Il parlamento ucraino ha approvato una legge per ostacolare l’attività della Chiesa russa ortodossa in Ucraina
Con 265 voti favorevoli e 29 contrari il parlamento ucraino ha approvato una legge per vietare le attività, in territorio ucraino, di organizzazioni religiose che hanno legami con la Chiesa russa ortodossa. La legge è stata pensata soprattutto per ostacolare l’attività della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca, nota anche con l’acronimo UOC-MP: è un’organizzazione religiosa che non va confusa con la Chiesa ortodossa ucraina, quella di riferimento per la maggior parte della cittadinanza ucraina, e che è accusata da tempo di favorire l’invasione russa dell’Ucraina, diffondendo propaganda filorussa e ospitando presunte spie sotto copertura.
Formalmente l’UOC-MP aveva detto di aver interrotto i rapporti con la Russia all’inizio del 2022, dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina; negli ultimi due anni, però, è stata accusata in varie occasioni non solo di non aver realmente interrotto i rapporti con il regime di Vladimir Putin, ma addirittura di favorirne gli obiettivi politici e militari.
Concretamente, la legge appena approvata prevede l’istituzione di una commissione governativa ucraina che compili una lista di organizzazioni religiose considerate affiliate alla Chiesa russa ortodossa; dà inoltre ai tribunali il potere di dichiarare formalmente illegali le loro attività all’interno del paese. Per entrare in vigore la legge dovrà ora essere firmata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, con un passaggio considerato formale: settimane fa, parlando di questa proposta di legge, Zelensky aveva detto che serviva per «rafforzare l’indipendenza spirituale dell’Ucraina» e garantire che «non ci siano manipolazioni della Chiesa ucraina da parte della Russia».