Un tribunale sportivo ha stabilito che Jannik Sinner non ha violato le regole antidoping, dopo che a marzo era risultato positivo a due test

(Minas Panagiotakis/Getty Images)
(Minas Panagiotakis/Getty Images)

Un tribunale sportivo consultato dall’International tennis integrity agency (ITIA), l’agenzia che tra le altre cose si occupa di aiutare tennisti e tenniste a non violare i regolamenti in molti ambiti, ha stabilito che Jannik Sinner non aveva commesso nessuna violazione o negligenza quando, lo scorso marzo, era risultato positivo a due controlli antidoping. Quella della positività di Sinner è una notizia che finora non era nota: durante il torneo Masters 1000 di Indian Wells due analisi fatte a distanza di 8 giorni avevano trovato piccole tracce di clostebol, uno steroide anabolizzante che aumenta le prestazioni sportive e che è proibito dalla WADA, l’agenzia mondiale antidoping. Il tribunale ha accolto la difesa di Sinner e ha confermato che il tennista italiano, attuale numero uno della classifica mondiale, era stato contaminato dal suo fisioterapista.

In quei giorni infatti il fisioterapista di Sinner aveva usato un prodotto contenente clostebol (facilmente acquistabile nelle farmacie italiane) per curarsi un taglio che si era fatto alla mano. Durante il torneo il fisioterapista aveva massaggiato ogni giorno Sinner senza guanti e, attraverso delle piccole lesioni presenti sul suo corpo, la sostanza era filtrata ed era avvenuta la contaminazione. L’ITIA ha parlato di un livello «basso», e dalle analisi risulta in effetti una concentrazione nelle urine di circa 0,1 milionesimi di grammo per litro. Già nei giorni successivi alla positività alcuni esperti consultati dall’ITIA avevano definito credibile la versione di Sinner, e l’ITIA è poi arrivata alla medesima conclusione dopo un’indagine interna.

L’Agenzia mondiale antidoping, cioè la WADA, e quella italiana (NADO) possono ancora presentare un ricorso contro la decisione al TAS, il Tribunale arbitrale dello sport, entro 21 giorni da quando è stata pubblicata la sentenza (il 19 agosto).

Nonostante sia stato ritenuto innocente, in accordo con il World Anti-Doping code (un documento che mette insieme tutte le regole e le policy antidoping negli sport mondiali), è stato deciso comunque di togliere a Sinner i soldi (poco più di 300mila euro) e i punti per il ranking (400) che aveva ottenuto durante il torneo di Indian Wells, nel quale era arrivato fino in semifinale. Anche se 400 punti non sono pochi, questa sottrazione non cambia la sua posizione in classifica: Sinner resterà comunque numero 1 del ranking mondiale con un certo margine sul secondo e sul terzo in classifica (il serbo Novak Djokovic e lo spagnolo Carlos Alcaraz).