Un film di cui si sta parlando soprattutto per la campagna promozionale
“It Ends With Us” dovrebbe replicare il grande successo del romanzo rosa da cui è tratto, ma per ora la storia sono le critiche e le insinuazioni sulla protagonista Blake Lively
Mercoledì nei cinema italiani esce il film di uno dei romanzi rosa di maggior successo degli ultimi anni. Da quando è uscito nel 2016 It Ends With Us, dell’autrice statunitense Colleen Hoover, ha venduto infatti milioni di copie in tutto il mondo ed è stato il terzo libro più venduto in Italia nel 2022, quando è stato pubblicato da Sperling & Kupfer dopo l’enorme passaparola su TikTok. Il progetto del film è nato quindi con ottime prospettive di successo e grandi aspettative da parte dei numerosi lettori e soprattutto lettrici, ed è stato promosso con un’imponente campagna di marketing soprattutto negli Stati Uniti, dove è uscito il 9 agosto e ha superato i 100 milioni di dollari di incassi.
Il tour promozionale però è stato un mezzo disastro e da settimane i giornali ne parlano più per i dissidi interni al cast e per le cose che sono andate storte, che non per il film in sé. La protagonista e produttrice del film è l’attrice Blake Lively, diventata molto famosa per il suo ruolo nella serie Gossip Girl, e molto presente nella scena hollywoodiana anche per via del suo matrimonio con l’altrettanto famoso attore Ryan Reynolds. Il protagonista maschile è invece interpretato da Justin Baldoni, molto meno noto, a sua volta produttore e anche regista del film. I due coprotagonisti però non sono mai comparsi insieme in queste settimane.
It Ends With Us è per certi versi un romanzo rosa molto tradizionale, che racconta l’innamoramento tra Lily, una giovane fioraia, e Ryle, un uomo più grande con una brillante carriera. La storia però prende a un certo punto una piega più cupa quando emerge il tema della violenza domestica (qui la trama più dettagliata, per chi non teme spoiler). Justin Baldoni, che ha recitato in varie serie televisive prima di diventare noto per il ruolo di Rafael nella serie tv Jane the Virgin, aveva acquisito i diritti per fare il film di It Ends With Us nel 2019 – quindi prima del suo enorme successo, iniziato nel 2020 – con la sua casa di produzione Wayfarer Studios. Nel 2023 è stato annunciato che il film avrebbe avuto come attrice protagonista Blake Lively, la quale sarebbe stata a sua volta produttrice esecutiva e il cui ultimo film risaliva al 2020.
Le prime voci su un possibile litigio tra Lively e Baldoni hanno cominciato a circolare all’inizio di agosto, dopo gli eventi di presentazione del film a New York e in Europa. Online molti fan del libro hanno cominciato a far notare che non erano state fatte foto di gruppo e che Baldoni non aveva mai partecipato alle interviste col resto del cast, ma aveva portato avanti le attività promozionali da solo. Si ipotizzò che potesse essere una scelta, per non romanticizzare la relazione tra i due coprotagonisti, visto che il film parla anche di violenza domestica.
Questa teoria però è stata abbandonata abbastanza presto, quando online si è diffusa la notizia che Lively, Hoover e Reynolds avevano smesso di seguire Baldoni su Instagram. Dopo qualche giorno i pettegolezzi sono stati in parte confermati dalla notizia che Baldoni aveva assunto Melissa Nathan, nota esperta nella gestione di crisi reputazionali e pubbliche relazioni, che aveva assistito tra gli altri Johnny Depp durante il seguitissimo processo contro la ex moglie Amber Heard.
Non è comunque ancora chiaro cosa sia successo tra Baldoni, Lively e gli altri. In un primo momento si pensò che Baldoni avesse assunto Nathan perché Page Six, la sezione di gossip del tabloid americano New York Post, aveva pubblicato un articolo in cui delle fonti anonime raccontavano che si era comportato in modo spiacevole sul set, tra le altre cose mettendo in difficoltà Lively con commenti sui cambiamenti del suo corpo dopo l’ultima gravidanza. In un secondo momento invece è venuta fuori la possibilità che il disguido tra i due fosse dovuto a un’interferenza poco gradita di Lively nella post produzione del film, e a un eccessivo coinvolgimento di Reynolds, che teoricamente non avrebbe alcun ruolo nel film. In un’intervista fatta con una giornalista di E! su un red carpet, Lively ha infatti detto che lei e il marito lavorano sempre insieme e che «la scena iconica del film sul tetto l’ha scritta in realtà mio marito, nessuno lo sa, ma ora tu lo sai».
Oltre ai gossip sui possibili bisticci tra Lively e Baldoni, il tour promozionale di It Ends With Us è stato criticato per altri motivi. Innanzitutto per il fatto che Lively sembra aver approfittato della sua visibilità in occasione dell’uscita del film per promuovere cose che non c’entrano niente, come la sua nuova linea di prodotti per capelli, Blake Brown, e il suo marchio di bevande analcoliche Betty Buzz. Ha anche dato molto spazio, secondo alcuni eccessivo, al nuovo film del marito, Deadpool & Wolverine, invitando il coprotagonista e celebre attore Hugh Jackman al suo evento di presentazione.
In generale tutto l’approccio di Lively alla promozione del film è sembrato a molti eccessivamente spensierato e frivolo, visto che It Ends With Us non è una commedia, e soprattutto con una scarsa sensibilità verso il tema della violenza domestica che è centrale nella storia (diversamente da Baldoni che ne ha parlato in varie occasioni, con riferimento ai servizi per chi è in difficoltà).
Interpretando il personaggio di una fioraia, gran parte della promozione del film fatta da Lively è girata attorno ai suoi vestiti a fiori e al tentativo di stimolare un’iniziativa dal basso simile a quella avvenuta col film Barbie e il colore rosa. Un suo video promozionale, in cui dice «prendi le tue amiche, indossa qualcosa a fiori e vai al cinema», che sembra voler trattare It Ends With Us come un film leggero e romantico adatto a una serata divertente tra amiche, è stato criticato come profondamente inadatto.
Il giornalista di Vox Alex Abad-Santos ha scritto che «Lively e suo marito sono diventati sempre più interessati al lato economico della loro carriera di attori, forse anche più che alla recitazione» e che «sono decisamente più bravi a vendere il loro stile di vita e i loro nomi di quanto lo siano a recitare». Una conclusione è quindi che Lively si sia fatta tentare dall’occasione di produrre e interpretare un film con così alte possibilità di successo, ma che di fatto «parla di argomenti a cui non vuole che il suo brand venga associato».