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  • Sabato 24 agosto 2024

Perché il viaggio della torcia paralimpica inizia a Stoke Mandeville, in Inghilterra

C'entra con la storia delle primissime Paralimpiadi organizzate nel 1948: è iniziato oggi e finirà mercoledì a Parigi

Helene Raynsford e Gregor Ewan accendono la torcia paralimpica (John Phillips/Getty Images for International Paralympic Committee)
Helene Raynsford e Gregor Ewan accendono la torcia paralimpica (John Phillips/Getty Images for International Paralympic Committee)
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Come le Olimpiadi anche le Paralimpiadi hanno la loro torcia e la loro fiamma, che quest’anno verranno portate a Parigi mercoledì 28 agosto per l’accensione del braciere e la cerimonia di apertura dei Giochi. Anziché partire dalla città greca di Olimpia, quella in cui si tenevano i Giochi in antichità, la fiamma della torcia paralimpica è stata accesa sabato mattina a Stoke Mandeville, un villaggio a nord ovest di Londra, nella contea di Buckinghamshire, come avvenne l’ultima volta nel 2012.

È qui infatti che si tennero i primissimi giochi paralimpici nel 1948, che furono soprannominati appunto Giochi di Stoke Mandeville. La fiamma verrà poi portata in Francia attraverso il canale della Manica, verrà divisa in 12 e arriverà a ricomporsi a Parigi dopo una staffetta di quattro giorni attraverso la costa oceanica, la costa mediterranea, i Pirenei e le Alpi. I due atleti che l’hanno accesa sabato sono Helene Raynsford, campionessa di paracanottaggio a Pechino 2008, e Gregor Ewan, che ha partecipato a tre edizioni come atleta di curling in sedia a rotelle.

L’istituzione delle Paralimpiadi si deve a Ludwig Guttmann, neurologo tedesco ed ebreo che fuggì nel Regno Unito poco prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale. Già in Germania Guttmann era ritenuto uno dei più importanti neurologi della sua epoca e anche per questo, una volta rifugiatosi nel Regno Unito, fu nominato direttore del Centro nazionale per le lesioni del midollo spinale nella cittadina di Stoke Mandeville. In quegli anni lavorò in particolare alla riabilitazione dei reduci di guerra con lesioni alla colonna vertebrale, a cui tra le altre cose proponeva come terapia la pratica sportiva, in qualsiasi forma possibile: il contrario di quello che fino a quel momento veniva raccomandato loro, cioè di stare il più possibile a riposo.

Quando la guerra finì, il Comitato olimpico internazionale (CIO) assegnò a Londra l’edizione dei Giochi del 1948 come premio e auspicio alla ripresa del Regno Unito, uscito vincitore dal conflitto ma anche profondamente segnato dagli impegni bellici e dai bombardamenti. Vista l’importanza della manifestazione, Guttmann vide un’opportunità e in concomitanza con il giorno dell’apertura delle Olimpiadi di Londra organizzò l’evento antesignano delle moderne Paralimpiadi.

I Giochi di Stoke Mandeville prevedevano in realtà soltanto una gara di tiro con l’arco tra 16 atleti misti, uomini e donne, in carrozzina. Ma l’entusiasmo e l’interesse che suscitarono convinsero Guttmann a lavorare ancora per farne un evento annuale. Fu così che prese forma il movimento paralimpico (dal greco para, che significa «accanto» o «al fianco», vista la sua posizione parallela alle Olimpiadi).

Questo parallelismo con le più famose Olimpiadi iniziò a prendere forma però concretamente solo nel 1958. Quell’anno il medico e attivista italiano Antonio Maglio, esperto nelle terapie di riabilitazione per disabili e direttore del Centro paraplegici «Villa Marina» di Ostia, propose a Guttmann di disputare i Giochi di Stoke Mandeville a Roma, in concomitanza con le Olimpiadi del 1960. Maglio conosceva bene le pratiche di Guttmann, dato che nel frattempo negli ambienti medici si erano diffusi gli effetti benefici che avevano sui pazienti.

Una donna in sedia a rotelle si allena per il tiro con l’arco nell’ospedale di Stoke Mandeville nel 1948 (Douglas Miller/Keystone Features/Hulton Archive/Getty Images)

I Giochi paralimpici estivi di Roma iniziarono a metà settembre del 1960, una settimana dopo la fine dell’edizione delle Olimpiadi che rappresentò un successo per l’Italia, inserendosi in un periodo di espansione economica e vivacità culturale. L’evento fu a sua volta memorabile: parteciparono quattrocento atleti provenienti da 23 paesi, che si iscrissero a 57 eventi di otto discipline diverse.