A Bari l’alleanza tra PD e Movimento 5 Stelle è già in crisi
Soprattutto per litigi tra esponenti del secondo partito, che hanno portato alle dimissioni di un assessore nominato da soli quattro giorni
Venerdì 23 agosto il sindaco di Bari Vito Leccese, del Partito Democratico, ha accettato le dimissioni presentate giovedì da Raffaele Diomede, assessore alla Legalità indicato dal Movimento 5 Stelle. Diomede era stato nominato solo quattro giorni prima, lunedì 19 agosto, quando Leccese aveva annunciato la composizione della giunta al termine di lunghe trattative.
Alla fine di giugno la vittoria alle elezioni comunali di Bari era stata considerata uno dei simboli del “campo largo”, l’espressione con cui è stata definita la collaborazione tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. A due mesi dal voto, tuttavia, a Bari questa alleanza è già in crisi.
Oltre alle dimissioni di Diomede, la maggioranza guidata da Leccese dovrà fare i conti con la defezione dei due consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Antonello Delle Fontane e Italo Carelli: entrambi hanno detto che garantiranno solo il cosiddetto “appoggio esterno”, cioè valuteranno di volta in volta come votare, senza logiche basate sull’alleanza con il PD. I due voti non saranno comunque decisivi per approvare provvedimenti.
«Sono mesi che con attenzione cerco di comporre una squadra di governo che rappresenti tutte le sensibilità del campo progressista», ha commentato Leccese, senza nascondere una certa irritazione. L’origine del problema infatti è tutta interna al Movimento 5 Stelle, che a Bari è diviso in due: da una parte c’è l’area guidata dal deputato Leonardo Donno che è anche coordinatore regionale, dall’altra quella che fa a capo a Raimondo Innamorato, sindaco di Noicattaro, che fa riferimento a Paola Taverna, responsabile delle alleanze sul territorio.
Innamorato, d’intesa con il sindaco Leccese, ha proposto di nominare in giunta Raffaele Diomede, un esponente civico esterno al Movimento 5 Stelle. Inizialmente sembrava che anche l’area guidata da Donno fosse d’accordo con la nomina, poi contestata dai due consiglieri comunali eletti, Delle Fontane e Carelli. Secondo i due consiglieri, sarebbe stato opportuno nominare uno di loro, anche per liberare un posto in Consiglio comunale dove sarebbe entrata Stefania Maggiore, prima dei candidati non eletti.
«Lavoreremo a una possibile soluzione interna che ripari il Movimento 5 Stelle dall’imbarazzo al quale è stato esposto da atteggiamenti che nulla hanno a che vedere con la linearità e con i principi e valori che ne ispirano il lavoro», ha detto Donno riferendosi alla decisione dei due consiglieri eletti di garantire solo un appoggio esterno.
A causa della defezione di Carelli e Delle Fontane, la maggioranza è stata costretta a rimandare l’elezione del presidente del Consiglio comunale per timore di “franchi tiratori”, come viene chiamato in politica chi segretamente vota in modo diverso dal proprio gruppo, schieramento o partito. «Se ne riparlerà a settembre», ha detto il sindaco Leccese.
Martedì, un giorno dopo la nomina della giunta, c’erano già state polemiche che avevano portato alle dimissioni di Carlotta Nonnis Marzano, assessora indicata da Alleanza Verdi e Sinistra, autrice di alcuni post su Facebook contro il Papa e i capi di Stato del G7.