In Germania bisognerà fare i conti con Sahra Wagenknecht
A settembre si vota per eleggere i parlamenti di Turingia, Sassonia e Brandeburgo, e il suo partito populista è dato in grande ascesa
A settembre si terranno tre importanti elezioni in altrettanti stati orientali della Germania: l’1 settembre si voterà per eleggere i parlamenti della Turingia e della Sassonia, mentre tre settimane dopo, il 22, si voterà anche per il parlamento del Brandeburgo.
A poche settimane dal voto, i sondaggi danno in grande difficoltà i partiti di centrosinistra che controllano il governo federale, usciti molto male anche dalle elezioni europee. Il favorito dai sondaggi in tutti e tre gli stati è invece il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD), che ormai da anni raccoglie parecchi voti negli stati dell’ex Germania est. Salvo grossi imprevisti però AfD rimarrà all’opposizione in tutti e tre gli stati: nessun partito tedesco sembra disponibile a un’alleanza. Formare un governo quindi sarà complesso, a meno di sorprese.
La vera sorpresa di queste elezioni potrebbe essere invece l’Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW): un partito populista di difficile collocazione, con posizioni di sinistra in economia e argomenti molto vicini a quelle dell’estrema destra su migranti e vaccini, nonché filorusso e contrario al sostegno all’Ucraina, fondato meno di un anno fa.
La BSW gode di grande sostegno negli stati orientali tedeschi e, in questo momento, sta andando molto bene nei sondaggi, con percentuali tra il 15 e il 20 per cento negli stati in cui si voterà a breve. Sono numeri notevoli, che se venissero confermati alle elezioni potrebbero rendere la BSW un potenziale partner di coalizione per vari partiti.
Sarebbe un’ipotesi piuttosto sorprendente, ma non così remota: la grande crescita dell’AfD, il fatto che ogni coalizione con il partito di estrema destra sia – per ora – ritenuta impossibile dagli altri partiti, e il continuo calo del sostegno ai partiti che formano la coalizione di governo, infatti, sono tutti fattori che contribuiscono a renderla più probabile.
Nelle ultime settimane in Germania si è discusso con crescente insistenza della possibilità che la BSW dopo le elezioni possa effettivamente allearsi con partiti più istituzionali come l’Unione Cristiano Democratica (CDU, di centrodestra) in Sassonia e in Turingia, e i Socialisti della SPD in Brandeburgo, soffermandosi sul fatto che gli esponenti locali di questi partiti non hanno mai esplicitamente escluso questa possibilità e, anzi, in alcuni casi hanno fatto delle aperture nei confronti dei candidati locali della BSW. Da settimane inoltre Sahra Wagenknecht parla apertamente anche della possibilità di sostenere il candidato governatore della CDU in Sassonia, Michael Kretschmer, in cambio del sostegno della CDU alla propria candidata governatrice in Turingia, Katja Wolf.
«A livello federale una coalizione tra CDU e BSW sarebbe impensabile: ma in Turingia e in Sassonia, le cose sono diverse», ha scritto la Frankfurter Allgemeine, notando che tra i programmi dei due partiti esistono dei punti di contatto (su tutti, l’approccio molto ostile nei confronti dell’immigrazione). Qualche mese fa il presidente della CDU Friedrich Merz aveva detto che il partito non avrebbe collaborato con estremisti di destra né di sinistra: dopo le critiche di alcuni esponenti locali del partito però Merz si è corretto, limitando il divieto di collaborazione con la BSW solamente a livello federale.
La centralità che la BSW potrebbe avere nelle elezioni di Turingia, Brandeburgo e Sassonia è piuttosto sorprendente se si considera che il partito è stato fondato da pochissimo e che almeno in un primo momento la sua crescita sembrava piuttosto contenuta.
A inizio giugno Der Spiegel aveva raccontato in un lungo articolo i primi mesi di attività della BSW, spiegando che il partito si stava muovendo con grande cautela per il desiderio di Wagenknecht di avere il maggiore controllo possibile sui candidati, ed evitare di ritrovarsi con persone problematiche all’interno del partito. Pochi mesi fa, ad aprile, la sede centrale della BSW occupava soltanto un piccolo ufficio in uno spazio di coworking a Berlino: otto metri quadrati con un tavolo, quattro sedie e una stampante. Linda Rehmer, la responsabile dell’organizzazione del partito, lavorava sul proprio computer personale.
Alle scorse elezioni europee, le prime a cui abbia partecipato, la BSW aveva ottenuto comunque un buon risultato, cioè il 6 per cento dei voti su base nazionale, riuscendo a fare eleggere sei europarlamentari. In base alle analisi dei flussi elettorali sembra che la BSW abbia sottratto molti voti all’SPD e alla Sinistra soprattutto nelle regioni della Germania orientale che avevano fatto parte della Repubblica Democratica Tedesca. In questi stati Wagenknecht è diventata molto popolare per le sue posizioni conservatrici unite a idee più “di sinistra” sullo stato sociale: «in Germania orientale molte persone sono conservatrici e scettiche nei confronti delle migrazioni, ma tengono molto alla giustizia sociale», ha spiegato il sociologo Steffen Mau: «e questa posizione è esattamente quella che sostiene Wagenknecht».
Anche le posizioni filorusse e contrarie al sostegno all’Ucraina sostenute da Wagenknecht hanno contribuito alla sua popolarità, secondo Mau. Negli ultimi mesi, e durante la campagna elettorale per le elezioni di settembre, Wagenknecht ha parlato molto della guerra in Ucraina e dei danni che le sanzioni contro la Russia hanno provocato all’economia tedesca. Sono posizioni che piacciono molto al governo russo, che spesso presenta in modo molto favorevole Wagenknecht e le sue idee (non solo: secondo una ricerca del gruppo nederlandese Trollrensics, un network di troll controllati dalla Russia avrebbe promosso una campagna di disinformazione a favore della BSW e di AfD prima delle elezioni europee).
Sono tesi molto popolari soprattutto tra gli elettori dell’ex Germania est. Tanto che in modo un po’ sorprendente – dato che non è un tema di competenza dei singoli stati, ma del governo federale – la politica estera è diventata un tema centrale nelle tre elezioni di settembre. Anche i candidati locali dei partiti che sostengono l’Ucraina, come la CDU e la SDP, hanno adottato delle posizioni meno rigide nei confronti della Russia, di fatto adattandosi all’orientamento di buona parte degli elettori e avvicinandosi alle posizioni di Wagenknecht.
Sahra Wagenknecht ha parlato delle elezioni di settembre come di un voto «per la pace o per la guerra». Le elezioni però non avranno molto a che fare con la guerra, ma con molte questioni pratiche più vicine alla vita degli abitanti di Turingia, Brandeburgo e Sassonia: temi come la costruzione di nuove case, l’istruzione e la sicurezza, ha scritto l’Economist. «Se la BSW vuole dimostrare di saper governare, siamo disposti a parlare con loro», ha detto Dietmar Woidke, l’attuale governatore del Brandeburgo e candidato dell’SPD per la posizione: «a ogni modo, però, nello stato di Brandeburgo non si prenderanno decisioni sulle politiche migratorie né sul futuro dell’Ucraina».