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  • Mercoledì 21 agosto 2024

Che cos’è il clostebol

Lo steroide anabolizzante al centro del caso antidoping di Jannik Sinner viene usato per trattare le lesioni della pelle e in Italia può essere acquistato senza ricetta

La formula di struttura del clostebol
La formula di struttura del clostebol
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Il clostebol, la sostanza alla quale il tennista italiano Jannik Sinner era risultato positivo a due controlli antidoping lo scorso marzo e per i quali è stato da poco giudicato innocente, è un farmaco usato ufficialmente per trattare le lesioni della pelle, ma ha una lunga storia come sostanza dopante soprattutto in Italia dove può essere acquistato senza ricetta medica. Il principio attivo è stato negli ultimi anni alla base di provvedimenti e iniziative da parte dell’Agenzia mondiale antidoping (WADA), che lo ha messo al bando da tempo considerandolo un farmaco per migliorare le prestazioni fisiche.

Il clostebol è un tipo di steroide anabolizzante sintetico, quindi una sostanza creata in laboratorio che imita gli effetti del testosterone, l’ormone maschile che regola numerose attività dell’organismo e che è fondamentale in alcune fasi dello sviluppo dell’apparato scheletrico e muscolare. Come altri anabolizzanti, viene impiegato per aumentare la massa muscolare e in generale le prestazioni fisiche, e per questo è vietato dalla WADA.

Il principio attivo è una versione modificata del testosterone tramite l’aggiunta di un atomo di cloro. Il cambiamento ha lo scopo di impedire che nell’organismo il clostebol si trasformi in diidrotestosterone, un altro tipo di ormone che potrebbe causare vari effetti collaterali, e impedisce la successiva conversione in estrogeno, un ormone femminile che potrebbe causare altri effetti indesiderati.

In Italia il farmaco è venduto con il nome commerciale di Trofodermin in forma di crema o di spray cutaneo, da applicare per trattare vari tipi di lesioni della pelle come abrasioni, ulcere, ustioni e ferite infette. Oltre al clostebol, il Trofodermin contiene neomicina solfato, un antibiotico che serve per ridurre il rischio che la lesione si infetti diventando più difficile da trattare. Trattandosi di un anabolizzante, il farmaco deve riportare sulla confezione una chiara indicazione del suo potenziale effetto dopante e nel foglio illustrativo deve contenere un’ulteriore avvertenza: «Per chi svolge attività sportiva: l’uso del farmaco senza necessità terapeutica costituisce doping e può determinare comunque positività ai test antidoping».

Nonostante la chiara indicazione sulla scatola del prodotto, sul tubetto della crema o dello spray e nel foglio illustrativo, negli ultimi anni ci sono stati molti casi di atleti risultati positivi al clostebol, poi scagionati dopo avere dimostrato contatti accidentali o inconsapevoli con la sostanza. Il farmaco agisce attraverso l’applicazione sulla pelle, di conseguenza si presume che una persona che se lo sia applicato per trattare una lesione possa averlo trasmesso a qualcun altro toccandolo in un secondo momento. Nel caso di Sinner l’ipotesi, poi accolta dal tribunale sportivo che lo ha giudicato, è che il suo fisioterapista lo avesse usato per curarsi una ferita alla mano prima di massaggiare il tennista.

In passato versioni simili su trasferimenti accidentali del farmaco erano state presentate come ricorsi in vari casi antidoping, sempre legati al clostebol e quasi tutti in Italia. Si stima che tra il 2019 e il 2023 ci sia stata una quarantina di casi legati all’impiego di clostebol da parte di atleti, avvenuti tutti in Italia dove il farmaco può essere acquistato normalmente in farmacia senza la necessità di una ricetta medica. Il libero accesso al farmaco influisce probabilmente sulla sua diffusione, anche se ci sono diversi altri prodotti per trattare le lesioni della pelle senza potenziali effetti dopanti.

Uno studio pubblicato nel 2020 sulla rivista scientifica Drug Testing and Analysis ha segnalato come in effetti possa essere sufficiente il trasferimento accidentale di piccole quantità di Trofodermin da persona a persona per risultare positivi a un test antidoping, effettuato tramite l’analisi di un campione di urine. Lo studio ricordava comunque come in Italia sia richiesta l’esplicita indicazione dei potenziali effetti dopanti di un farmaco sulla confezione e nel foglio illustrativo, proprio per ridurre il rischio di un utilizzo accidentale da parte di chi fa attività sportiva. Il clostebol è molto conosciuto tra chi pratica sport proprio per questo motivo, di conseguenza si discute da tempo sul suo impiego e sui rischi che comporta.