Il governo tedesco litiga su una cosa molto tedesca: le auto
Una serie di proposte dei liberali per incentivarne l'uso ha rinfocolato le divisioni nella coalizione di centrosinistra, che già non se la passa bene
Venerdì, dopo settimane di animate discussioni, il governo di coalizione della Germania guidato dal cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz ha approvato la nuova legge di bilancio, quella con cui uno stato decide come spendere i suoi soldi per l’anno seguente. I tre principali alleati di governo, il partito socialdemocratico (SPD), il Freie Demokratische Partei (FDP) e i Verdi, non erano d’accordo su varie misure, e in particolare su come ridurre un deficit di spesa di circa 17 miliardi di euro, abbassato poi a 12 miliardi ripensando una serie di prestiti previsti per le ferrovie statali.
Le trattative per raggiungere un consenso sulla legge di bilancio sono state complicate, e hanno ribadito le differenze di approcci e di interessi dei partiti di governo, che dalla sua formazione nel dicembre del 2021 sono stati molto spesso in disaccordo. Negli ultimi giorni in particolare è emersa una divisione profonda e piuttosto significativa in un paese come la Germania: quella sulle automobili, la cui produzione rappresenta circa il 5 per cento del PIL nazionale, e dà lavoro a circa 800mila persone.
Di recente il partito liberale tedesco FDP, che ha circa 90 deputati al Bundestag, il parlamento tedesco, ha infatti sostenuto con grande insistenza una serie di proposte per incentivare l’uso delle auto, raggruppate sotto il nome Eine Politik für das Auto. Descritto come “una politica dei trasporti senza ideologia”, il documento è stato presentato lunedì scorso e propone, tra le altre cose, il parcheggio gratuito nei centri urbani delle zone più rurali e un abbonamento annuale forfettario di 49 euro per poter parcheggiare nelle città più grandi in tutta la Germania. Una misura in controtendenza rispetto agli sforzi di molte amministrazioni locali europee per disincentivare l’utilizzo dell’automobile nelle aree urbane.
Un’altra proposta dei liberali è quella di introdurre l’obbligo per le amministrazioni di consultare residenti e commercianti prima di poter costruire nuove piste ciclabili, cosa che renderebbe evidentemente la loro costruzione più difficile. Ribadiscono poi l’opposizione a un limite di velocità uguale per tutte le autostrade del paese, proposto in passato dai Verdi, e propongono di rendere possibile l’ottenimento della patente già a 16 anni. L’FDP chiede poi che la Germania si opponga alla volontà dell’Unione europea di dismettere le auto a diesel, e suggerisce maggiori investimenti nella costruzione di nuove strade e autostrade, nell’ammodernamento della gestione del traffico e nel settore degli sport motoristici e in particolare della Formula 1.
L’FDP ha presentato il suo piano sulle auto come una proposta che difende le libertà individuali e un settore importantissimo per l’economia tedesca, che conta tra le proprie società più grandi Mercedes-Benz, Porsche, BMW e Volkswagen.
Secondo Politico, il piano dei liberali «sembra scritto per trollare i Verdi», e infatti il partito ambientalista tedesco ha subito protestato. Belit Onay, sindaco di Hannover, ha detto che pensare che incentivando l’uso dell’auto si portino maggiori entrate ai centri città è «pericoloso». Anche l’SPD ha criticato la proposta degli alleati, accusandoli di fare campagna elettorale populista in vista delle elezioni regionali che si terranno l’1 e il 22 settembre in Sassonia, Turingia e Brandeburgo, tre stati federali della Germania.
L’iniziativa dei liberali è stata interpretata come un ultimo tentativo di guadagnare qualche consenso tra gli elettori più conservatori, visto che i sondaggi prevedono pessimi risultati per l’FDP, che già non ha deputati nei parlamenti locali in Sassonia e Brandeburgo, e potrebbe perdere quelli che ha in Turingia. L’FDP, che esiste dal dopoguerra e che storicamente è stato il piccolo partito che ha tenuto in piedi i governi in Germania, sia quelli di centrodestra sia quelli socialdemocratici, non è mai andato bene nei territori dell’ex Germania Est, di cui fanno parte i tre Land in cui si vota a settembre.
Anche per l’SPD e per i Verdi in realtà i sondaggi sulle elezioni locali non sono incoraggianti, e c’è preoccupazione che un brutto risultato possa mettere in discussione la già precaria tenuta del governo di coalizione. In questo contesto, la proposta provocatoria dei liberali ha agitato ulteriormente Scholz, che è appena uscito con fatica dalle contese sulla legge di bilancio, animate in particolare dal ministro delle Finanze Christian Lindner.
Proprio Lindner, che del partito liberale è presidente, è notoriamente un grande appassionato di automobili, Porsche in particolare: sostiene che “auto” sia stata la prima parola che pronunciò da bambino, e una volta disse che il suo argomento preferito oltre alla politica è «tutto ciò che può essere riempito di benzina».
In Germania, dopo l’espansione del settore automobilistico nei primi decenni del Dopoguerra, molte amministrazioni hanno progressivamente adottato restrizioni e limiti per ridurre il traffico dai centri città, molti dei quali sono oggi in parte pedonali e dispongono di buone piste ciclabili. Ma proprio per l’importanza economica e culturale delle auto nel paese, iniziative recenti per rendere le città ancora più a misura di pedoni e ciclisti sono state osteggiate dai partiti conservatori e da associazioni di residenti e commercianti. Ma la divisione non è solo tra destra e sinistra: lo scorso novembre proprio ad Hannover, amministrata dai Verdi, una proposta per escludere completamente le auto dal centro entro il 2030 aveva provocato l’uscita dei socialdemocratici dalla maggioranza comunale.