TikTok ha fatto finire i cetrioli in Islanda
Si fa fatica a trovarne nei supermercati e i produttori non riescono a stare dietro alla richiesta: tutto suggerisce sia colpa di un profilo di ricette
Da giorni in Islanda si fa fatica a trovare i cetrioli. Nell’isola dell’Atlantico settentrionale c’è chi ha raccontato ai giornali di aver dovuto provare due o tre supermercati prima di riuscire a comprarne uno, quando normalmente li trova senza problemi, e anche Kronan, una delle principali catene di negozi alimentari del paese, ha confermato che questi ortaggi sono esauriti in molti supermercati islandesi.
La ragione principale, secondo il giornale islandese Rùv e il New York Times, è un improvviso e inaspettato interesse per le ricette e le insalate a base di cetrioli, alimentato in particolare da un profilo su TikTok: quello del “cucumber guy”, il “tizio dei cetrioli”, che ha superato i 5 milioni di follower sulla piattaforma consigliando decine di modi per prepararli e mangiarli.
È facile ricondurre il repentino aumento della domanda a lui perché, oltre ai cetrioli, in Islanda scarseggiano altri ingredienti molto presenti nelle sue ricette, come l’olio di sesamo, l’aceto di riso e la salsa di pesce. Secondo Kronan, la richiesta di olio di sesamo è aumentata del 200 per cento dal 5 agosto, più o meno quando i video del “tizio dei cetrioli” hanno cominciato a diventare virali su TikTok. Hagkaup, un’altra catena di supermercati islandesi, ha detto che nei loro negozi le vendite di olio di sesamo sono raddoppiate.
L’interesse per i cetrioli è cresciuto anche altrove: il “cucumber guy”, Logan Moffitt, è canadese e nei suoi video parla in inglese, una lingua conosciuta da più di 1,3 miliardi di persone in tutto il mondo, particolarmente rappresentata su TikTok. Ha creato però dei particolari problemi in Islanda perché, per la sua conformazione, il settore agricolo del paese non è pensato per rispondere velocemente a improvvisi cambiamenti nelle tendenze di consumo della popolazione.
Dato il suo isolamento geografico dai paesi più vicini, che stanno a centinaia di chilometri di distanza, l’Islanda negli ultimi decenni ha lavorato per rendersi il più possibile autosufficiente dal punto di vista agricolo. Gran parte degli ortaggi consumati in Islanda viene coltivata nelle serre sul suo territorio grazie allo sfruttamento del calore geotermico proveniente dalle sorgenti naturali di acqua calda, diffuse in varie aree dell’isola. La carenza di specifici prodotti è quindi raramente un problema, a patto che la domanda rimanga stabile.
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Circa il 99 per cento dei cetrioli venduti da Kronan, per esempio, viene coltivato in serre islandesi. Nelle ultime settimane, però, le vendite sono aumentate tanto in fretta che i produttori non hanno avuto tempo di adeguarsi: l’azienda ha raccontato di aver dovuto ricorrere a una spedizione d’emergenza dai Paesi Bassi.
Kristin Linda Sveinsdottir, direttrice del marketing di SFG, organizzazione che rappresenta gli agricoltori islandesi, ha detto peraltro che l’improvvisa richiesta di cetrioli arriva in un momento particolarmente sfortunato. I cetrioli, spiega, vengono coltivati ciclicamente, e al momento i raccolti sono in pausa. Il fatto che l’Islanda abbia una popolazione piccola – di quasi 384mila abitanti – e si impegni a non produrre molto più di ciò che tendenzialmente consuma significa che c’è poco margine di manovra per gestire improvvisi aumenti della domanda. Infine, le scuole in Islanda stanno riaprendo e quindi le loro cucine stanno effettuando ordini all’ingrosso: non è un momento ideale, insomma, per cominciare a consumare massicciamente un singolo alimento.
«I social media hanno avuto un enorme impatto sul marketing negli ultimi anni. Il panorama è completamente cambiato ed è importante che le aziende prestino molta attenzione a ciò che è di tendenza», ha spiegato Guðrún Aðalsteinsdóttir, amministratrice delegata di Kronan. «Teniamo d’occhio le discussioni online per vedere cosa è di tendenza in un dato momento. Se vediamo tendenze che potrebbero aumentare la domanda per determinati prodotti, ne acquistiamo di più o cerchiamo di aumentare la nostra offerta». Per esempio, negli ultimi anni i supermercati islandesi hanno aumentato l’offerta di bevande pronte e refrigerate a base di caffè e di altri prodotti che accompagnano il consumo di caffè freddo, a partire dai dolci.
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