La Banca centrale libica ha sospeso le operazioni a causa del rapimento di un suo funzionario

La sede della Banca centrale libica a Tripoli, nel 2013 (EPA/SABRI ELMHEDWI)
La sede della Banca centrale libica a Tripoli, nel 2013 (EPA/SABRI ELMHEDWI)

Domenica la Banca centrale libica ha detto di aver sospeso le sue operazioni a causa del rapimento del direttore del suo settore informatico, Musab Msallem. La banca ha specificato che non riprenderà le attività fino al rilascio dell’uomo, che è stato rapito domenica mattina in casa sua a Tripoli. Secondo le norme internazionali la banca è l’unico ente in cui possono essere depositati i proventi del petrolio libico, ed è per questo un’istituzione fondamentale per la stabilità finanziaria del paese, dove da anni è in corso una guerra civile.

La banca ha detto di non sapere chi sia responsabile del rapimento, ma che recentemente altri dirigenti erano stati minacciati da gruppi criminali. La settimana scorsa la sede della banca a Tripoli era stata assediata per alcune ore da uomini armati, probabilmente per costringere il direttore Seddik al Kabir a dimettersi. Il direttore è in carica dal 2012 e ha ricevuto diverse critiche per il modo in cui ha gestito le risorse della banca, anche da parte di figure vicine al governo di Abdulhamid Dbeibah, riconosciuto dalla comunità internazionale e con sede a Tripoli. La parte orientale del paese è invece governata dal generale Khalifa Haftar. Entrambi sono sostenuti da diversi gruppi armati: negli anni gli scontri fra di essi hanno reso il paese estremamente instabile.