Come siamo messi con i vaccini contro l’mpox

Quello dell'azienda danese Bavarian Nordic sviluppato inizialmente contro il vaiolo servirà soprattutto in Africa, mentre in Europa è raccomandato solo ad alcune persone

(Joe Raedle/Getty Images)
(Joe Raedle/Getty Images)
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Dopo la dichiarazione di un’emergenza sanitaria internazionale per l’mpox (quello che una volta si chiamava vaiolo delle scimmie) da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità la settimana scorsa, l’azienda farmaceutica danese Bavarian Nordic ha annunciato la donazione di circa 40mila dosi del proprio vaccino contro la malattia, che saranno consegnate alla Repubblica Democratica del Congo, uno dei paesi africani con il maggior numero di contagi. Il vaccino di Bavarian Nordic è considerato il più promettente per prevenire l’mpox e per questo ci sono grandi attenzioni nei confronti della società, sia dal punto di vista sanitario sia commerciale.

L’OMS dichiara un’emergenza sanitaria quando ritiene siano necessarie maggiori attenzioni nei confronti di una malattia soprattutto per fare prevenzione, prima che sia troppo tardi per contenerne la diffusione. In Italia e negli altri paesi europei le infezioni rilevate nell’ultimo anno dai vari tipi di virus che causano l’mpox sono state poche e d’importazione, cioè relative a persone che erano state all’estero, per questo al momento i rischi di una diffusione della malattia in Europa sono relativamente bassi. La situazione è diversa in Africa dove sono stati registrati migliaia di casi, tra presunti e confermati, con una maggiore incidenza nella Repubblica Democratica del Congo dove da inizio anno ai primi giorni di agosto ci sono stati più di 14mila casi (di più che in tutto il 2023) e oltre 500 morti ricondotte alla malattia.

In molti casi l’mpox è asintomatico, mentre chi sviluppa sintomi segnala la presenza di eruzioni cutanee, febbre, mal di gola, mal di testa, dolori muscolari e alla schiena, spossatezza e linfonodi ingrossati. Come avviene con altre malattie, l’mpox è più pericoloso per le persone con difese immunitarie indebolite, per gli anziani e in alcuni casi per i bambini (molte delle persone decedute nella Repubblica Democratica del Congo erano adolescenti o bambini).

Il virus che causa l’mpox appartiene al genere Orthopoxvirus, lo stesso di cui fa parte il vaiolo, una malattia molto più pericolosa debellata negli anni Ottanta grazie a una lunga ed efficace campagna vaccinale internazionale (quella per cui le persone con più di 50 anni hanno una cicatrice sul braccio con una forma molto riconoscibile). Il vaiolo fu la prima malattia contro cui fu sviluppato un vaccino nell’Ottocento: la parola “vaccino” deriva da Variolae vaccinae, cioè “vaiolo della mucca”, una forma di vaiolo che interessa i bovini che fu alla base degli studi e delle sperimentazioni per sviluppare il vaccino contro il vaiolo.

La dichiarazione dell’eradicazione di una malattia implica che venga comunque mantenuta una certa sorveglianza, proprio per evitare che si possano verificare nuovi casi con focolai che potrebbero portare a una nuova diffusione del virus debellato. Per questo motivo, nonostante la dichiarazione degli anni Ottanta, gli studi e lo sviluppo di vaccini di nuova generazione contro il vaiolo erano proseguiti con esiti alterni. Nel 2003 Bavarian Nordic aveva avviato una collaborazione con il governo degli Stati Uniti per sviluppare MVA-BN (da “Modified Vaccinia Ankara-Bavarian Nordic”), un vaccino di terza generazione contro il vaiolo basato su un virus modificato per essere meno virulento e incapace di replicarsi nelle cellule.

MVA-BN era stato impiegato nelle campagne vaccinali organizzate dall’OMS nei paesi a rischio per evitare un ritorno del vaiolo, utilizzando un vaccino che fosse ancora più sicuro di quelli tradizionalmente impiegati nei decenni precedenti. Nel 2013 il vaccino era diventato disponibile anche in Europa per prevenire il vaiolo e, vista la stretta parentela tra il virus del vaiolo e quello dell’mpox, nell’estate del 2022 era stato autorizzato nell’Unione Europea per prevenire la diffusione della malattia tra le persone a rischio, seguendo quanto era stato deciso tre anni prima dalle autorità di controllo degli Stati Uniti.

Il nome commerciale del vaccino in Europa è Imvanex, mentre negli Stati Uniti viene venduto con il nome Jynneos e in Canada come Imvamune, ma si tratta del medesimo prodotto anche se c’è qualche differenza nelle tecniche di produzione. In Italia la somministrazione del vaccino era stata autorizzata in forma temporanea nell’estate del 2022, quando era stato rilevato un aumento dei casi di mpox. La vaccinazione era stata consigliata a chi si occupa di effettuare analisi in laboratorio sui virus e agli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM), categoria per i quali erano stati rilevati maggiori fattori di rischio.

A oggi in Europa come nella maggior parte del resto del mondo non è necessaria una vaccinazione di massa, perché i rischi di contagio nella popolazione generale sono estremamente bassi. L’Istituto superiore di sanità (ISS) consiglia maggiori precauzioni per le persone a rischio, che oltre agli MSM possono anche riguardare le persone che hanno intenzione di effettuare viaggi nelle aree del mondo dove c’è una maggiore incidenza di mpox, a cominciare da alcuni paesi africani.

Il vaccino viene somministrato solo alle persone adulte, con due dosi a distanza di quattro settimane l’una dall’altra, e l’efficacia stimata è dell’82 per cento (una sola dose fornisce un’efficacia del 76 per cento). Il vaccino può anche essere utilizzato subito dopo il contagio, ma in questo caso l’efficacia scende intorno al 20 per cento. In generale, le persone vaccinate che in seguito contraggono il virus dell’mpox sviluppano sintomi meno gravi rispetto a chi non ha ricevuto il vaccino.

Negli ultimi anni sono stati svolti test in laboratorio, quindi non direttamente sulle persone vaccinate, per valutare la capacità delle difese immunitarie sviluppate dopo la comune vaccinazione contro il vaiolo di neutralizzare i virus che causano l’mpox. Alcune analisi hanno riscontrato questa capacità anche a più di 40 anni di distanza dalla vaccinazione, mentre altre analisi effettuate sulla popolazione vaccinata contro il vaiolo hanno riscontrato un’alta protezione contro l’mpox. Le persone già vaccinate anni fa contro il vaiolo dovrebbero quindi sviluppare una malattia più lieve nel caso di un contagio con i virus che causano l’mpox.

Chi non era stato vaccinato contro il vaiolo al momento non corre comunque particolari rischi, per le ragioni che abbiamo visto prima sulla diffusione della malattia, ma per i servizi sanitari è comunque importante non farsi trovare impreparati. In occasione dell’aumento di casi nell’estate del 2022, per esempio, l’Unione Europea aveva acquistato 2 milioni di dosi da Bavarian Nordic e l’azienda ha comunicato di avere la capacità di aumentare sensibilmente la propria produzione già nei prossimi mesi. A seconda della domanda, soprattutto da parte dei paesi africani più interessati, la società danese potrà produrre fino a 2 milioni di dosi entro fine anno, mentre per il 2025 prevede di raggiungere una capacità produttiva di 10 milioni di dosi.

Al momento dai paesi africani sono state richieste circa 10 milioni di dosi, che saranno fornite sia attraverso le donazioni internazionali sia attraverso l’acquisto di forniture da Bavarian Nordic. L’Unione Europea, per esempio, si è già impegnata a donare oltre 200mila dosi di vaccino ai paesi africani, attingendo dalla propria scorta effettuata nel 2022. La domanda potrebbe aumentare ulteriormente nel caso in cui il vaccino venisse autorizzato anche per l’uso negli adolescenti e nei bambini, come auspicato da vari osservatori dopo i dati sui numerosi decessi nella Repubblica Democratica del Congo tra i più giovani (negli Stati Uniti c’è già un’approvazione di emergenza per gli adolescenti).

Bavarian Nordic è l’unica azienda farmaceutica ad avere ottenuto autorizzazioni per il proprio vaccino in Europa, negli Stati Uniti e in diversi altri paesi, cosa che si è riflessa molto positivamente sulle sue quotazioni in borsa. Dopo l’annuncio dell’emergenza sanitaria, il valore in borsa delle azioni della società è aumentato del 40 per cento e l’azienda vale sul mercato circa 3 miliardi di dollari. Il successo dell’azienda farmaceutica non è una novità per la Danimarca, che nell’ultimo anno si è fatta notare in tutto il mondo grazie ai successi commerciali di Novo Nordisk, la società che produce i farmaci per il dimagrimento e contro il diabete Ozempic e Wegovy.

Esistono almeno altri tre vaccini inizialmente sviluppati contro il vaiolo e che hanno mostrato un’efficacia contro l’mpox, o comunque sono ritenuti promettenti. L’azienda farmaceutica giapponese KMB Biologics ha sviluppato LC16 il cui impiego è autorizzato in Giappone, mentre in Russia è stato sviluppato il vaccino OrthopoxVac autorizzato inizialmente contro il vaiolo. Un terzo vaccino, ACAM2000, è disponibile negli Stati Uniti, ma finora non è stato impiegato contro l’mpox.