse lo spray usato da Naldi, e quindi il tribunale sportivo ha avuto subito una possibile spiegazione su cui indagare, cosa che non succede con tutti gli atleti.
Venerdì Sinner ha detto di aver licenziato sia Naldi che Umberto Ferrara, il suo preparatore atletico, che aveva comprato e dato al fisioterapista il Trofodermin. L’Italia è uno dei pochi paesi in cui questo farmaco è acquistabile in farmacia, pur avendo segnalati chiaramente sulla scatola gli effetti dopanti di uno dei suoi principi attivi. L’accessibilità del farmaco in Italia ha già portato a decine di processi antidoping contro atleti italiani, ma mai del livello di Sinner. Sul licenziamento di Naldi e Ferrara, Sinner ha detto nella conferenza stampa di aver fatto un grande lavoro con loro negli ultimi due anni, ma di non sentirsi sicuro a continuare a lavorare con loro.
La fama del tennista ha dato grande visibilità alla vicenda, che ha anche portato a diverse polemiche: alcuni, fra cui diversi atleti, hanno accusato le istituzioni del tennis di aver favorito Sinner per via del suo grande seguito e della sua rilevanza per il tennis mondiale in questo momento.
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